Abitare nella crisi: “La giornata di lotta dal basso del 28M ci restituisce lo spaccato di un paese ne domato ne pacificato, in grado mettere in campo importanti resistenze, lotte, una nuova pratica dei bisogni”.
Sabato 28 Marzo 2015 tante città si sono mobilitate nella giornata lanciata dalla rete Abitare nella crisi contro il governo Renzi e le politiche di austerity. Una mobilitazione diffusa dal nord al sud d’Italia, che ha visto protagonisti i movimenti di lotta indisponibili a fare un passo indietro nella battaglia contro un modello di sviluppo incentrato sul sistema delle grandi opere, la devastazione dei territori, la precarietà, il razzismo e la guerra ai poveri.
Nelle tante piazze ribelli e meticce, piene di migliaia di uomini e donne che si organizzano per resistere alla crisi, è riecheggiato con forza il grido “Una sola grande opera: casa e reddito per tutt@”. Non uno slogan, ma una pratica che vive nei picchetti antisfratto, nella difesa dagli sgomberi, nei percorsi di riappropriazione e di contrasto alla rendita che tutti i giorni pratichiamo.
Non basta cambiare volto a consiglieri e sindaci dei comuni in default, usare inchieste giudiziarie per dimettere ministri e personaggi che non rappresentano mele marce ma il funzionamento dell’intero sistema di sfruttamento delle nostre vite. L’unica via possibile contro provvedimenti come il Piano Casa, lo Sblocca Italia, il Jobs Act, la Buona Scuola è un radicale cambio di rotta sui posti di lavoro, nelle scuole, nelle università e nei territori.
A Roma attorno alla chiamata dei Movimenti per il Diritto all’Abitare si sono radunate migliaia di persone che hanno bloccato per ore con corpi e barricate improvvisate piazza di Porta Pia. Non è sufficiente la sostituzione dell’ormai ex Ministro Lupi, bisogna rovesciare il sistema delle grandi opere e cancellare provvedimenti come il Piano casa, a partire dal famigerato art 5 e destinare le risorse pubbliche a scuola, salute, manutenzione del territorio, casa, reddito, un nuovo welfare. Per questo, i movimenti hanno deciso di dare vita a una tendopoli sotto il ministero delle Infrastrutture.
Torino è scesa in piazza contro i fascio –leghisti di Salvini, contro il loro interessato populismo, le divisioni razziste e le fratture che si vorrebbero produrre nel corpo sociale delle periferie . Un folto corteo ha mosso i suoi passi per rispedire al mittente questa idea di sfruttamento e segregazione, tentando di raggiungere il misero comizio di Salvini, scontrandosi duramente con le forze dell’ordine. 8 compagni sono stati fermati, 7 rilasciati mentre per Daniele è stato convalidato l’arresto ed è stato tradotto nel carcere delle Vallette. Reclamiamo la immediata libertà per Daniele e la legittimità delle pratiche contro chiunque voglia diffondere propagande xenofobe e razziste.
A Brescia si è tornati di nuovo a manifestare contro la sanatoria truffa, per i permessi di soggiorno e per i diritti dei migranti, dopo giorni di lotta per riconquistare piazza della Loggia, con cariche e tenaci resistenze. Un grandissimo corteo meticcio di oltre 5000 persone ha attraversato le vie della città, respingendo le provocazioni fasciste e dimostrando che ne queste ne le intimidazioni poliziesche potranno fermare le lotte per la dignità e per la libertà di movimento.
A Bologna più di un migliaio di persone hanno partecipato alla seconda “Marcia della dignità” che ha attraversato la periferia nord della città, partendo dall’Ex-Telecom di via Fioravanti 27, occupazione simbolo della resistenza cittadina al PianoCasa dell’ex ministro Lupi, colpita da decreto di sequestro e quindi sotto sgombero. Il corteo ha anche lanciato l’apertura della battaglia contro gli effetti del nuovo calcolo Isee, che minacciano l’accesso al welfare e che sono parte integrante di un attacco complessivo verso le fasce più deboli della nostra società.
Anche Palermo è scesa in piazza per la giornata lanciata da Abitare Nella Crisi. Dopo lo sgombero di dieci giorni fa in via Oberdan, alcune centinaia di occupanti di case, studenti e militanti dei centri sociali hanno percorso il centro storico contro il PianoCasa e in solidarietà agli attivisti colpiti da misure cautelari.
A Firenze e Napoli si è tornati ad occupare dopo i recenti sgomberi. A Napoli è stato rioccupato temporaneamente l’ExBelvedere e si sono tenuti blocchi della viabilità e discussione con gli abitanti del quartiere per denunciare lo scandalo di quell’immobile di proprietà della Curia, lasciato nuovamente all’abbandono.
A Firenze sono stati occupati una decina di alloggi in Via Del Romito 55, in una città blindata per la visita del capo dello stato, dentro il duro scontro contro la Legge Regionale “Saccardi”, in linea con il Piano Casa di Lupi . Dopo aver strappato la cancellazione dell’articolo che avrebbe impedito a chiunque occupa, anche immobili pubblici o privati abbandonati, di ottenere una casa popolare, ora si rilancia la lotta in città, non arretrando sul tema delle occupazioni e della riappropriazione.
Asti è scesa in piazza per ribadire la legittimità delle pratiche di lotta contro il tentativo di colpire chi nella difficoltà reagisce cercando di sopravvivere con dignità e a testa alta.
A Milano in mattinata il comitato Abitanti di San Siro ha presidiato il mercato di via Osoppo dove era annunciata la visita di De Corato. Nel pomeriggio un corteo di migliaia di persone ha attraversato il quartiere solidale e antirazzista, contro gli sgomberi e il Piano Casa.
A Parma iniziativa contro lo Sblocca Italia: una sessantina di attiviste e attivisti si sono posizionati davanti ai cancelli dell’inceneritore, impedendo l’accesso ai camion.Verso le 12 un responsabile degli impianti di Reggio Emilia ha incontrato i manifestanti e gli ha promesso la riapertura di un tavolo di trattative con i dirigenti di Iren e la riattivazione del numero di telefono che Iren metteva a disposizione per comunicare i casi gravi di morosità incolpevole con conseguente distacco delle utenze.
In Basilicata a Rionero in Vulture (PZ) ed in Calabria a Corigliano Calabro si sono tenute importanti ed affollatissime manifestazioni popolari contro le trivellazioni e la legge “Sblocca Italia”, proprio a ridosso della data del 31 marzo prossimo in cui le amministrazioni locali dovranno esprimersi sull’impatto ambientale di queste scellerate operazioni, che rischiano di devastare questi ed altri territori con l’unico scopo di regalare risorse ed immensi profitti alle grandi multinazionali del settore. Queste manifestazioni hanno dimostrato come di fronte a tali scempi e manovre, le popolazioni locali sono in grado di scendere in piazza mettendo insieme generazioni e realtà diverse, collegando in un filo rosso le lotte contro i tagli alla spesa sociale, contro la precarietà e per il reddito con la difesa e la riappropriazione di ogni territorio.
Ovunque, ancora una volta il 28M, che ha visto tra l’altro anche Parigi in piazza per il diritto alla casa e all’abitare, si è evidenziata la forte opposizione dei territori all’arroganza del governo Renzi e delle sue politiche, che rappresentano ed incarnano l’essenza di un capitalismo sempre più feroce nei suoi meccanismi di sfruttamento ed accumulazione. Ora questa opposizione deve allargarsi coinvolgendo sempre più realtà e persone, alimentando un processo diffuso di autorganizzazione e di ricomposizione fra lotte e tessuti diversi. Un processo sociale e politico che nel conflitto sappia conquistare spazi e prospettive di reale alternativa, che riesca a radicarsi attraverso nuove forme di mutualismo e praticando nuove forme di riappropriazione. La giornata di lotta dal basso del 28M ci restituisce lo spaccato di un paese ne domato ne pacificato, in grado mettere in campo importanti resistenze, lotte, una nuova pratica dei bisogni. Ora è necessario proseguire senza sosta, non per facili e vane scorciatoie, lungo i sentieri del conflitto e del cambiamento, con coraggio e spirito di sperimentazione.
Con questo rinvigorito bagaglio facciamo rotta verso il 1° Maggio a Milano per le giornate NO EXPO. Andiamo avanti, riprendiamoci quello che ci spetta!
Abitare nella Crisi