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Fiera, è l’ora dello “sciopero della divisa”

Dipendenti al lavoro con la maglietta “meno 123”. E lanciano anche la campagna “Stressa il tuo amministratore pubblico”, con l’invito a scrivere via email o social network ai vertici di Comune e Regione.

02 Aprile 2017 - 15:43

Al lavoro senza la divisa da lavoro, ma con l’ormai famosa maglietta “meno 123”. E’ l’ultima protesta ideata dal Consiglio dei delegati d’azienda di BolognaFiere. Lo “sciopero della divisa” è cominciato con la manifestazione Mondo creativo spring, in corso di svolgimento in questi giorni. In questo modo, i lavoratori della Fiera hanno deciso di confermare lo stato di agitazione, nonostante la convocazione per un nuovo incontro per il 6 aprile. Questo “a fronte del perseverare di BolognaFiere con violazioni ed atti palesemente ritorsivi ed intimidatori che di seguito elenchiamo”, scrivono i delegati: “Il provvedimento disciplinare nei confronti della segretaria del Cda (Consiglio dei delegati d’azienda), senza precedenti (palesemente pretestuoso e intimidatorio) nell’espletamento delle proprie funzioni sindacali; la conferma che la gestione/vendita degli Annual per la ‘Fiera del Libro per ragazzi’ è stata tolta ai dipendenti di cassa quindi esternalizzata a favore delle librerie Stoppani, nonostante il Consiglio dei Delegati d’Azienda abbia chiesto il rispetto del contratto art 5.2 co. 1, l’art. 39 co. 2 e allegato E; la frettolosa assunzione di personale a tempo determinato, allo scopo di sostituire i dipendenti in sciopero il giorno 17 marzo, mancante dell’osservanza delle clausole previste nel protocollo di salute e sicurezze sul lavoro (mancata informazione, formazione e addestramento dei lavoratori assunti); la gravità dell’esclusione di alcuni lavoratori a tempo determinato, già da anni operanti in grosse manifestazioni quali la fiera del libro, a nostro avviso mirata, a seguito della loro adesione allo sciopero di venerdì 17; l’evidente contraddizione che, nel presentare un piano di sviluppo che prevede incentivi all’esodo e al contempo spinge con forza verso le esternalizzazioni, si assorbe alle dirette dipendenze di BolognaFiere spa nuovo personale (in alcuni casi avendo addirittura già in azienda le risorse part-time che hanno già svolto le medesime mansioni); il continuo rincorrersi di voci riguardo l’effettiva ed ormai imminente esternalizzazione del Ced, anche se tramite accordi individuali, nonostante l’evidente importanza strategica del servizio all’interno di BolognaFiere”.

Ma lo “sciopero della divisa” non è l’unica iniziativa in corso. I lavoratori della Fiera, infatti, hanno anche lanciato la campagna “Stressa il tuo amministratore pubblico”, che spiegano così: “Svolgi le tue usuali pratiche di risveglio (doccia, denti, caffè ecc.), fai colazione come meglio ti aggrada, e subito dopo invia una mail o scrivi sulla pagina Fb del tuo amministratore pubblico preferito, ricordandogli le sue responsabilità per lo stress che ti attanaglia. Poi torna alla tua vita quotidiana… ti sentirai immediatamente più leggero”. Il suggerimento dei lavoratori è di scrivere al sindaco Virginio Merola, al governatore Stefano Bonaccini, alla Regione e all’Assemblea legislativa regionale.

Nel frattempo, nei giorni scorsi si sono chiuse le operazioni per l’annunciato aumento di capitale della società: come previsto, i soci privati non hanno partecipato e si è dunque sancito il ritorno della Fiera sotto il controllo pubblico, anche se si prefigura comunque un nuovo statuto che inquadri l’expo come una società privata.