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Ex-Ferrari al buio: “Reagiremo con determinazione”

Asia-Usb denuncia l’interruzione della fornitura di energia elettrica allo stabile occupato in via Toscana: “Il Comune non applichi l’articolo 5” della legge Lupi.

09 Agosto 2014 - 10:28

Ex-Scuole Ferrari occupate - © Michele Lapini

Il Carlino ordina, l’amminstrazione esegue

Ieri [giovedì, NdR] pomeriggio, con sgomento, abbiamo verificato che i 60 abitanti delle Ex-Scuole Ferrari erano rimasti senza energia elettrica. A nulla son valsi i nostri ripetuti tentativi di arrivare quanto meno a una normalizzazione della situazione che comportasse il pagamento da parte nostra dei consumi e delle relative bollette.

Ad oggi sono circa 130 le persone che, all’interno delle 2 occupazioni di via toscana e di via XXI aprile vivono senza luce. La responsabilita’ di questa situazione ricade interamente sulle spalle dell’amministrazione comunale che, pur verificando quotidianamente la drammaticita’ della situazione abitativa sul territorio bolognese, non e’ assolutamente in grado di attuare strategie efficaci che quanto meno contengano le dimensioni di questo dramma. Non ci soddisfano le dichiarazioni dell’assessore Frascaroli la quale giustifica il distacco delle utenze parlando di “esigenza amministrativa e non politica”. Ancor meno ci soddisfa il fatto che, parlando del tavolo coi proprietari dei grandi stabili o delle trattative del sindaco Merola col sottosegretario Delrio a proposito del riuso abitativo della Caserma Sani, il Comune abbia sostanzialmente riconosciuto la validita’ delle proposte da sempre avanzate da Asia-Usb.

Non basta dire, come affermato dall’assesore Frascaroli, che il Piano Casa del governo Renzi e’ lontano dalle esigenze dei territori, piuttosto occorre, da subito, mettere in campo misure efficaci che rispondano ai bisogni delle persone, sopratutto di quelle al di sotto della fascia degli “80 euro” escluse da ogni intervento legislativo e abbandonate a se stesse. L’emergenza sfratti e’ ormai fuori da qualsiasi controllo. I nostri sportelli, come peraltro quelli istituzionali, non riescono piu’ a gestire le quotidiane richieste di intervento le quali, oltre che dal territorio comunale, arrivano sempre piu’ numerose anche dalla provincia. A questa, si aggiunge l’emergenza profughi con centinaia di nuovi arrivi in citta’ che, a breve, andranno a incrementare la richiesta di nuovi alloggi. Gli sportelli dei servizi sociali, privati di qualsiasi strumento adeguato alla situazione, fanno ormai ricorso a pratiche che rasentano la crudelta’.

Di fronte a tutto questo l’atteggiamento del governo Renzi e’ estremamente chiaro: cancellare ogni forma di diritto e di tutela mettendo a disposizione della speculazione, del profitto e del piu’ vile ricatto sociale le esistenze di milioni di persone sulle quali nessuno sembra interrogarsi. Cosa dovrebbero fare, secondo Matteo Renzi, i milioni di persone senza reddito? Cosa dovrebbero fare secondo Matteo Renzi le centinaia di migliaia di famiglie gia’ rimaste senza casa? Tutta questa gente non puo’ dissolversi nel nulla!!! Per questo oggi, il ruolo delle amministrazioni di prossimita’, riveste una straordinaria importanza! Esse si trovano a dover compiere una scelta obbligata: piegarsi vilmente al disegno governativo e trascurare l’urlo di disperazione proveniente dai territori che dovrebbero amministrare o dimostrare un minimo di coraggio politico utilizzando quegli strumenti che e’ la legge stessa a mettere a loro disposizione, in primis la requisizione del costruito inutilizzato.

Chiediamo pertanto al Comune di Bologna di:

– dichiarare chiaramente l’intenzione di non applicare l’art.5 del piano casa Renzi-Lupi e quindi di permettere immediatamente il riallaccio delle utenze in via Toscana e in via XXI aprile, volturando i contratti e intestandoli ad Asia-Usb.

– procedere immediatamente alla stesura di un progetto per la requisizione del costruito inutlizzato sulla base di quanto proposto in senato dal sen. Casson (PD) che conduca al reperimento di alloggi da mettere a disposizione di quei nuclei morosi incolpevoli che non rientrano nei parametri del protocollo prefettizio e delle norme del piano casa.

– apertura di un tavolo con la Prefettura al fine di bloccare gli sfratti per morosita’ invcolpevole.

– rispondere alla petizione popolare inoltrata da Asia-Usb al sindaco Merola nel febbraio del 2013 a proposito del riuso dell’ex- Caserma Sani e di procedere quindi all’avvio di una fase di progettazione partecipata che, in tempi brevi, blocchi il percorso di alienazione dell’ ex caserma  mantenendola pubblica e finalizzandola ad uso abitativo

Asia-Usb

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> Il precedente comunicato di Asia-Usb sulla vicenda:

In merito alla recente campagna del quotidiano ‘Il Resto del Carlino’ contro le occupazioni di stabili vuoti e abbandonati, Asia-USB dichiara quanto segue.
Riguardo all’occupazione di Via Toscana, denunciamo con forza la tendenziosità, la voluta superficialità d’analisi, il provincialismo e la scarsa documentazione storica con cui il ‘Carlino’ ha argomentato la sua campagna contro le occupazioni abitative.


Sorvoliamo sulle affermazioni palesemente false, come quella riguardante il numero degli occupanti che non è mai cambiato sostanzialmente, o sul fatto che Asia non abbia mai proposto a Carisbo di pagare le utenze (lo abbiamo fatto diverse volte ed una volta addirittura ricorrendo alla mediazione dell’assessore Malagoli, e Carisbo ha sempre negato qualsiasi confronto – questo con buona pace dell’avv. Coliva e della sua lavanderia immaginaria). Ciò che ci fa rabbrividire è la superficialità, la vuota leggerezza con la quale il Sig. Dondi affronta temi che, almeno lo si riconosca, rappresentano un dramma, in Italia, per centinaia di migliaia di famiglie (lo ricordiamo per l’ennesima volta: solo nel 2013 i provvedimenti di sfratto sono stati più di 76.000 con una tendenza al rialzo nel primo semestre del 2014 – dati del Ministero degli Interni).

Se il Sig. Dondi fosse stato un giornalista serio, si sarebbe documentato sulla genesi dell’occupazione di Via Toscana e avrebbe scoperto che essa fu la conclusione di una campagna che Asia condusse contro il concetto di assistenzialismo abitativo (i dormitori, per intenderci, perché è da quella galassia che provengono gli abitanti di Via Toscana), che non produce risultati per le persone e comporta spese enormi per le amministrazioni (è proprio di oggi la notizia degli ulteriori tagli a questo settore del welfare che, con la scusa di ottimizzare il valore dell’associazionismo, chiuderà un’ulteriore valvola di sfogo ai senzacasa e cancellerà altri posti di lavoro). Se il Sig. Dondi avesse indagato a fondo e comparato i costi di gestione che comporta ospitare 60 persone all’interno di un dormitorio con quelli che il comune ha affrontato per pagare la luce di Via Toscana, avrebbe magari titolato i suoi lavori chiedendosi: “Quanto ha risparmiato il Comune?” E magari, nel secondo articolo, avrebbe rivolto parole di elogio all’assessore Frascaroli che, con la sua intelligenza amministrativa, ha risparmiato soldi pubblici. Ed inoltre, cosa vi è di tanto scandalistico da meritare caratteri cubitali nel fatto che un’amministrazione intervenga a sostegno di persone in una condizione di disagio?

Se il Sig. Dondi avesse letto il Piano Casa del governo Renzi avrebe forse notato che quantità considerevoli di danaro pubblico vengono spese in questa direzione. Il probema è che, in base a quella legge, i soldi pubblici finiscono nelle tasche dei privati senza produrre soluzioni durature e concrete e, nel tempo continueranno a produrre disagio anziché alleviarlo. Inoltre, detta legge, coerente col disegno politico di Matteo Renzi che prevede la messa a valore dei diritti, interviene solo a favore di chi ha determinate capacità reddituali, dimenticando tutti quei milioni di lavoratori che di un reddito non possono più disporre e che, guarda caso, in mancanza di alternative, sono costretti ad occupare.

Ma già…il vero filo conduttore che il Sig. Dondi usa nei suoi articoli è la legalità.
Data la complessità del tema e probabilmente non avendo una grande stima del Sig. Dondi, il Carlino manda in suo appoggio il Sig. Poli il quale va addirittura a scomodare Francesco Zanardi, sindaco di Bologna durante e immediatamente dopo il primo comflitto mondiale.
“Zanardi”, dice testualmente il Sig. Poli, per giustificare il fatto che questi non fece ricorso allo strumento legale e costituzionale della requisizione, “era convinto che chi indossa la fascia tricolore debba (deve, nel testo) essere di esempio se vuole essere credibile: non può pretendere il rispetto delle leggi se poi è lui stesso a infrangerle” (al che Zanardi ha preso a rivoltarsi come una trottola nella tomba).
Ricordo al Sig. Poli che sarebbe stato doveroso citare quanto Zanardi fece a favore dei ceti popolari (ad esempio imponendo ai proprietari di case di attuare a loro spese migliorie negli appartamenti che affittavano etc.) e sarebbe anche stato doveroso ricordare, a questo punto, quanto accadde il 14 Ottobre 1920 quando, dopo un comizio che il nostro grande sindaco tenne assieme ad Errico Malatesta, un corteo si mosse da Piazza Maggiore verso la Dozza e finì in un conflitto a fuoco con la polizia.
Già…Zanardi aveva così tanto rispetto delle leggi fasciste (quelli erano i tempi) che nel 1938 finì confinato a Cava dei Tirreni…(anche qui, guarda caso, una misura molto simile a quella adottata qualche mese fa dalla magistratura bolognese contro numerosi attivisti delle lotte per il diritto all’abitare).

Poi, a proposito della legalità della requisizione, inviterei il Sig. Poli a leggere le dichiarazioni di qualche mese fa del giudice emerito della consulta, Paolo Maddalena, o a scorrere la biografia di un altro grande sindaco di nome Giorgio La Pira (sindaco di Firenze, membro dell’Assemblea Costituente, democristiano e profondamente cattolico, quindi non certo un sovversivo) che, negli anni ’60, a fronte del grande numero di sfratti, fece ricorso senza esitazione allo strumento della requisizione (attirandosi gli strali di un personaggio influente con Don Sturzo).
E’ il coraggio di andare contro i dettami governativi quando necessario, il senso profondo di giustizia sociale, la capacità di generare benessere e miglioramento della qualità della vita dei cittadini che rendono un sindaco indimenticabile oltreché credibile. Ma queste sono doti che a Bologna si son perse da tempo.


L’assessore Frascaroli dice che il distacco dell’energia elettrica da Via Toscana è un atto amministrativo e non politico: bene, si adoperi allora, lei e i suoi colleghi, per fare i passaggi politici necessari a garantire la dignità di cui ogni persona ha diritto. Questo è il suo dovere! E’ con un gran senso di amarezza che concludiamo questo comunicato: non ci abitueremo mai allo squallore di chi, servo della parte più oscurantista di questo sistema di potere, si permette di trattare in questi termini i drammi e le sofferenze di milioni di persone. Se interromperanno la fornitura dell’energia elettrica in Via Toscana sarà l’ennesimo atto di ingiustizia al quale reagiremo con la stessa determinazione e la stessa lucida rabbia di sempre.
L’ultimo pensiero va al compagno Libero Zanardi, figlio di Francesco, ucciso dai fascisti a Rimini.

Asia-Usb