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I nuovi ‘padroni’ di piazza Verdi: “Non ci si può sedere a terra”

“Come in un museo”, dice la coop che gestirà la programmazione estiva. Intanto, l’Ateneo minaccia le serate organizzate dai collettivi ipotizzando di staccare l’energia elettrica e senza escludere l’intervento delle forze dell’ordine: l’importante è che sia “ben pensato”.

31 Maggio 2019 - 17:53

La nuova gestione della programmazione estiva in piazza Verdi si presenta così: non ci si potrà sedere per terra. Lo ha comunicato la cooperative Le Macchine Celibi, che ha vinto il nuovo bando emesso dal Comune: in piazza ci saranno due angoli allestiti con tavolini e sedie e a quel punto “le nostre maschere potranno passare a dire ai ragazzi di non stare seduti a terra, perchè ci sono dei posti disponibili e senza l’obbligo di consumare qualcosa. Così come non si sta seduti in un museo, le nostre maschere avranno il diritto di dire che non si sta seduti neanche davanti al Teatro comunale e in una piazza che è un luogo di cultura”. Una piazza come un museo? Un luogo pubblico in cui è un privato a decidere se e come ci si può semplicemente sedere?

Ma non è l’unica novità allarmante che riguarda la zona universitaria. L’Ateneo, infatti, minaccia i collettivi che organizzano iniziative di socialità autogestendo spazi che rientrano nel perimetro dell’Alma Mater. L’Università ne ha parlato rispondendo alle sollecitazioni della Lega, che in particolare ha puntato il dito contro le iniziative musicali al Nautilus di via San Giacomo (che, tra l’altro, di recente ha anche ricevuto una multa di ben 500 euro. Serve una “soluzione forte”, ha detto Marco Antonio Bazzocchi, delegato alle iniziative culturali del rettore, che nelle sue dichiarazioni ha citato tanto il Nautilus quanto gli eventi organizzati nell’area di via Filippo Re. “Questi gruppo possiamo tentare di contenerli ma non di non annullarli”, afferma il delegato. Ad esempio, “a un certo punto si toglie l’energia elettrica”, è l’idea di Bazzocchi, anche se poi “loro hanno anche i generatori”. Insomma “è difficile, però sono sicuro che una soluzione forte si debba trovare”, continua il delegato, perchè “quegli spazi a mezzanotte devono chiudere”. Ma non è quella sulla corrente l’affermazione più preoccupante: il delegato, infatti, non esclude l’intervento delle forze dell’ordine. E’ solo una questione di orari, a quanto si può capire dalle sue parole. “Non è assolutamente concepibile- dice Bazzocchi- che la Polizia entri nei locali dell’Università alle cinque di pomeriggio”, come accadde con lo sgombero della biblioteca di via Zamboni 36. “Ci sono studenti che possono essere messi a rischio”, sottolinea Bazzocchi. Nel caso del 36, ne venne fuori “una guerriglia” e le immagini “circolarono sui telegiornali di tutto il mondo”, continua il delegato: una cosa che “non conviene nè all’Università, nè alla città”. Insomma, un eventuale intervento della Polizia dev’essere “molto ben pensato”, afferma il docente.