Acabnews Bologna

I bus e l’evasione fiscale

Tper criminalizza chi non può permettersi il biglietto definendolo “evasore” e cercando di far schierare contro di loro gli altri passeggeri. Nel frattempo, però, la vecchia Atc deve al fisco 1,5 milioni tra tasse non pagate e mora.

23 Novembre 2012 - 18:23

Da qualche giorno sui bus di Bologna è partita la campagna “Io vado e non evado”: 500 dipendenti di Tper a supporto dei controllori, nuovi tornelli sulle corriere e nuove modalità per l’utilizzo di biglietti ed abbonamenti pensate appositamente per far notare agli altri passeggeri il comportamento di chi non timbra. Una forma di criminalizzazione bella e buona, dunque, che assimila chi non si può permettere il titolo di viaggio (tutt’altro che economico) agli evasori fiscali veri e propri, magari quelli che speculano sulla crisi e nascondono cifre a molti zeri.

E’sempre di questi giorni, però, una notizia che alla luce della campagna sugli evasori dovrebbe far parecchio riflettere. Riguarda l’Atc: è l’azienda che fino a poco tempo fa, prima della fusione con Fer e la nascita di Tper, gestiva il trasporto pubblico locale di Bologna. Al di là del coinvolgimento anche nell’inchiesta sul People mover, a quanto pare l’Atc (che come azienda ancora esiste anche se attualmente si occupa solo della gestione della sosta) deve all’Agenzia delle entrate la belleza di 1,5 milioni di euro.

Evasione fiscale, non ci sono molti altri modi per chiamarla. I fatti risalgono al 2008 e l’Agenzia delle entrate ha intimato all’azienda di via Saliceto (che intanto ha fatto ricorso) di pagare un milione e mezzo, tra tasse evase e mora. In pratica, secondo il fisco Atc si e’ fatta lo sconto sulle tassse interpretando in maniera errata una disposizione della finanziaria 2006. Quel provvedimento prevedeva detrazioni sull’Irap per le imprese che impiegano lavoratori a tempo indeterminato, ma escludeva proprio le aziende di trasporto. Secondo il fisco, dunque, Atc avrebbe “nascosto” un imponibile pari a 22 milioni: il che fa 854.000 euro di tasse da pagare, piu’ interessi, per un totale di un milione e mezzo. Non si può escludere, tra l’altro, che la stessa irregolarità non si sia verificata anche negli anni successivi.

Com’era? Ah già. “Io vado e non evado”…