Attualità

Francia / Bouna e Zyed, si riapre il processo ai poliziotti

Il 31 ottobre 2012 la Corte di Cassazione francese ha accolto il ricorso delle famiglie, annullando la sentenza di assoluzione per i due poliziotti sotto processo per la morte dei due giovani.

02 Novembre 2012 - 15:56

E’ quasi un fulmine a ciel sereno. La sentenza della Corte di Cassazione di ieri riapre inaspettatamente la vicenda processuale legata alla morte dei due giovanissimi di Clichy-sous-Bois. La formula con la quale i poliziotti indagati sono stati prosciolti da ogni accusa – il “non luogo a procedere” – era arrivata il 10 Settembre 2010, a cinque anni da quei drammatici fatti.

Dure polemiche avevano accompagnato l’iter processuale, in particolare riguardo la decisione iniziale di affidare le indagini sugli agenti allo stesso corpo al quale appartenevano, e proseguite mettendo in dubbio l’effettiva “mancanza di prove” risultante.

Immediatamente dopo la sentenza favorevole ai poliziotti, familiari, attivisti per i diritti civili e sostenitori avevano lanciato una campagna pubblica, tramite una petizione, per diffondere l’informazione, raccogliere il risentimento di massa contro la dignità delle persone provocato dalle c.d. “bavures policières” (“sbavature” della Polizia) e per sostenere il ricorso all’alta Corte contro quello che appariva loro un segno chiaro dell’impunità della Polizia.

La sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato il “non luogo a procedere”, obbligando di fatto a ricominciare il processo da capo, conferma, o quanto meno legittima la lotta portata avanti in questi anni dalle reti per la giustizia sociale, i diritti civili e contro lo strapotere poliziesco in materia di controlli spesso condito da discriminazioni razziali e sociali.