Acabnews Bologna

Figlie Femmine: “Ci stanno togliendo tempo, riprendiamoci gli spazi!”

Un comunicato di solidarietà per gli sgomberi e le denunce contro Bartleby. E a seguire una storia di questi giorni: “Se Lola corre (più veloce degli sgomberi)”.

31 Gennaio 2013 - 16:31

Solidarietà e complicità con gli spazi sotto sgombero
e i denunciati del 23 e 27 gennaio

In questa città ormai tutto quello che non è monetizzabile e commerciabile è diventato illegale. La coincidenza tra esistenza, capitale e legge sta raggiungendo il suo apice. Dalle necessità biologiche a quelle meno materiali, tutto quello che la legge e il soldo non riescono a inglobare è diventato sbagliato, criminale, vezzo da “figli di papà” che dovrebbero invece “andare a lavurà”. Chiamarci oziose, pigre e lavative sarebbe un complimento se descrivesse la realtà, quel che invece detta i tempi delle nostre giornate sono professioni precarie, svariati titoli di studio, lavori di cura e affettività che, come per tutti, portano via tanto tempo, ore passate a fare politica agendo e praticando ecologia, antirazzismo, antisessismo. Il ritornello del “ma và a lavurà” di cui si è appropriata anche la sinistra perbenista per denigrare le nostre vite precarie e la nostra ricerca di spazi di resistenza alla crisi economica e culturale attuale, ha in sé un tale concentrato di menzogne e ipocrisie da far rivoltare lo stomaco.

Un tempo questa città era ricca di luoghi liberati, spazi dove ascoltare musica, accedere a una cucina popolare e biologica, visitare mostre e assistere a dibattiti e presentazione di libri poco aveva a che fare con il pagamento di un biglietto, di una legge sul copyright, poco aveva a che fare con la cessione totale e intera dell’esistenza alle esigenze di consumo e produttività dettate dal capitale. Il motto “Vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose” ci ricorda che l’esistenza di tutte e tutti può essere immaginata e agita diversamente dall’idea che tutto quello che non è normato dalla legge, non è reso economicamente “produttivo” sia illegale o criminale. Abbiamo studiato quel che ci avete chiesto, imparato tutte le lingue che ci avete domandato; siamo antirazziste e antisessiste nonostante le schifezze che i vostri media ci hanno propinato, faremo dei lavori dequalificanti per arrivare a fine mese e l’unica possibilità per resistere e raccogliere energie sta nel creare e rendere agibili degli spazi che ci facciano stare bene, che rendano quei rari momenti in cui non dobbiamo guadagnarci il pane (o pensare a come farlo), gioiosi, intensi, emozionanti, “culturali”, vivi. Sappiamo che voi vorreste che questi spazi fossero le quattro mura domestiche che nulla fanno trapelare all’esterno (conosciamo bene la violenza che spesso è celata dietro la facciata della famiglia felice ed eteronormata); sappiamo che ci vorreste vedere trascorrere il tempo libero dal lavoro facendo shopping o rincoglionendoci davanti al computer fingendo di non avere un corpo che ha bisogno di incontrare altri corpi per vivere, ma non è così che andranno le cose.

Normare e monetizzare tutto non è un’azione inevitabile, la legge non è una macchina neutra che automaticamente è tenuta a perseguire tutto quello non ha saputo acchiappare, tutto ciò che le maglie del suo linguaggio nemmeno riescono a descrivere o a riconoscere. Le scelte di un’amministrazione, di un rettore, di una questura o di un parlamento e del capitale non sono l’automatica e “tecnica” azione che segue il principio “la legge è uguale per tutti”, ma sono l’effetto di una precisa volontà di renderci sole, mute e produttive.

Noi agiremo per liberare spazi e tempi, per riempirli materialmente di tutto quello che le varie sinistre si sono vantate di voler raggiungere ma dove hanno sempre fallito: anti-razzismo, anti-sessismo, pane e salute per tutte e tutti, quiete, intensità, ironia, vita, Rivoluzione.

Forse saremo incazzate, stanche e frustrate e anche un po’ isteriche, ma almeno siamo vive

Ci stanno togliendo il tempo, riprendiamoci gli spazi!

Figlie Femmine

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Se Lola corre (più veloce degli sgomberi)

Tic TaC, Tic TaC

ORE 7:35

Il mattino ha la bestemmia in bocca, rimando due volte la sveglia cercando di rubare ancora un po’ di tregua.

Cazzo, pensavo di essere diversa da mia madre, non credevo che anche io avrei finito per regolare l’orologio 10 minuti avanti per garantirmi l’anticipo psicologico.

Ok, ok mi alzo!Argh, dolore! un altro mignolino sacrificato sull’altare del buio: ma devo cercare di non fare rumore, la coinquilina ha fatto il turno di notte

Vado in cucina, metto su il caffè ed evito appositamente l’oroscopo: la mia giornata tanto è già perfettamente scandita. Il notiziario mattutino di Radio Città del Capro e la preparazione del pranzo pret-a-porter occupano già un buon quarto d’ora, il tempo del cazzeggio è quasi finito ma ho ancora un minuto per sentire che hanno sgomberato Bartali: ma allora è proprio vero, i cattivi stanno chiudendo tutti gli spazi!

La pagina del quotidiano regime.it di Boloña oggi titola così:

Tempo e spazio non quotati in borsa sono illegali: il comune sgombera i centri sociali

Merda, vorrei chiamare qualcuno…fare qualcosa, ma sono già in ritardo per il lavoro e il capo ‘sta volta mi ammazza davvero.

Prendo l’autobus, è così pieno di gente da darmi la nausea e in più non posso nemmeno addormentarmi sulla spalla della signora davanti a me, devo restare ben vigile per giocare a “indovina il controllore”; non posso proprio fare il biglietto, ho solo 3 euro in tasca per tutto il giorno e di prendere la bici non se ne parla nemmeno: rischio di farmi ammazzare nel traffico della mattina e poi ho già la bronchite cronica.

Arrivo in negozio, è tempo di saldi, mi tocca etichettare vestiti tutto il giorno tra un cliente e l’altro. Maledetto contratto in scadenza, devo fare presto, devo fare tanto e devo farlo “bene”: a volte mi chiedo se non sono io a essere in saldo; 6 euro netti l’ora e non posso permettermi nemmeno uno dei calzini che vendo. Ok, ok dai, è un lavoro passeggero, magari…una volta finita l’università trovo qualcosa di meglio, ma sì che lo trovo, come no…alla fine questa è solo la terza laurea…Sarò mica un po’ Ciusy?

Ok, ora di pranzo, mi siedo in piazza al sole, un attimo di pace. E invece no! Uno zelante tutore dell’ordine classifica il mio pranzo portato da casa come degrado e me lo requisisce. Ok, zen, mi raccomando, zen, non piangere, non picchiarlo, non insultarlo: la vendetta è un piatto che va servito freddo.

Finita la giornata di lavoro posso finalmente correre a Zm 24, per vedere i compagni, parlare dello sgombero di Bartali, chiudere fuori questo mondo impazzito. Mi fermo, strizzo gli occhi e mi ricordo che l’hanno raso al suolo, al suo posto una scintillante rotonda. Sono sola, mi sento sola, ok, ok, niente panico, c’è ancora Amantide. Cazzo, si è già fatto buio, non c’è nessuno in giro perché non si può stare in piazza, non si può stare in strada. La città deserta non è sicura, fa solo paura: mmm…quasi quasi rimpiango i bonghi.

Finalmente arrivo a porta Santo Subito ma hanno cacciato le compagne di Amantide e al posto loro trovo l’associazione apolitica “Il Pollo e l’Acciaio” che organizza un corso di ginnastica tantrica per braccia erettili del terzo millennio.

ORE 21

Ma cosa sta succedendo, come siamo arrivati a questo punto? Dove sono tutt*? Dove siamo tutt*?

TiC TaC, TiC TaC

 

Ma noi la storia la vogliamo far finire in un altro modo…

ORE 19,00: Finita la giornata di lavoro posso finalmente correre a Zm 24, per vedere i compagni, parlare dello sgombero di Bartali, chiudere fuori questo mondo impazzito. Mi fermo, prendo fiato prima di entrare, c’è un’assemblea cittadina in cui decidere come rispondere agli sgomberi. Uaaaaau, non avevo mai visto così tanta gente! Dopo qualche ora si decide di rispondere a chi ci ha rubato uno spazio liberato. Occupazione dei palazzoni sfitti del quartiere, corteo improvvisato, saltano i lucchetti, si aprono le porte e si spalancano finestre da troppo tempo ricoperte di ragnatele.

ORE 23,00: Driiiiiiiiiiiiiiin… squilla il telefono, mi chiamano le compagne, corro ad Amantide, sta succedendo un casino.

Salgo sull’autobus di fretta con un gruppo di compagne, i controllori alla fermata non ci provano nemmeno a salire, siamo tutte senza biglietto, e loro sono solo due.

Scesi dal bus vediamo quattro energumeni zoppicanti correre lungo via Santo Subito. Uno si tiene anche la testa. Ad Amantide ci dicono che erano dell’associazione apolitica il Pollo e l’Acciaio e volevano lo spazio per fare corsi di ginnastica tantrica per guarire qualche problema legato al sistema nervoso… ma chi era lì li ha prontamente accolti a suon di calci nel sedere. Un tacco scagliato in fronte ha un grande potenziale di convincimento.

Anche lì si è sparsa la notizia di Bartali, e si risponde con una grande occupazione di un palazzo dell’Alma Water…con giardino e piscina!

Chiudo gli occhi respirando l’aria attorno a me… e mi sento a casa.

Il finale siamo noi a deciderlo..

Ci stanno rubando il tempo, riprendiamoci gli spazi!

Noi agiremo per liberare spazi e tempi per riempirli materialmente di tutto quello che le varie sinistre si sono vantate di voler raggiungere ma dove hanno sempre fallito: anti-razzismo, anti-sessismo, pane e salute per tutte e tutti, quiete, intensità, ironia, vita, Rivoluzione. Forse saremo incazzate, stanche e frustrate e anche un po’ isteriche, ma siamo vive!

Figlie Femmine, gennaio 2013