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Il 25 aprile in piazza San Francesco, “una bellissima festa popolare”

Pratello con Kobane: “Chi ha il compito di amministrare una città dovrebbe evitare di farsi strumentalizzare da qualche comitato, da chi vuole una città chiusa, spenta, dissanguata da qualche ricco palazzinaro”.

29 Aprile 2015 - 14:19

Sulla festa del 25 aprile in piazza San Francesco

17273040252_bac38aa2d3_zSiamo stati sprezzantemente definiti come la “piazza antagonista”. L’aggettivo non ci offende, anzi, ma non ci lasciamo intrappolare nelle categorie giornalistiche. Il 25 Aprile, come donne e uomini abitanti del quartiere e di via del Pratello abbiamo organizzato una giornata in piazza San Francesco con la comunità curda in Italia. Una bellissima festa popolare. Per fare subito chiarezza: siamo cittadini e cittadine e siamo dei militanti antifascisti. Nelle nostre pratiche, nella nostra vita contrastiamo non solo i rigurgiti dei nostalgici, ma abbiamo presente come il fascismo si declini in sessimo, tecnocrazia, sfruttamento dell’uomo sull’uomo e degli uomini sull’ambiente. che diverse volte hanno partecipato a cortei contro la concessione di piazza ai fascisti di turno.

A noi, che la ritualità e le corone non ci sono mai piaciute, che le celebrazioni alle 9 del mattino e poi tutti a pranzo non ci rappresentano, la festa della liberazione l’abbiamo voluta dedicare a chi in questi mesi ha combattuto e combatte il fascismo. Una delle tante Resistenze dei giorni nostri, una resistenza laica ed antisessista. Donne e uomini che non stanno difendendo solo la loro vita e la loro città, ma opponendosi al fascismo lo stanno facendo in nome dell’umanità intera. E’ per questo che i proventi raccolti dalla somministrazione di cibi e bevande, in piatti e bicchieri biodegradabili, andranno a sostenere alcuni progetti per la ricostruzione di Kobane.

Il 25 aprile, in Piazza San Francesco, era presente anche Karim, compagno marchigiano e partigiano a Kobane. Con senso di responsabilità abbiamo evitato di speculare mediaticamente sulla sua presenza, non abbiamo voluto farci belli del suo coraggio. Le emozioni per chi c’era ed ha potuto ascoltare il suo saluto sono state intense ed hanno riempito di significato una cornice spontanea e stupenda, una cornice che crediamo abbia rispettato fino in fondo il senso dell’essere antifascisti oggi e di onorare la Resistenza.

Una cornice composta:

– Dalle giovanili dell’Hic Sunt Leones del quartiere navile del centro sportivo Pizzoli. Ragazzini della periferia bolognese che sono entrati nel cuore della città, giocando con i loro coetanei del centro.

– Dai ragazzi del corso under 18 di boxe, del corso di tai e poi una bellissima esibizione del corso di danza Afro della palestra popolare del Tpo.

– Dal laboratorio “labimbi” ha svolto tutto il giorno attività per i più piccoli.
Da Dj Parente che ha fatto da colonna sonora a questa stupenda piazza fino alle 20.

Tutto questo è stato vissuto dagli abitanti del Pratello e non solo, giovanissimi, giovani e meno giovani, si sono riversati in piazza per stare insieme con gioia ma anche con consapevolezza.
Alle otto di sera (non le otto del mattino dopo) i ragazzi che chiedono altra musica, per ballare alla luce del sole, Curdi che con gli occhi umidi ti ringraziano per la solidarietà, i bambini della periferia felici di stare nel centro della città. Questa è la città che si auto-organizza, questa è la ricchezza di quella giornata e di questa città che noi vogliamo difendere con forza dagli effimeri calcoli politici quando non lobbistici.

Che nessuno ci venga a dire a che ora dobbiamo alzarci, andare a letto, scendere in piazza o andare al bar. Avete rotto! Nessuno è proprietario di questa città. Non siamo abitanti di Marte che un giorno all’anno invadono le piazze, le bruciano e se ne vanno. Siamo uomini e donne. Siamo uomini e donne che vivono, studiano e lavorano a Bologna, al Pratello, e vogliamo rendere questo quartiere e questa città sempre più accoglienti e solidali.

Chi ha il compito di amministrare una città dovrebbe evitare di farsi strumentalizzare da qualche comitato, da chi vuole una città chiusa, spenta, semplicemente dissanguata da qualche ricco palazzinaro. Da chi, in definitiva, ha un’idea patrimoniale degli spazi della città convinto che la piazza sia una dépendence del proprio appartamento.

Noi continueremo quindi ad essere nelle piazze e nelle strade, continueremo a farlo senza chiedere il permesso.

HASTA LA PROXIMA!!!!

Pratello con Kobane