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“Il Comune negherà l’iscrizione all’anagrafe ai richiedenti asilo, sì o no?”

Questa la domanda rivolta dal Coordinamento Migranti a Merola dopo le recenti prese di posizione su accoglienza e decreto sicurezza. E sulle espulsioni invernali dai Cas “da un mese non risponde alla nostra denuncia”.

10 Gennaio 2019 - 15:21

Il dormitorio in via del Lazzaretto © Michele Lapini“La sceneggiata con cui il sindaco Merola ha alzato la voce contro Salvini rivendicando Bologna come una città accogliente non si è ancora conclusa”, scrive il Coordinamento Migranti in testa a un comunicato diffuso oggi, facendo riferimento a diverse dichiarazioni pronunciate dal sindaco negli ultimi giorni, tra cui quelle in cui annuncia l’intenzione di mantenere in piedi il sistema Sprar, tagliato dal governo, impiegando fondi comunali, e quelle a sostegno della decisione della Regione di impugnare il decreto sicurezza di fronte alla Corte Costituzionale.

Prosegue il testo: “Ora Merola vuole costruire ‘una rete di solidarietà concreta, non fatta di gesti simbolici e di disobbedienza astratta’. Rimprovera al ministro di aver tagliato i fondi per l’accoglienza Sprar ma non dice una parola sulla questione dell’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. Sulla stessa linea è il suo erede designato dalla sinistra, l’assessore Lepore, che non vuole accogliere Salvini e il raduno delle destre populiste, ma ribadisce soltanto che l’amministrazione continuerà a finanziare il sistema dell’accoglienza. Speriamo non siano soltanto i soldi dei progetti delle cooperative per integrare i migranti facendoli lavorare gratuitamente. Invece di continuare con questa finta opposizione, Merola e il suo assessore dovrebbero dire pubblicamente come intendono applicare la legge Salvini. Forse non sanno che, come sostenuto da diversi giuristi, la legge non vieta ai richiedenti asilo l’iscrizione all’anagrafe, ma abolisce soltanto la procedura semplificata”.

“In realtà – spiega il Coordinamento – la legge produce un vuoto legislativo che costringe i sindaci a gettare la maschera e a dire da che parte stanno: dalla parte dei migranti o da quella di Salvini? A Merola e al suo assessore chiediamo allora: il Comune di Bologna negherà l’iscrizione all’anagrafe ai richiedenti asilo che ne faranno richiesta, sì o no? Intende cancellare i richiedenti asilo già iscritti? E se donne e uomini migranti saranno privati della carta d’identità potranno comunque usufruire senza intoppi burocratici dei pochi servizi ancora legati all’anagrafe? Di tutto questo, ovvero dell’unica risposta che i migranti vorrebbero avere, non sembrano voler parlare. Se ne lavano le mani come un Ponzio Pilato qualsiasi e si limitano a promettere di sostenere eventuali ricorsi di migranti ai quali gli uffici del comune negheranno l’iscrizione anagrafica. Forse Merola e il suo erede sono semplicemente troppo impegnati a costruirsi un profilo di sobrietà istituzionale e un futuro da candidato sindaco”.

Si legge inoltre: “D’altronde da ormai più di un mese tacciono sulla nostra denuncia sul piano freddo. A differenza degli scorsi anni, la Prefettura e le cooperative coinvolte non hanno firmato l’accordo per sospendere durante l’inverno le espulsioni dalle strutture dell’accoglienza dei migranti che terminano il loro ‘progetto’. E anche in questo caso nessuna parola dal sindaco accogliente, come se le donne e gli uomini che si ritroveranno per strada a dormire al freddo non siano un problema di una città così accogliente come Bologna. Anzi no, la sua amministrazione qualcosa ha fatto in proposito: è riuscita addirittura a diminuire il numero dei posti letto messi a disposizione nei dormitori comunali. Meglio poi non chiedersi che cosa accadrà – come tutti gli anni – con la fine dell’inverno quando decine di migranti si ritroveranno senza un tetto. Merola e la sua amministrazione hanno comunque tanti meriti. Aver dato la cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano e aver conferito il premio civico ‘Giorgio Guazzaloca’ alla volontaria bolognese della nave Mediterranea. Però almeno caro sindaco ci risparmi altri gesti simbolici. Se proprio non vuole disobbedire, neanche astrattamente, almeno abbia il pudore del silenzio”.