Parla uno dei migranti che dal dormitorio sociale all’ex caserma Masini è andato nelle Marche a spalare i metri di neve caduti in queste settimane.
Cheichk ha 23 anni. Racconta la sua storia, che parte dal lavoro di elettricista in Senegal, prosegue con la fuga dal paese “per motivi politici” fino allo sbarco in Sicilia, alla permanenza prima all’hub di via Mattei poi in altri centri di accoglienza, e alla strada. Il riscatto è iniziato con il dormitorio sociale Accoglienza Degna, ci vive da tre mesi e ora frequenta la scuola di italiano e un corso di informatica. Insieme ad altri tre ospiti del dormitorio e ai volontari di Làbas, è partito negli scorsi giorni per andare a dare una mano nelle zone del Centro Italia colpite da sisma e gelo, sotto il coordinamento delle Brigate di solidarietà attiva.
“Sono contento di poter aiutare”, dice. Con gli altri è stato a Montefortino, paese sui Monti Sibillini al confine tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, “per liberare un allevamento di pecore rimasto sotto la neve”, e poi a Comunanza, nell’ascolitano, “per sgombrare dalla neve l’accesso alla casa di una signora anziana che da una settimana era completamente isolata”.
“Noi abbiamo chiesto chi aveva voglia di partire e loro sono stati entusiasti- racconta un ragazzo di Làbas – si sono divertiti, come noi. È stata una bella esperienza”. Quando torneranno a Bologna troveranno ancora un letto su cui dormire: “L’accoglienza non ha una scadenza – assicura un’attivista del dormitorio – ma diamo loro il tempo necessario per trovare un lavoro, riuscire a pagare un affitto. Il nostro obiettivo è aiutarli a diventare autonomi”.