Acabnews Bologna

Hobo: “Chi di sospensione ferisce, di sospensione perisce”

Il collettivo dopo le proteste contro le misure disciplinari a uno studente : “Una importante giornata di conflitto e indicazione di lotta. Il nostro silenzio non l’avranno mai, la nostra rabbia sempre”.

24 Maggio 2017 - 10:28

Ieri mattina “il Senato accademico avrebbe voluto deliberare sulla sospensione di Loris, accusato di battersi contro i baroni della guerra. La misura è basata sul ‘codice etico’, che trasforma l’amministrazione universitaria in un tribunale feudale che agisce in modo completamente arbitrario”.

Così inizia il comunicato, a titolo “Chi di sospensione ferisce, di sospensio perisce” con cui Hobo ripercorre la giornata di ieri e commenta la decisione del Senato accademico: “Dopo il grande consenso della campagna#LibertàDiStudiare, questa mattina  (ieri,  ndr) alle 8,20 in tante e tanti abbiamo occupato il rettorato per impedire lo svolgimento del senato accademico, trasformando quella sala baronale in un’assemblea aperta contro le misure disciplinari e l’università della crisi. Dopo oltre due ore di occupazione, il Senato ha tentato di riconvocarsi alle 11 nel campus di via Belmeloro. Prontamente arrivati, davanti alla struttura abbiamo trovato celere e carabinieri in assetto antisommossa schierati per impedirci di entrare. Di fronte alla determinazione delle studentesse e degli studenti, i poliziotti hanno iniziato a colpire con scudi e manganelli, sotto gli occhi pavidi e complici dei vertici universitari. A questo punto il rettore Ubertini, rinchiuso nelle stanze del suo palazzo sotto scorta, ha riconvocato i senatori in un rettorato blindato in tutte le porte dagli agenti della Digos e dalle guardie private,con la celere pronta a intervenire ancora. Il senato è stato assediato dalla tarda mattinata fino a sera, con cori, interventi, uova e torce contro le finestre del potere. La Digos ha più volte tentato di intervenire per allontanare studentesse e studenti, ma inutilmente. Dopo aver offerto – con i nostri soldi, ovviamente – tigelle a tutti i senatori asserragliati in rettorato, Ubertini e la sua corte sono stati costretti a fuggire in un’altra sala, perché impossibilitati a continuare dalla pressione proveniente dal cortile”.

Prosegue il collettivo: “Solo a tarda sera, con il buio e di nascosto, il rettore fa passare la sospensione a Loris: due mesi, in modo simbolico, mentre puntava a una pena molto maggiore come già successo nel recente passato, purtroppo senza problemi (sotto i tre mesi non è infatti necessario passare per il senato accademico). Non sono quindi riusciti a ottenere quello che volevano, mentre per le studentesse e gli studenti che non accettano le politiche dell’Unibo è stata un’importante giornata di conflitto e indicazione di lotta. In ogni caso, noi parleremo di vittorie solo quando queste sanzioni saranno cancellate, il 36 riaperto dagli studenti, l’università della crisi messa in discussione. E ribadiamo che la responsabilità di tutto quello che è successo oggi, dalle misure disciplinari alla polizia ancora in università, è da attribuire al rettore Ubertini e alla sua corte dei miracoli”.

Promette infine Hobo: “Avevamo detto che avremmo trasformato ogni sanzione in un campo di battaglia. Noi diciamo quello che facciamo, facciamo quello che diciamo. Accettare in silenzio questi dispositivi è una prova di debolezza e remissività. Il nostro silenzio non l’avranno mai, la nostra rabbia sempre. Ed è solo l’inizio”.