Il secondo procedimento della Corte europea dei diritti umani conferma: la polizia torturò i manifestanti. Stato multato per circa un milione e mezzo di euro. Nuovo richiamo sulla mancanza di una legislazione adeguata.
Nuova sentenza della Corte europea dei diritti umani su quanto avvenne a Genova attorno alla mezzanotte del 21 luglio 2001, quando gli agenti del VII Nucleo antisommosa fecero irruzione nella scuola Diaz-Pertini occupata dai manifestanti contro il ventisettesimo summit dei leader dei paesi più industrializzati.
Secondo la Corte il trattamento subito dai 42 manifestanti ricorrenti rientra nella definizione di tortura, tenendo conto delle gravi sofferenze fisiche e psicologiche causate e della natura particolarmente crudele dello stesso, e per questo vìola l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani. Scrivono i giudici: “I ricorrenti sono stati al contempo vittime e testimoni dell’uso di forza incontrollata da parte della polizia, i cui ufficiali hanno sistematicamente picchiato ognuno degli occupanti dela scuola, compresi quelli sdraiati o seduti con le mani in alto, nonostante il fatto che non avessero commesso alcun atto di violenza o resistenza”. Per questo, lo Stato italiano dovrà riconoscere risarcimenti tra i 45.000 e i 55.000 euro a 29 delle persone che avanzarono ricorso a Strasburgo: altri 13 hanno si sono nel frattempo ritirati dal procedimento per aver raggiunto un accorto con il Viminale o per altri motivi. Altri complessivi 60.000 euro dovranno essere versati a rimborso delle spese giudiziarie: alla fine, l’esborso per le casse statali si aggirerà attorno al milione e mezzo di euro.
La decisione della Corte è avvenuta per analogia alla precedente sentenza dell’aprile 2015, a chiusura del procedimento avviato da un’altra vittima della Diaz: “Non c’è dunque motivo di differenziarsi dalle conclusioni di quel caso, compreso quanto riguarda le carenze del sistema legale italiano in quanto a sanzione della tortura”.
Complessivamente furono 93 le persone arrestate, 78 delle quali dovettero essere condotte in ospedale. Tutti sono stati successivamente assolti della accuse a loro carico.
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