I rifugiati riaprono le ex scuole Merlani

I profughi dell’emergenza Nord Africa, dopo 23 mesi di attesa, false promesse e lavori svolti ma non retribuiti, sono riusciti ad ottenere uno spazio abitativo da autogestire: le ex scuole Merlani in Via Siepelunga 66 a Bologna.

Lo spazio è stato ottenuto dopo una lotta cominciata con l’opposizione agli sgomberi delle strutture di accoglienza di Prati di Caprara e Villa Aldini. La resistenza è stata supportata da associazioni e comitati di solidarietà bolognesi.

Nulla o quasi è stato fatto in 23 mesi affinché questi ragazzi potessero cominciare a costruirsi un futuro. Le ragioni di queste omissioni sono semplici: la guerra è un grande business, come lo è l’accoglienza dei profughi che la guerra provoca. A Bologna, infatti, Croce Rossa Italiana e cooperative hanno incassato milioni di euro che l’Unione Europea ha elargito per l’emergenza Nord Africa, senza produrre risultati utili per i migranti, ma anzi ghettizzandoli in strutture spesso fatiscenti.

I migranti, uniti nella loro associazione denominata “Freedom and Justice”, cominceranno ad autodeterminare i percorsi che li porteranno finalmente all’integrazione nel tessuto sociale, locale e nazionale.

Ma le Merlani rappresentano solo un punto di partenza per i 50 membri di Freedom and Justice, che riconoscono comunque all’amministrazione comunale di Bologna l’importante ruolo svolto a supporto di questo progetto innovativo, rendendo la loro situazione nettamente diversa rispetto a quella di tanti rifugiati ospiti in altre città, come ad esempio Torino, Piacenza o la vicina Marzabotto.

Le porte delle Merlani verranno aperte alla cittadinanza giovedì 11 luglio, per un aperitivo (ore 18.30) al quale seguirà un’assemblea pubblica (ore 20).

Freedom and Justice
Asia-USB
Associazione 3 Febbraio
Comitato Solidale Antirazzista Il Cerchio
Primavera Urbana
YaBasta