Gli attivisti No border sono stati rilasciati il giorno dopo. In solidarietà a tutti gli arrestati dopo gli scontri al valico tra Italia e Austria, sabato sera e domenica pomeriggio sono pariti due cortei spontanei.
Fermati e rilasciati dopo diverse ore due attivisti No border che erano partiti ieri da Bologna per partecipare alla manifestazione al valico del Brennero. In centinaia erano giunti al confine tra l’Italia e l’Austria per protestare contro la chiusura dei confini in Europa. Duri gli scontri tra la polizia di confine e i manifestanti. A fine giornata si apprende la notizia dell’arresto di cinque persone e del fermo di altri diciotto manifestanti. Contro il corteo determinato che provava ad attraversare la frontiera la polizia non ha risparmiato l’uso di manganelli ed un fitto lancio di lacrimogeni.
Di rientro dalla giornata al Brennero, in serata, al grido di “Tout le monde déteste la police”, un corteo selvaggio ha attraversato le strade della Bolognina per chiedere l’immediato rilascio degli attivisti arrestati durante il corteo della mattina. Al passaggio dei manifestanti alcuni cassonetti della spazzatura di via Matteotti sono stati ribaltati e alcune transenne sono state divelte provocando qualche disagio al traffico cittadino.
Anche nel pomeriggio di domenica le azioni di solidarietà sono proseguite con un breve presidio in piazza Maggiore. Subito dopo in una cinquantina hanno attraversato via Ugo Bassi dove si sono fermati davanti il consolato d’Austria per chiedere ancora una volta libertà per gli arrestati del giorno prima al Brennero. Gli stessi attivisti No border hanno poi proseguito fino in via del Pratello, presidiata da tre blindati della polizia e forze dell’ordine in assetto anti sommossa.
Così un comunicato rilasciato oggi a firma di alcuni “Solidali e compagn* di Bologna” in solidarietà agli arrestati: “C’è una parte del mondo incredibilmente ricca, ed una che l’ha resa tale. A suon di guerra, colonialismo, accordi con dittatori, il ‘Nord’ ha preso risorse e lavoratori da sfruttare. Ma questo benessere che è solo per pochi e non per tutti/e: anche in Europa, c’è uno spazio sempre più ampio fra chi opprime e chi è oppresso, e in entrambe le classi ci sono sia nativi che migranti. Per questo gli Stati sostengono la propaganda razzista e tengono nel ricatto del permesso di soggiorno chi arriva da altri paesi: per poterli ricattare e sfruttare, dirottandogli contro l’odio che meriterebbero i padroni, provocando una guerra tra poveri. Un esempio di questa politica è quello delle barriere e dei muri che si stanno costruendo in luoghi di passaggio. In questo caso, è l’Austria a finanziare la prima barriera visibile a tutti nel ‘cuore’ dell’Unione Europea, la prima al suo interno. Per questo ieri, sabato 7 maggio, un corteo si è mosso dalla stazione di Brennero, per sottolineare cosa significhi la proposta austriaca, per non dimenticare le tante frontiere che già isolano l’Europa per terra e per mare. Sappiamo bene da che parte stare: con i/le cinque compagni/e attualmente in stato di arresto. Al grido di ‘Abbattere le frontiere’ si voleva ribadire che non siamo disposti ad accettare nessun tipo di confine, né fisico né mentale. L’unica libertà di movimento accettata è quella delle merci e dei capitali, unico motivo per cui l’Europa ha minacciato ripercussioni per l’eventuale creazione di un materiale confine interno”.