Culture

“Facebook censura? Mandatelo a quel paese, venite su Mastodon”

Il collettivo Bida dopo la cancellazione degli eventi riguardanti il film su Cucchi: “Tutto scontato. Ma l’alternativa c’è, esiste la tecnologia per creare un social network libero dalle logiche del profitto e rispettoso dei propri utenti”.

12 Settembre 2018 - 15:24

“Facebook censura? Mandatelo a quel paese, venite su Mastodon“. E’ l’invito rilanciato dal collettivo hacker bolognese Bida dopo che il social network di Mark Zuckerberg ha cancellato gli eventi riguardanti le proiezioni autorganizzate del film “Sulla mia pelle”, che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. “A distribuirlo nelle sale è Lucky Red- ricostruisce Bida- uno dei principali player del mercato italiano. Contemporaneamente, va sul catalogo di Netflix. Spazi sociali e realtà associative, in molte città, decidono di proiettarlo pubblicamente e gratuitamente, perché quella terribile storia di ferocia in divisa raggiunga più persone possibile. Quasi tutte hanno adottato Facebook tra i canali su cui promuovere le proiezioni. Lucky Red dice a Facebook: ehi guarda, il copyright di quella roba è mio. E Facebook cancella eventi e messaggi dalla propria piattaforma. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, esprime dispiacere e amarezza per la cancellazione”. Un copione “tutto scontato. Una delle più
grandi corporation mondiali, che di mestiere lucra su parole e immagini dei suoi utenti, protegge i profitti di alti ricconi, oligopolisti del lucroso mercato della distribuzione cinematografica, senza badare minimamente al sodo della questione, che ricordiamo è sempre un uomo ucciso dai carabinieri. Beh, che altro ci si dovrebbe aspettare da Facebook?”.

Ecco perchè per Bida bisognerebbe abbandonare Facebook. “Serve e si può, perché l’alternativa c’è. Esiste la tecnologia per creare un social network libero dalle logiche del profitto e rispettoso dei propri utenti. Si chiama Mastodon, è software libero. Ed esistono migliaia di server, liberamente federati  tra di loro, non assoggettati alla schiavitù del copyright né al business predatorio dei dati. Noi siamo Bida, un collettivo di attivisti e hacktiviste attivo a Bologna, e il 13 giugno abbiamo aperto a tutti un nodo (istanza) mastodon che mira a preservare tutti i buoni insegnamenti dell’esperienza di Indymedia, che lo scorso decennio ha fatto la storia della comunicazione libera e autonoma. Per iscriversi non vogliamo nessun dato, basta una mail e basta non essere fascisti, sessisti o razzisti. L’indirizzo è mastodon.bida.im” ed è disponibile un manifesto “che spiega a fondo la filosofia del progetto. Durante questa estate si sono iscritte oltre mille persone e si è formata una community vivace, che fa controinformazione e discute in maniera costruttiva e rispettosa degli argomenti più svariati, dai più seri ai più futili. Di fake news, intolleranza, atteggiamenti offensivi o denigratori non c’è mai stata nessuna traccia. Insomma, si sta benissimo. La quotidiana riappropriazione degli spazi digitali è la migliore armaper combattere le idee di odio, la manipolazione delle informazioni, la profilazione invasiva. E’ tempo per chi ha a cuore la libertà di abbandonare Facebook e aprire un account su un’istanza Mastodon, o se ne ha le conoscenze, di dar vita a un nuovo nodo. La storia insegna che chi censura è destinato a soccombere”.