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G7: di passerelle, elicotteri e abusi di polizia

Bologna ospita in questi giorni la riunione ministeriale su scienza e tecnologia. Dirige la ministra Bernini, benedicono Bonaccini e Lepore. Città blindata, ma diversi momenti di protesta in città. Extinction Rebellion: trattamento “degradante e ingiustificato” nei confronti di un’attivista portata in Questura. Usb: “Inaccettabile comportamento” delle forze dell’ordine verso un giovane precario e delegato.

11 Luglio 2024 - 14:56

Anche Bologna ha la sua quota di G7: in questi giorni la città ospita infatti la riunione ministeriale su scienza e tecnologia. Gran cerimoniera la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini di Fi, che ovviamente parla di “grande opportunità per il Paese e per l’Emilia-Romagna”. Una passerella di potenti in grande stile benedetta dal governatore uscente Stefano Bonaccini: “Ospitare un evento di livello mondiale è un orgoglio per tutta la comunità emiliano-romagnola”. Idem il sindaco Matteo Lepore: “Il G7 in corso in questi giorni nella nostra città sarà una importante occasione per presentare Bologna e la sua centralità sui temi dei big data e dell’intelligenza artificiale. Ringrazio tutte le istituzioni che stanno lavorando a questo obiettivo e la ministra Bernini per questa importante opportunità di confronto”. Per l’occasione, da giorni risulta blindata un’ampia area della città tutto intorno al Tecnopolo, sede principale del summit. Ogni giornata ha registrato l’impiego di oltre 500 uomini delle forze dell’ordine per ogni giornata, coordinato 24 ore su 24 dalla Questura, con l’utilizzo anche di elicotteri. Chiuso per l’occasione anche uno svincolo della Tangenziale.

Il dispiegamento di forze non ha però impedito diverse proteste. Martedì sera blitz di Extinction Rebellion a Palazzo D’Accursio: alcune/i attiviste hanno occupato una terrazza, altre/i si sono incatenate/i all’ingresso e in due si sono calati con corde e imbracature su una facciata del Comune insieme a un grande striscione con scritto “G7: la vostra tecnologia, il nostro collasso”. Una protesta attuata per “denunciare l’ipocrisia dei governi del G7 che per anni hanno denigrato la scienza e in questi giorni sono a Bologna per osannarla”. La stessa sera, sempre Extinction Rebellion ha anche preso parola sul palco della manifestazione “Sotto le stelle del cinema”. Poco più in là, negli stessi momenti, Reclaim the tech ha proiettato la scritta “G7 not welcome” sulla torre degli Asinelli, al grido di “rivendichiamo un tecnoogia che serva le persone e non le èlite”.

In seguito alla protesta di Extinction Rebellion in Comune, nel frattempo, ben 21 manifestanti erano state/i portate/i in Questura e poi denunciate. Il movimento ambientalista denuncia che ad una delle attiviste condotte in Questura è stato chiesto di “spogliarsi e di piegarsi sulle gambe, in un bagno fetido, con il pavimento ricoperto di sporcizia”. Un trattamento “degradante e ingiustificato”, ha scritto Extinction Rebellion in un comunicato: la ragazza, si legge, “ha dovuto togliersi le scarpe, i vestiti e la biancheria intima e piegarsi sotto gli occhi dell’agente che la stava perquisendo, e alle sue richieste di spiegazione è stato risposto che si tratta di una normale procedura a cui sono sottoposte tutte le persone in stato di fermo, nonostante nessuna delle altre 20 persone presenti abbia subito lo stesso trattamento”. Il supporto legale di Extinction Rebellion ha dichiarato in merito che “i nostri avvocati ci hanno confermato che perquisire una persona con queste modalità non è assolutamente una prassi, ma una procedura discrezionale, applicata sulla base di valutazioni puntuali”. Extinction Rebellion aggiunge che “di fronte alle ripetute richieste di spiegazione, gli ispettori di Polizia e gli agenti della Digos hanno giustificato l’accaduto come un errore, un fraintendimento, una prassi che avrebbero dovuto applicare a tutti ma che, per gentilezza, sarebbe stata applicata a una sola persona”. Da parte sua, la manifestante protagonista dell’episodio dichiara di “avere da subito preteso che l’accaduto fosse messo a verbale, ma il verbale che mi è stato presentato contiene delle falsità, dal momento che c’è scritto che mi sarebbe stato chiesto se volessi essere assistita da un avvocato o da una persona di fiducia durante la perquisizione e che io avrei risposto no”. Questo, insiste l’attivista, “è falso: quella domanda non mi è mai stata rivolta e io, certamente, avrei avuto piacere di essere assistita”. E questo, concludono da Extinction Rebellion, sarebbe “solo l’episodio più grave” tra quelli che si sono verificati a seguito della protesta di martedì. A Palazzo D’Accursio, si legge infatti nella nota, “gli agenti della Digos hanno minacciato di arresto chiunque tentasse di dialogare, un attivista è stato spintonato e sgambettato e gli è stato preso il telefono nel tentativo di cancellare i video con cui stava documentando l’accaduto”, e i 21 portati in Questura “sono stati posti in stato di fermo per oltre sette ore senza ricevere cibo e acqua, come invece previsto dalla legge”.

Ma si segnala anche un “inaccettabile comportamento della Questura nei confronti di delegato sindacale Usb”, come riferisce il sindacato di base in un comunicato: “A Bologna soffia forte il vento della repressione e delle intimidazioni del governo Meloni che martedì sera si è abbattuto contro un giovane lavoratore precario. Nella tarda serata di martedì 9 luglio, mentre la cena dei ministri del G7, dedicato a scienza e tecnologia, era già terminata, quattro lavoratori, addetti allo smontaggio dell’allestimento logistico dell’evento, vengono fermati per un controllo a pochi passi dal cantiere. Le operazioni di controllo si svolgono in maniera spettacolare impegnando sia agenti della guardia di finanza, sia agenti di polizia di stato che agenti della Digos. Fanno seguito: perquisizione del mezzo, identificazione e perquisizione dei quattro lavoratori. Due di questi vengono rilasciati dopo poco e possono iniziare il turno di lavoro, gli altri due vengono portati in Questura per ulteriori accertamenti. Uno dei due, un nostro compagno lavoratore di appena vent’anni viene condotto con motivazioni del tutto pretestuose in Questura per ulteriori accertamenti. La necessità di questi ‘accertamenti’ sarebbe da ricondurre alla sua partecipazione a iniziative sindacali come i presidi antisfratto. In questa sede gli viene prontamente impedito di avvisare una persona di fiducia della sua situazione e sequestrato il telefono, allo stesso modo gli viene negato di contattare un avvocato. Una volta in Questura viene sottoposto a ulteriore perquisizione corporale, senza fornire alcuna motivazione viene tenuto ore in attesa di ulteriori accertamenti non meglio specificati. La sua permanenza in Questura diviene occasione per scattargli foto segnaletiche e per raccogliere le impronte digitali e ‘repertare’ i suoi tatuaggi. Dopo diverse ore, approfittando della sua presenza in Questura gli viene notificato un avviso di inizio indagine riferito a una mobilitazione sindacale di diversi mesi fa, solo a questo punto gli viene concesso di avvisare almeno la famiglia del fatto che non sarebbe rientrato a casa. Passeranno altre ore senza nulla sapere del perché venga trattenuto. Viene rilasciato non prima di dover firmare un verbale nel quale dichiarava di aver rinunciato di sua volontà a contattare un legale o una persona di fiducia che lo assistesse. È spaventoso e inaccettabile che un giovanissimo lavoratore, con un contratto ultra precario, venga preso di mira, intimidito e privato della libertà per ore, solo ed esclusivamente per le sue convinzioni politiche e il suo attivismo sindacale, che gli venga impedito di svolgere il suo turno di lavoro in maniera regolare esponendolo volutamente a ripercussioni da parte del datore di lavoro e criminalizzandolo ingiustificatamente”.