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Forza Nuova attacca la Libreria delle donne, femministe: “Ci rivediamo per strada l’11 aprile!”

Gli attestati di solidarietà dopo i volantini attaccati dall’associazione Evita Peron per contestare un incontro sull’identità di genere nei libri per l’infanzia. La Regione, intanto, la prossima settimana ospiterà un convegno degli “anti-gender”, Nudm annuncia mobilitazione.

06 Aprile 2019 - 09:11

L’associazione Evita Peron, “costola femminile di Forza Nuova, già autrice di blitz notturni ai centri antiviolenza di Bologna, Parma e Modena, e prima ancora di Ravenna, mercoledì sera ha tentato un ‘attacco’ anche alla Libreria delle Donne di Bologna, affiggendo messaggi minatori alla serranda della libreria. L’azione, è stata subito neutralizzata da un* passante che ha staccato i volantini di Forza Nuova lasciando un messaggio antifascista. La reazione scomposta alla marea femminista che il 30 marzo, in occasione delle tre giornate di Verona Città Transfemminista organizzate da Non Una Di Meno, ha riempito le strade di Verona, non si è fatta attendere nemmeno a Bologna. L’obiettivo, successivamente rivendicato sui social, era l’evento Identità di genere nei libri per l’infanzia, promossa dal progetto ‘Raising my rainbow'”.  A raccontare quanto accaduto sulle serrande della storica libreria di via S.Felice è Non Una Di Meno Bologna, che sottolinea, parlando della sezione femminile di Forza Nuova, come a fondamento delle loro iniziative vi sia “un’intolleranza violenta, legittimata dalle istituzioni, a molti livelli, come dimostra l’incontro che verrà ospitato a Bologna giovedì prossimo, 11 aprile, presso la sala polivalente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna: un ‘convegno’, intitolato ‘Sì alle leggi per la famiglia. No alla legge sulla omotransnegatività’, che darà ancora una volta spazio e voce a diversi neofondamentalisiti intervenuti allo scorso WCF. Non si tratta di un’iniziativa ‘democraticamente’ innocua, anzi, il disegno politico che la sottende è repressivo, razzista e aggressivo: lo dimostrano gli atti intimidatori che la precedono, così come le proposte omolesbotransfobiche che da lì verranno fatte. Per questo non intendiamo affatto essere ‘accoglienti’ o ‘dialogare’, come ha suggerito invece a mezzo stampa il sindaco di Bologna”. Ad ogni modo, aggiunge la rete transfemminista, “quello che ci preoccupa non sono quattro volantini deliranti, bensì i forti legami che, come abbiamo visto a Verona, intercorrono tra il governo, i partiti di estrema destra e i gruppi ultracattolici presenti al Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF). Azioni come queste sono la prevedibile conseguenza del clima d’odio orchestrato e agito in quell’occasione e ormai diffuso. Gli attacchi ripetuti all’autodeterminazione di donne, lesbiche, gay, persone trans e intersex, di qualsiasi età, si sommano e si riflettono nella violenza razzista, istituzionale e sociale. Non basta appendere bandiere rainbow alle finestre del Comune, nessuno spazio deve essere concesso alla violenza dei neofondamentalismi e dei fascismi”. Per questo “Non Una Di Meno lotta quotidianamente nelle case e nelle strade di tutto il mondo per un futuro femminista, che non lasci nessun* indietro. Risponderemo come sempre a queste derive e a questi attacchi: con migliaia di voci, irriducibili alle norme di genere, arrabbiate e vitali, contro la reazione familista e fascista. Gli spazi femministi non si toccano, non si toccano le nostre vite, le nostre scelte. Organizziamo collettivamente la rabbia, sempre e ancora una volta, trasformandola in potenza gioiosa come a Verona. Per ogni attacco ricevuto saremo mille in più e #nonunadimeno. Ci rivediamo per strada l’11 aprile: stay tuned!”.

La solidarietà alla Libreria delle Donne arriva anche dal collettivo Mujeres Libres Bologna, che parla di una “pioggia di merda” che “non conosce siccità”. Per le attiviste, i cosiddetti “camerati di Forza Nuova, autodefinitisi patrioti valorosi, ritengono utile spendersi con un’azione contro una libreria che fra le tantissime iniziative decide di occuparsi di un aspetto fondamentale dell’infanzia: la costruzione del genere. L’obiettivo, però, da quello che viene farneticato, sono anche i libri e tutte le persone che da questi sanno trarre insegnamento, adulte o meno adulte. Due ave maria, un segno della croce, un bacio al calendario del duce e via: camicia bianca e passamontagna per andare ad attaccare cartelli alla saracinesca della libreria. Dopo questo attacco vincente che chissà se cambierà le sorti dell’umanità e debellerà la parola gender dalla tv, il camerata torna a casa, con la canottiera tricolore sudata. A rivendicarsi questa azione è stata però anche l’associazione Evita Peron, dipartimento femminile del partito neofascista, che da tempo monitoriamo nella loro azione antifemminista: fasciste che rivendicano con forza l’associazione biunivoca donna/madre e donna/moglie, che rivendicano con forza la subalternità rispetto all’uomo vero militante, che fanno un gran vociare contro il gender, a partire da una sempre sbandierata innocenza dei bambini (subito dimenticata quando si sceglie come saggio finale della colonia estiva il canto corale di ‘Nostri canti assassini’ di Massimo Morsello dei NAR, per fare solo un piccolo esempio). Nella loro rigidità di ragionamento hanno però capito bene che i libri sono, per fortuna, pericolosi e che le buone letture saranno complici dello smascheramento e poi eliminazione delle loro idee d’odio”.

“Nel frattempo – continua il collettivo femminista – sempre a Bologna, viene organizzato il congresso ‘Sì alle leggi per la famiglia. No alla legge sulla omotransnegatività’, che si svolgerà il prossimo 11 aprile nella sala Guido Fanti all’interno della sede della regione Emilia Romagna. Secondo Virginio Merola l’organizzazione di questo evento, apertamente contrario alla proposta di legge regionale contro l’omotransfobia, è dimostrazione del fatto che Bologna è una città ‘disposta ad accogliere tutti’. E quindi persino Jacopo Coghe, vicepresidente del congresso di Verona, o i rappresentanti di Generazione Famiglia, Citizen Go e le altre personalità presenti al World Family Congress, da cui lo stesso sindaco si era dissociato, esponendo in quei giorni la bandiera arcobaleno fuori dal Comune. Ma una bandiera non è sufficiente, non lo è soprattutto se con questa facilità viene considerato ‘neutro’ lasciare ulteriore spazio ad organizzazioni e personalità che promuovono intolleranza, che negano diritti fondamentali alle donne e alle soggettività Lgbtq+. E’ inaccettabile che un convegno simile venga svolto all’interno di un luogo pubblico, con la scusa dell’ascolto democratico di tutte le opinioni, che di democratico non hanno proprio nulla, e che invece propongono un’idea di società patriarcale e oscurantista. In questo momento storico che vede il risorgere di movimenti reazionari in tutta Europa, che mette sempre più a rischio il cammino verso nuovi diritti volendo recidere quelli duramente conquistati, è il momento di prendere una posizione chiara. La regione Emilia Romagna deve ritirare la possibilità di utilizzare la sala per un incontro, che, ancora una volta, vuole riproporre un’idea di società ancorata alla famiglia etero-patriarcale. Non c’è dialogo alcuno con chi cerca di ingabbiarci in una società che opprime e discrimina. Noi siamo dalla parte dei libri, delle amiche e compagne della libreria delle donne, dei bimb* e dei genitori curios*, di tutt* coloro che ogni giorno costruiscono un mondo senza oppressioni. Con ancora Verona nel cuore: l’unico femminismo che lotta è quello antifascista!”.

Anche Cobas Bologna interviene sull’azione dei neofascisti, ricordando che “purtroppo in primavera non spuntano solo fiori! Il gravissimo attacco di ieri (mercoledì sera, ndr) alla Libreria dele Donne di Bologna ci indigna ma, purtroppo, non ci sorprende: è da tempo, infatti, che il fascismo, sempre rimasto attivo nella nostra cultura e nella politica, ha rialzato la testa, evidentemente sostenuto dalle istituzioni che fanno da sponda. A pochi giorni dal congresso di Verona (a cui i media hanno dato molto più risalto di quanto non ne abbiano dato alla grande manifestazione internazionale transfemminista che vi si è opposta), i fascisti attaccano una libreria femminista evocando roghi di libri di triste memoria. Ciò avviene in una città medaglia d’oro della Resistenza in cui, senza alcuna vergogna, la Regione concede una sala agli stessi figuri animatori del XIII World Congress of Families di Verona. Ci chiediamo: con quale coerenza si sventola l’ antifascismo in piazza e contemporaneamente si concede spazio nelle istituzioni a chi porta avanti queste idee che altro non sono se non di stampo fascista? Con quale coerenza non si prende una posizioni chiara sulla scuola, direttamente messa sotto attacco dai cartelli minacciosi dei fascisti? Perché non si prende una posizione chiara sul sessismo, sul razzismo, in una parola sul fascismo che si sta facendo sempre più prepotentemente strada fra silenzi e connivenze? Noi questa presa di posizione la pretendiamo e la assumiamo in modo chiaro: l’antifascismo è fondamento della nostra cultura e delle nostre esistenze e costituisce una linea di demarcazione che per nessun motivo può essere oltrepassata. Siamo solidali con la Libreria delle donne, saremo numeros@ a presidiare con i nostri corpi e la nostra intelligenza ogni luogo, ogni spazio. No pasaran!”.

Il collettivo Hobo, nell’esprimere solidarietà alla libreria, ricorda come le “italianissime donne” di Forza Nuova, “con il loro comunicato di rivendicazione, di fatto rivendicano non solo la naturalità della subalternità femminile e il controllo patriarcale sul corpo delle donne, ma legittimano insieme all’omofobia la discriminazione e la violenza di genere: quella esercitata soprattutto da italianissimi uomini all’interno delle mura domestiche, quella che anche attraverso le più nascoste forme di molestia aggrava le condizioni di sfruttamento sui posti di lavoro . Queste forme di violenta oppressione infatti non sono altro che una conseguenza, questa sì naturale, della normatività dei ruoli di genere che le cattofasciste e i loro camerati vogliono difendere. Ancora una volta i fascisti e le fasciste dimostrano ciò che sono: serv# del potere e dei padroni. Non ci scandalizza affatto la minaccia del falò di libri annunciata nel loro comunicato perché non proviamo nessuna sacralità per la cultura. Per noi è solo un altro campo di battaglia politica: d’altronde siamo quell# che i libri di Salvini li hanno ridotti in coriandoli. A Verona solo pochi giorni fa eravamo in piazza insieme ad altre decine di migliaia di persone. Quella marea vi spazzerà dalla storia. Ancora tutta la nostra solidarietà alla Libreria delle donne!

Infine, il Nodo Sociale Antifascista, denuncia un contesto nel quale “i neonazisti si sentono ben protetti”, mentre “in giro per l’Italia aumentano ovunque provocazioni, intimidazioni e violenze con il beneplacito di questure e amministrazioni locali”, questa situazione si verifichi “anche a Bologna, dove giovedì 11 aprile si terrà un convegno dell’estrema destra contro il progetto di legge regionale sull’omotransfobia”. Prosegue il collettivo: “È da anni che le istituzioni reprimono solo e sempre l’antagonismo sociale e si voltano dall’altra parte quando si tratta di razzisti, omofobi, neofascisti o di mafie. Ora e sempre resistenza!”.