Senza commemorazione pubblica, in molti hanno voluto comunque passare in via Mascarella. In rete post di ricordo e iniziative in streaming. Centrodoc Lorusso-Giuliani: “Scelta sofferta ma giusta”. Cua: “Memoria di Francesco ci ha sempre spinto in avanti per continuare a lottare”. Noi Restiamo: “Quei giorni segnarono la vita di migliaia di ragazzi”.
“Non dare per la mattina dell’11 marzo un appuntamento collettivo in via Mascarella, davanti alla lapide che ricorda l’assassinio di Francesco Lorusso, è una cosa sofferta che ci pesa come un enorme macigno”, una “scelta che, pur essendo forzata, è anche giusta”. Lo ha scritto il Centro di documentazione dei movimenti Francesco Lorusso – Carlo Giuliani, che ha sede a Vag61, da dove invista del 44° anniversario dell’uccisione di Francesco ha trasmesso in diretta nella serata ieri un incontro online.
Stamattina non ha avuto luogo la commemorazione pubblica in via Mascarella, appuntamento fisso fin dal 1978. Ma molte persone, singolarmente, sono passate a lasciare un saluto, un pensiero un fiore.
(l’articolo prosegue sotto le foto)
Prosegue il Centro di documentazione: “Ci sembrano molto adatte e attuali, per questo maledetto periodo, alcuni passaggi dell’appello del coordinamento bolognese dei gruppi teatrali di base lanciato nelle giornate del 1977: ‘C’è molta incertezza in giro. Pensando che la voglia e il bisogno di incontrarsi su cose nostre, nella nostra pratica quotidiana di miseria e di ricchezza, da una parte sarà deviata negli slogan dei lucidi eroi sicuri di sé, dall’altra sarà incorniciata come connotato tipico del “diverso autonomo” che viene colto, per la prima volta nell’intimità del ghetto, in cerca di affetto e corpi caldi… Siamo in tanti, con tutta la nostra rabbia, ma anche con la stanchezza di usare la propria energia solo per sopravvivere. E’ importante che si determinino diverse possibilità di uso di spazi e di situazioni per praticare terreni finora solo immaginati… Insieme teatranti, burattinai, musici, clown, giocolieri, animatori, cineasti e danzatori… un grande gruppo di lavoro su argomenti di vita e di morte che ognuno porterà'”.
Hanno deposto una corona di fiori anche gli attivisti del Laboratorio Crash e gli studenti del Cua. Scrivono i secondi: “Quarantaquattro anni dall’uccisione di Francesco Lorusso, da quei momenti in cui il movimento studentesco urlava forte la propria rabbia, e le eco delle lotte di quegli anni non hanno mai smesso di riecheggiare in ogni dove, in ogni angolo di Bologna, della zona universitaria. Sui muri, durante le iniziative, nelle occupazioni, nei cortei, nelle voci, nelle risate, negli sguardi complici de* compagn* e soprattutto nei cuori la memoria di Francesco ci ha sempre mosso, sempre spinto in avanti per continuare a lottare. Stamattina eravamo lì, in Via Mascarella, laddove il vile assassinio di un compagno ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, una ferita ancora aperta, a portare i fiori di un ideale che non muore e non morirà, perchè chi ha compagn* non muore mai”.
I due collettivi rilanciano un evento online organizzato dall’Archivio via Avesella e in corso al momento di pubblicare questo articolo: “Quarantaquattro anni sono passati dalla morte di Francesco Lorusso, studente di medicina e militante di lotta continua, ucciso dalla ferocia e dalle infami pallottole dei carabinieri di Cossiga. Attraversiamo questa giornata con la rabbia per un compagno ucciso e con la consapevolezza e la responsabilità che solo la memoria storica di parte, conflittuale, situata possa restituire dignità e coraggio ai protagonisti della nostra Storia”.
L’Archivio pubblica poi sui social le fotografie “del supplemento al giornale di Lotta Continua del 2 marzo 1978 dal titolo ‘parliamo di Francesco’ a cura dei compagni e delle compagne di Lotta continua che nel 1978 si riunivano nella sede del nostro archivio,via avesella 5/b attualmente 5/a”. Parole e immagini per Francesco sono state pubblicate inoltre sui profili di Vag61 e Làbas.
Questo il contributo di Noi Restiamo: “Esattamente quarantaquattro anni fa Bologna veniva agitata da una fortissima mobilitazione giovanile. Quei giovani scendevano in piazza per rompere con il compromesso storico e lanciarsi nel tentativo di assaltare il cielo, di fare la rivoluzione. Senza commemorazione pubblica, in molti hanno voluto comunque passare in via Mascarella. In rete post di ricordo e iniziative in streaming. Centrodoc Lorusso-Giuliani: “Scelta sofferta ma giusta”. Archivio via Avesella: “Memoria di parte restituisce dignità ai protagonisti swll nostra storia”. Noi Restiamo: “Quei giorni segnarono la vita di migliaia di ragazzi”., in tutta Italia. Migliaia di ragazzi e ragazze chiedevano un cambiamento radicale di fronte ad una realtà che allora stava modificandosi drasticamente: il fordismo, l’operaio-massa stavano già pian piano scomparendo; l’eroina aveva iniziato il suo percorso tra le fila del movimento, stroncando le vita di militanti e di migliaia di ragazzi. Il PCI già da tempo aveva preso la piega del riformismo e del compromesso con l’Europa, la Nato e il capitalismo. Fu così che i giovani scesero in piazza rivendicando un futuro radicalmente diverso, lottando contro quello stesso PC che aveva tradito e che voleva fare l’alleanza di governo con la peggior amica dei fascisti, con il partito dei padroni, la Democrazia Cristiana. Per questo, quella mattina dell’11 marzo, si ritrovarono a contestare un meeting di Comunione e Liberazione in Via Irnerio. In breve tempo migliaia di studenti arrivarono per solidarizzare con la contestazione. Da qui iniziarono gli scontri con la polizia e una decisa risposta degli studenti che non erano di certo là per farsi intimidire. Ad un certo punto, un carabiniere, esplose diversi colpi ad altezza d’uomo, proprio in direzione dei manifestanti: alcuni di questi colpirono Francesco Lorusso, altri il muro. Francesco morì qualche minuto dopo, lì a terra. Ecco quello che succedeva nelle città rosse, quelle a guida di un PCI che ormai aveva imboccato la strada del rifiuto della rivoluzione, del compromesso. Nei giorni successivi, dunque, tutta Bologna fu scossa da manifestazioni e proteste. Anche questa volta, anche dopo la morte di un giovanissimo compagno, il PCI rispose con mezzi corazzati e polizia armata per le strade. Lorusso ci parla di una scelta che allora era di rottura, di una scelta per una rivoluzione che allora sembrava vicinissima e necessaria. Ci parla della sinistra che ha tradito gli interessi delle classi subalterne e si è schierata con l’imperialismo e con i padroni. Anche oggi la repressione è stretta e si fa sentire, agendo preventivamente per stroncare qualsiasi tentativo di costruire un alternativa a quest mondo di barbarie. Siamo convinti che qualunque miglioramento possibile per la nostra generazione possa partire solo da un processo di rottura completa con lo stato di cose presenti, una rottura completa con l’Unione Europea, con la sinistra che ormai è diretto rappresentante dell’industria e della finanza europee, e che governa questa città, questa regione e che appoggia il governo Draghi. Sappiamo che solo organizzandoci potremo rispondere insieme alla lotta di classe dall’alto che stiamo vivendo. Manteniamo vivo il ricordo di Francesco”.