Forza Italia chiama in causa Salvini, riferendosi in particolare ai tre giorni di incontri e workshop organizzati un mese fa tra Bologna e Cervia. La risposta: “Altro fango. Ma non c’è denuncia, sequestro o interrogazione che possa fermarci”.
Forza Italia chiede al ministro Matteo Salvini di indagare sulla campagna di
reclutamento di nuove forze a sostegno del progetto Mediterranea. Il riferimento in particolare è ai tre giorni di assemblee e workshop che si sono svolti di recente tra Bologna e Cervia. Forza Italia si è rivolta a Salvini sottolineando il coinvolgimento dei centri sociali Tpo e Labas, di Arci e Ya Basta. Viene chiesto se abbia “informazioni utili a conoscere a quale titolo tali iniziative siano state organizzate e da quali soggetti o enti siano state eventualmente finanziate”, per sapere poi se Salvini “intenda avviare o abbia già avviato verifiche, circa l’attività svolta da Mediterranea, anche in relazione al coinvolgimento di diversi centri sociali nel progetto”.
Pronta la risposta di Mediterranea. “Non sorprende il fatto che qualcuno abbia deciso di indagare o gettare fango sulla tre giorni, che poi è lo stesso meccanismo adottato anche nei confronti di quello che avviene in mare e cioè la criminalizzazione delle ong”. Nelle tre giornate di formazione “si è manifestato quel bisogno di attivazione di centinaia di giovani e meno giovani che hanno risposto all’ostilità del Governo e di chi vorrebbe il Mediterraneo e anche le città prive di soccorso e di pratiche di solidarieta'”, affermano gli attivisti, ricordando che sono centinaia le persone che hanno partecipato alla tre giorni: circa 400 nell’evento ospitato al centro social Tpo e 150 in quello che si è tenuto a Labas, mentre una cinquantina hanno poi preso parte alla formazione pratica in mare che si e’ svolta a Cervia. “Non c’è denuncia, sequestro o interrogazione che possa limitare nei fatti l’organizzarsi ed essere parte di qualcosa di molto più ampio com’è Mediterranea”. Altre iniziative di reclutamento, quindi, non arriveranno presto: “Sicuramente, anche perchè dopo la tre giorni ci sono state numerose richieste da parte di persone provenienti da tutta Italia”. Persone interessate a capire sia “come si fa a salire a bordo della Mare Jonio, sia come costruire anche nelle città che non operano sul mare porti sicuri, dove si sperimentino pratiche di accoglienza”.