Attualità

Grecia, “asilo accademico” sotto attacco

Gli atenei potrebbero non essere più zona franca per i rivoltosi. La nostra traduzione del dispaccio #153 diramato ieri sera da OccupiedLondon, uno dei blog che dà maggiore copertura ai fatti di questi giorni.

09 Dicembre 2009 - 11:16

> Pubblicato su OccupiedLondon martedì 8 alle 23:07

Il corteo contro la repressione convocato ad Atene è finito alcune ore fa. Chiamata dai gruppi dell’estrema sinistra (EEK, Network per i diritti sociali e politici e altri – scusateci se dimentichiamo qualcuno, segnalatecelo) la manifestazione è stata partecipata anche da molti anarchici. I poliziotti, per la seconda sera consecutiva erano provocatoriamente davanti al cortile degli edifici dell’Università di Atene in Panepistimiou Street, impedendo l’accesso dei dimostranti all’asilo accademico [negli edifici universitari è vietato l’ingresso della polizia, NdT]. Ciò, dopo il fittizio attacco “letale” contro il rettore dell’Università di Atene: [secondo le agenzie di stampa il rettore, Christos Kittas, 64 anni, ricoverato sabato nel reparto intensivo dell’Ospedale Ippocrate di Atene, avrebbe subito una commozione cerebrale non grave e, in seguito, un attacco cardiaco, in seguito a colpi infertigli sulla testa da alcuni facinorosi che volevano occupare il rettorato, NdT] come abbiamo già spiegato, due collaboratori di Occupied London hanno sono stati testimoni del momento in cui il rettore ha lasciato la zona, tenendosi la testa – ma senza alcuna traccia di sangue,  figurarsi del supposto “attacco di cuore” di cui avrebbe sofferto. E questo attacco “letale” è già stato usato come perfetto pretesto per un attacco a tutto tondo all’asilo accademico: rettori di altri atenei hanno apertamente annunciato la loro intenzione di riconsiderare l’asilo; già l’amministrazione della Scuola di Legge ha deciso di sgomberare a forza la radio studentesca ospitata nei suoi spazi e di vietare l’uso della facoltà per ogni intento “non-accademico”.

Intanto, la cauzione per i compagni rilasciati da Resalto [lo spazio anarchico dove hanno avuto luogo i rastrellamenti di venerdì scorso, NdT] è misurabile in decine di migliaia di euro (18-20.000) e c’è bisogno urgente di raccogliere fondi per il loro supporto.