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Fiera, sciopero già domattina: a rischio l’avvio del Cosmoprof

L’allestimento dei padiglioni e l’inaugurazione degli eventi paralleli dovranno fare i conti con la prima astensione dei lavoratori, che saranno in presidio alla Città metropolitana durante un incontro in extremis tra azienda, Comune e sindacati.

15 Marzo 2017 - 20:31

Tutti d’accordo. L’assemblea dei lavoratori Bolognafiere, oggi, è stata compatta nell’indicare la via della lotta contro i piani di esternalizzazione, sabotando la partenza dell’expo dell’industria della bellezza. Si inizia già domattina con tre ore di astensione dal lavoro, dalle 8 alle 11, con un presidio annunciato in piazza Rossini, sotto a Palazzo Malvezzi, sede della Città metropolitana, dove i sindacati incontreranno per un ultimo tentativo di mediazione Comune e vertici dell’azienda.

Così, allestitori ed espositori si troveranno con tutta probabilità padiglioni chiusi almeno fino a metà mattinata, e potrebbe andare in tilt l’avvio ufficiale di Cosmopack e Cosmoprime, i due eventi paralleli che dovrebbero aprireo i battenti domani.

Per venerdì,  l’assemblea ha approvato la proclamazione di uno sciopero per tutto il turno di lavoro, e altre iniziative di lotta sono in programma la prossima settimana per il Consiglio comunale e l’assemblea dei soci.

“Sono arroganti, dicono chiaro e tondo che il piano industriale è stato approvato e va applicato”, protestano i dipendenti. Nel testo di accordo proposto da Fiera e Comune e bocciato dai sindacati si fa riferimento ad incentivi all’esodo, che preluderebbero, soprattutto per i 119 part-time, alla ricollocazione del personale in società esterne.

“A loro non interessa di trattare sull’integrativo, vogliono solo trovare il modo, se non di mandare la gente a casa, quanto meno di ricollocarla altrove”, ha detto il delegato di Usb.

Così Sgb in un comunicato: “Dopo 8 mesi di tempo passato a discutere del nulla, durante gli incontri sindacali, politici ed istituzionali, la lotta che da domani riparte con lo sciopero ha, come obbiettivo prioritario, il mantenimento del posto di lavoro alle dirette dipendenze di Bologna Fiere, del contratto nazionale ed integrativo attualmente applicato. Questa è la precondizione affinchè la qualità del lavoro divenga elemento centrale per il rilancio della Fiera di Bologna. Sgb rifiuta la logica delle controparti che vorrebbero mettere in competizione, sul trattamento normativo e contrattuale, i lavoratori di Bologna Fiere e quelli in appalto. La parificazione può avvenire solo verso l’alto e non verso il basso! Non accettiamo nemmeno lo specchietto per le allodole di chi vorrebbe migliorare di un pochino le vergognose condizioni in cui versano i lavoratori pagati con i voucher, per poi sostenere di avere garantito a tutti quanti condizioni ‘dignitose’, così come ridicolmente era scritto nell’ipotesi di accordo presentataci nella giornata del 14 marzo dalle controparti. Per noi, dalla lotta per difendere il lavoro e il contratto dei part time passa anche il riscatto di tutti quei lavoratori in appalto che spesso subiscono condizioni inaccettabili”.

Conclude il sindacato: “Per questo, per quanto ci riguarda, la (ri)convocazione del tavolo di confronto alla Città Metropolitana, non può che partire dal rigetto totale della famigerata pag. 49 del cosiddetto piano industriale che, ricordiamo, prevede il taglio integrale del costo dei 123 lavoratori per i quali 8 mesi fa partì la procedura di licenziamento (2,7 mln). Le controparti, tutte, con questa paginetta, hanno esplicitato le intenzioni di esternalizzare lavoro e lavoratori a fronte di un massiccio finanziamento pubblico a Bologna Fiere. le garanzie contrattuali conquistate in decenni di lotte vengono considerate costi inutili e per questo dopo i 123 part-time si colpiranno anche i lavoratori full-time ad eccezione ovviamente dei dirigenti! Andiamo all’incontro ma basta con le chiacchiere in politichese ed in sindacalese, di queste non sappiamo che farcene!”.