Eseguite sei misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta per il passante fiorentino dell’Alta Velocità. Coinvolta l’ex governatrice Pd dell’Umbria e noti imprenditori.
La chiusura dell’indagine ha portato all’arresto di tecnici e dirigenti di alcune società implicate nella realizzazione dello snodo fiorentino dell’Alta Velocità. Tra questi, l’ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti (Pd). I reati ipotizzati vanno dalla corruzione all’abuso di ufficio, all’associazione a delinquere. In tutto 6 persone, dirigenti e tecnici delle società Italferr (di cui Lorenzetti era diventata presidente dopo la fine dell’incarico in Regione), Nodavia e Seli. Tra loro anche il geologo Valter Bellomo, membro della commisione V.I.A. del Ministero dell’Ambiente per il Terzo Valico. Dalla corposa inchiesta (500 pagine), è emerso un sistema atto a favorire alcune società impegnate nella realizzazione dell’opera, in cambio di commesse per il marito dell’ex presidente umbra. Secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato pericolo di reiterazione del reato e per questo sono scattati gli arresti domiciliari.
Il gennaio scorso la Procura di Firenze aveva proceduto a perquisizioni ed sequestri nei cantieri, indagando 31 persone tra amministratori pubblici e dirigenti delle società. Il sequestro più illustre la “talpa” utilizzata per le escavazioni nella città di Firenze, denominata “Monna Lisa”.