Migliaia di lavoratori sans papiers e solidali hanno marciato sabato nel centro della capitale francese, chiedendo la soppressione del Ministero dell’Identità Nazionale. Il report e il punto su un movimento che non accenna a fermarsi.
dal nostro corrispondente a Parigi
Migliaia di sans-papiers e solidali (7000 secondo gli organizzatori) sono scesi in strada sabato 27 Febbraio, percorrendo il centro turistico della città e terminando la loro marcia in prossimità del Ministero dell’Immigrazione e dell’Identità Nazionale.
Parole d’ordine molto decise e precise, nei loro intenti: attraverso un grande striscione che apriva il corteo, numerosi collettivi e realtà di sans-papiers chiedono l’abolizione immediata del Ministero dell’Identità Nazionale e respingono nell’ombra e nel silenzio il tentativo di dibattito sull’Identità Nazionale francese, lanciato qualche mese addietro dal Ministro Besson.
Numerosi anche i militanti e gli esponenti di quasi tutti i partiti della “gauche”: 85 sigle aderenti, dal NPA, ai Verdi, passando per il Front de Gauche e il PCF, tutta l’area politica a sinistra del Partito Socialista era in piazza per sottolineare le rivendicazioni del movimento: “La soppressione del Ministero dell’Identità Nazionale è una priorità perchè credo che questo Ministero nonchè il Ministro Besson facciano del male al Paese; l’azione di questa istituzione, e in particolare il dibattito sull’Identità Nazionale, fortunatamente rivelatosi un enorme flop, partecipano alla creazione di un clima penoso nel nostro Paese, con l’obiettivo di nascondere i temi reali, come quello della crisi economica e delle condizioni in cui vive la gente” – riassume così Cécile Duflot, di Europe Ecologie.
A pochi giorni dalle elezioni regionali che si terranno in quasi tutta la Francia, questa manifestazione vuole contribuire a riaprire e ad affrontare direttamente anche la questione coloniale, per troppo tempo dimenticata. Una rimozione collettiva che ha segnato profondamente la Storia dell’Esagono, condizionando le politiche e gli approcci all’immigrazione e generando solo nuova discriminazione.
Il secondo striscione di apertura recitava infatti: “Uscire dal colonialismo” e, spiega, Patrick Farbiaz, del comitato organizzatore della Settimana Anticoloniale, appena conclusa “ciò significa affrontare finalmente il problema della discriminazione. Proviamo pensare al modo in cui sono oggi trattati i giovani “nati dall’immigrazione” e i sans-papiers”.
IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI SANS-PAPIERS
Questa manifestazione s’inserisce nella rinnovata forza di mobilitazione del movimento dei sans-papiers, che da circa un anno e mezzo riesce di nuovo a promuovere decine e decine di scioperi, occupazioni di edifici (vedi oltre nell’articolo), manifestazioni per la regolarizzazione di tutti i sans-papiers.
Nei mesi precedenti, a Parigi, le lotte dei lavoratori sans-papiers hanno avuto molta risonanza, in particolare l’ultimo sciopero lanciato dai lavoratori sans-papiers organizzati dalla CGT (sindacato vicino al PCF) in una ditta di pulizie a Kremlin-Blicetre (nel dipartimento di Val de Marne, prima periferia sud parigina), durato tre mesi senza interruzioni e che ha interessato centinaia di lavoratori senza permesso di soggiorno che richiedevano la propria regolarizzazione. I numeri parlano di circa 300 lavoratori, su un totale di circa 1200 operai impiegati dalla ditta.
Ma anche in altri settori come l’edilizia, la ristorazione, la confezione, l’agricoltura, i servizi alla persona e, infine, gli interinali “precari&flessibili”, la presenza massiccia di sans-papiers si è fatta sentire attraverso decine di scioperi dislocati nei luoghi e nelle zone più disparate di Parigi: per citarne alcuni, si ricorda il “picchettaggio” a Novembre, con tanto di tende piantate sul marciapiede, effettuato dai lavoratori di un hotel nelle vicinanze di Porte de Clignancourt, estremo nord della cintura cittadina.
Infine, il lancio della campagna, questo autunno, “Lavoriamo qui!Viviamo qui!Restiamo qui!” (“On bosse ici!On vit ici!On reste ici!”) che ha “contato” e raggruppato i circa 6000 lavoratori “sans-papiers” della capitale e che ha portato anche alla realizzazione di un docu-film di sostegno da parte del “Collettivo di cineasti per i sans-papiers”.
d.g.
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“On bosse ici! On vit ici! On reste ici!” – Collettivo Cineasti per i Sans Papiers
IL MINISTERO DELLA REGOLARIZZAZIONE GLOBALE DI TUTTI I SANS PAPIERS
Occupato nell’Ottobre 2009, questo palazzo situato in zona Porte de Clignancourt (nord di Parigi, “dentro mura”, come si direbbe a Bologna) è diventato col tempo il centro di coordinamento di moltissime realtà migranti, più o meno autorganizzate: i Collettivi Sans Papiers del Centro città (75, prefisso postale di Parigi), del 92° e 93° dipartimento (rispettivamente Hauts de Seine e Seine-St.Denis), diversi collettività su base etnica (come il collettivo marxista-leninista dei Turchi-Kurdi e l’Associazione dei lavoratori maghrebini di Francia), sostenuti dagli organi di settore delle organizzazioni sindacali dalla CGT, alla CNT al sindacato di base SUD.
Questa realtà molto eterogenea e molto vasta ha portato avanti in questi mesi la battaglia contro il pacchetto di leggi che va sotto il nome di CESEDA (Code de l’entrée et du séjour des étrangers et du droit d’asile), promulgato nel 2004 dalla Destra durante il Governo De Villepin e per la regolarizzazione “globale”.
Un movimento che non accenna a placarsi: dopo aver organizzato decine di azioni e presidi in tutto il territorio dell’Ile de France (Regione parigina), manifestazioni regionali e nazionali, si prepara nuovamente ad ospitare nella capitale l’ennesima manifestazione nazionale per la regolarizzazione, promossa per il 6 marzo.
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