Acabnews Bologna

Il Comune sgombera otto appartamenti Acer

Altrettante famiglie in strada. Social Log: “Il 14 ottobre Delrio inaugura il Saie, i bimbi e le bimbe delle occupazioni preparano il benvenuto contro l’articolo 5”. Campagna di Asia-Usb sull’Edilizia residenziale pubblica.

06 Ottobre 2015 - 18:22

La casa è un diritto - © Michele LapiniQualche sgombero, oggi, il sindaco Merola lo doveva proprio fare. Stamattina non c’è stato quello temuto di Atlantide, ma in giornata il Comune ha dato notizia di un intervento in via della Beverara: la Polizia municipale ha sgomberato otto appartamenti Acer nei quali vivevano altrettante famiglie (11 adulti e quattro minori) di nazionalità rumena, che li avevano occupati. Sono scattate le denunce e uno dei minori è stato preso in carico dai servizi sociali. Lo sgombero di oggi porta a termine un intervento iniziato il 23 settembre scorso, quando erano stati sgomberati altri due alloggi nello stesso complesso di appartamenti con l’identificazione e denuncia di altre quattro persone, sempre rumene.

In tema di casa, “mercoledì 14 ottobre siamo pronti ad inaugurare a modo nostro il Saie- annuncia Social Log- la fiera dei palazzinari e dei costruttori di tutto il mondo. Che si tratti di innovazione green, come piace alla finanza di oggi, o di nuove strategie del mercato del mattone, il Saie è la fiera della speculazione edilizia e anche nell’edizione 2015 membri del governo Renzi inaugureranno e parteciperanno ai seminari, workshop e mostre interne all’evento.
Delrio nuovo ministro delle infrastrutture ha annunciato la sua presenza durante una giornata dedicata al commento dell’enciclica del Papa ‘Sulla cura della casa comune’. I bambini e le bambine delle occupazioni abitative da diverse settimane stanno preparando disegni e scrivendo lettere al governo dove raccontano cosa vuol dire vivere sotto il regime crudele dell’articolo 5 del Piano Casa dell’ex ministro Lupi che li ha privati di diritti umani essenziali quali l’accesso all’acqua e alla registrazione all’anagrafe e quindi costretti ad una vita senza sanità, scuola, previdenza, welfare garantiti. Crediamo che ‘la cura della casa comune’ inizia con il prendersi cura dei diritti dei figli e delle figlie di quanti sono stati costretti ad occupare una casa perché sfrattati e piegati dalla disoccupazione e dell’austerità”.

Continua Social Log: “Alle 11,30 diamo quindi appuntamento a Porta Mascarella per raggiungere insieme la Fiera di Bologna e rivendicare davanti al ministro Delrio la necessità di abolire immediatamente l’articolo 5 del Piano Casa. Lì aspetteremo che dopo il suono della campanella anche i più piccoli possano raggiungerci per esporre i disegni e le lettere elaborati durante i laboratori creativi delle occupazioni abitative. In questa occasione presenteremo anche la giornata di mobilitazione nazionale lanciata dalla rete Abitare Nella Crisi per il 16 ottobre a Roma quando il Kidz Bloc dei bimbi e delle bimbe occupanti raggiungerà palazzo Chigi al grido ‘i diritti dei bambini non si cancellano! Abolire l’articolo 5! Residenza subito!’. Invitiamo associazioni, sindacati di base, comitati e collettivi solidali ad unirsi alla giornata di lotta che anche in questa occasione darà battaglia per il diritto all’abitare a partire dall’infanzia felice!”.

Asia-Usb, invece, si focalizza sull’Edilizia residenziale pubblica dopo un’assemblea sul tema che si è svolta sabato scorso: “In tempi di crisi economica, emergenza abitativa e privatizzazioni in ogni settore del cosiddetto ‘welfare state’ difendere l’importanza di alloggi pubblici e che garantiscono un canone accessibile è un dovere. Questo tipo di alloggio, infatti, è sotto attacco ormai da anni. Fin dal 1984, gradualmente, lo stato ha abbandonato il terreno dell’edilizia economica e popolare, continuando semmai a intraprendere progetti di edilizia convenzionata o agevolata. Parallelamente ha cominciato a svendere tale patrimonio, permettendo a privati di mettere le mani su un ulteriore pezzo di mercato e fonte di speculazione, e privando sempre più persone di uno strumento vitale per mantenere una vita degna anche in condizioni di ristrettezza economica. Oggi questo fenomeno conosce uno dei suoi apici, e in mezzo ai tanti processi di privatizzazione di fondamentali servizi pubblici alla persona (scuola, sanità, trasporti…) il governo nazionale del PD da’ mandato a Regioni e Comuni di mettere all’asta ancora più alloggi di edilizia popolare. Invece di ampliare, dunque, un servizio indispensabile, questo governo si rende colpevole anche in questo ennesimo modo delle migliaia di persone che attendono anni in graduatoria poche centinaia di assegnazioni all’anno, come unica soluzione all’impossibilità di competere con gli affitti altissimi del mercato privato. Per questo, all’interno della vasta e massiccia campagna in difesa del welfare lanciata da Usb, a Bologna e in Emilia Romagna Asia non intende più lasciare impunite queste svendite di patrimonio pubblico, il cui uso deve essere garantito esclusivamente alla popolazione”.

Promette Asia: “Non assisteremo passivi neanche all’approvazione e alla messa in atto della nuova legge con cui la Regione intende amministrare le poche case popolari rimaste. Questa riforma parla di alzare i canoni, rendendoli meno fedeli alla situazione economica degli assegnatari, e abbassare drasticamente il limite di reddito annuo entro il quale è possibile permanere nell’alloggio, facendo sì che di fatto l’inquilino perda il titolo nel momento in cui innalzi anche di poco il proprio reddito. Con questa soluzione, detta ‘turn over’, la giunta regionale immagina di poter meglio amministrare il ristretto numero di alloggi a fronte delle migliaia di domande. Rendendoli, di fatto, alloggi temporanei. Inoltre la riforma impone che si possa fare domanda solo dopo tre anni di residenza o lavoro stabile in regione, penalizzando grandemente tanto i migranti quanto i lavoratori precari o in mobilità da una regione all’altra, che in Emilia-Romagna non sono certo pochi. Per questo, è stata molto positiva la presenza all’assemblea di alcuni attivisti dello sportello per l’abitare di Imola, che hanno arricchito il dibattito con spunti e osservazioni. Questo rimarca l’obiettivo di tessere e fortificare le relazioni tra realtà che in regione lottano per il diritto alla casa, visto che in materia di edilizia popolare tali sono i confini del campo di battaglia. Oltre a questi, e naturalmente agli inquilini assegnatari che hanno animato la discussione con una dettagliata panoramica sulle problematiche quotidiane legate alla gestione Acer e con la sorpresa di chi sarebbe un diretto interessato ma non ha avuto nessuna informazione in merito alla riforma, erano presenti alcuni degli abitanti delle occupazioni abitative, non meno interessati alla questione”.