Storia e memoria

Ferrara / Federico Aldrovandi, dieci anni dopo

Nel capoluogo estense il ricordo, tra musica e parole, del diciottenne ucciso il 25 settembre 2005 da quattro agenti di polizia, senza una ragione.

24 Settembre 2015 - 10:48
Vignetta da "Zona del Silenzio", graphic novel di Checchino Antonini e Alessio Spataro (2009)
Vignetta da “Zona del Silenzio”,
graphic novel di Checchino Antonini e Alessio Spataro (2009)

Ferrara, via dell’Ippodromo. All’alba del 25 settembre 2005 muore a seguito di un controllo di polizia Federico Aldrovandi, 18 anni. Il caso sembra destinato a una rapida archiviazione: “overdose letale”, davanti agli occhi di innocenti e ligi tutori dell’ordine. E’  l’appello della madre Patrizia Moretti, diffuso da un blog e rilanciato dal tam tam dei circuiti indipendenti, impostosi poi all’informazione mainstream, a sventare l’insabbiamento. Durante i processi, che Zeroincondotta ha seguito udienza per udienza per tutti questi anni, emerge la verità di un intervento violento, un accanimento tale da spezzare i manganelli sulla schiena del diciottenne, poi compresso a terra, prono, fino all’asfissia e all’arresto cardiaco. Nel 2012 una sentenza definitiva condanna a 3 anni e 6 mesi i quattro agenti delle volanti, per eccesso colposo in omicidio colposo. Una sentenza che accende la speranza che non sia l’impunità degli assassini in divisa l’unico esito possibile per i molti altri casi successivamente venuti alla luce, ovunque in Italia. Oggi una rete di solidarietà tra i familiari delle vittime e molti volontari ha dato vita a un associazione, “Acad”, impegnata nella controinformazione e nel sostegno materiale dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime.

Amici e parenti di “Aldro” hanno fondato una onlus, “Associazione Federico Aldrovandi”, per non dimenticare quanto avvenne quella notte. Sono passati dieci anni: l’associazione dà appuntamento a questo sabato 26 settembre, alle ore 11, nella Sala Estense in piazza del Municipio a Ferrara, per un dibattito dal titolo “Reato di Tortura, numeri identificativi ffoo, democratizzazione. Cosa [non] ha ottenuto il movimento?” con la partecipazione del padre Lino Aldrovandi, del giornalista Checchino Antonini in rappresentanza di Acad, dell’avvocato Elia De Caro per l’associazione Antogone, di Antonio Marchesi di Amnesty International. Modera Cinzia Gubbini, che con Antonini fu tra le prime croniste a denunciare i fatti. A seguire in piazza un lungo concerto (oltre sette ore) a cui prenderanno parte tra gli altri Giorgio Canali e i Rossofuoco, i Punkreas e i 99 Posse.

In occasione dell’anniversario, la Tomato Doc&Film e Distribuzioni dal Basso ricordano che è disponibile in streaming gratuito il film-inchiesta del 2010 sulla vicenda: “E’ stato morto un ragazzo”, realizzato dal giornalista Filippo Vendemmiati.

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