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Hub, “Salvini non sa o mente sapendo di mentire”

Dopo la repentina chiusura del centro di via Mattei, Asgi e altre realtà associative pongono pubblicamente sette domande al ministro dell’Interno. Ieri, inoltre, lavoratrici e lavoratori in presidio fuori dalla Città metropolitana per reclamare continuità occupazionale, ricevuta una delegazione.

14 Giugno 2019 - 11:55

Ieri le operatrici e gli operatori che lavoravano all’ex caserma Chiarini sono tornati a manifestare con un presidio in via Zamboni, durante il quale una delegazione è stata ricevuta in Città metropolitana: “Ieri posti letto, oggi posti di lavoro, la lotta continua”, si leggeva sullo striscione.

Durante la giornata, è inoltre tornata a intervenire l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), rivolgendo pubblicamente sette domande rivolge al ministro dell’Interno Matteo Salvini che il giorno precedente aveva parlato stigmatizzato le condizioni igieniche della struttura addebitandone la responsabilità ai lavoratori. Salvini “non sa le cose o mente sapendo di mentire”, afferma Asgi, chiedendo se sia possibile “che nessuno dei funzionari o dipendenti ministeriali si sia mai accorto delle condizioni di degrado ed insicurezza in cui versava la struttura”, che “nessun pubblico ufficiale abbia omesso di segnalare tutto al prefetto” o che “la Prefettura nulla sapesse e da tempo?”. E se il centro accoglienza bolognese era in condizioni di degrado ed insicurezza, “com’è stato possibile che lo Stato vi abbia continuato a svolgere attività istituzionali?”.

La quinta domande è: “Com’e’ possibile che lamenti l’assenza di programmi di integrazione nell’hub Mattei se il suo decreto sicurezza li ha abrogati definitivamente?”. L’associazione interroga poi l titolare del Viminale l’associazione su quale modello di strutture di accoglienza sceglierebbe tra “accoglienza diffusa che si integra alla comunità territoriale o i grandi centri che creano inevitabilmente contrasti con la comunità?”. Infine, conclude Asgi, “quali criteri sono stati utilizzati per individuare la struttura ove trasferire i richiedenti asilo?”, considerato che “nel giro di poche ore sono stati reperiti dalla stessa Prefettura decine di posti in Cas della regione Emilia-Romagna?”. Alle domande di Asgi si aggiungono le firme di diverse realtà associative, tra le quali Adl Cobas, Ya Basta, Usb, Antigone, associazione Bianca Guidetti Serra, centro Salute internazionale ed interculturale.