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Ex Artoni, raggiunto accordo su ricollocamento lavoratori

“Vigileremo sugli impegni sottoscritti”, dichiara l’Usb, che per domani segnala sciopero del trasporto pubblico e iniziative in difesa del diritto di sciopero. Nella logistica, accordi anche per i Si Cobas all’Interporto.

05 Luglio 2017 - 18:30

“Questa mattina insieme ai lavoratori licenziati a seguito del fallimento Artoni, abbiamo firmato un importante accordo che vede il coinvolgimento e la presa di responsabilità di Interporto Bologna SpA e delle istituzioni locali tra cui Città Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia Romagna sulle gravi ricadute che questa vicenda ha avuto nei confronti di circa 80 lavoratori impiegati nella filiale Artoni di Bologna. In particolare l’accordo prevede l’impegno al ricollocamento prioritario dei lavoratori ex Artoni presso gli appalti presenti all’interno dell’Interporto e l’avvio di un confronto per la sottoscrizione di un Protocollo di Sito per la tutela dei lavoratori e dei livelli occupazionali nell’ambito degli appalti presso l’Interporto di Bologna”. Lo annuncia l’Usb Lavoro privato, aggiungendo: “Questo accordo, che di fatto impegna direttamente le istituzioni ad assumersi la responsabilità ad individuare soluzioni per i lavoratori e cittadini che subiscono le conseguenze della crisi sulla propria pelle, perdendo il posto di lavoro e vedendosi peggiorare le proprie condizioni di vita, è stato ottenuto grazie alle mobilitazioni messe in campo a Bologna, ed alla forte determinazione dimostrata da chi non ci sta a pagare gli effetti di una crisi di cui non ha alcuna colpa”.

Scrive ancora il sindacato di base: “Il percorso di lotta portato avanti insieme ai lavoratori Artoni ha infatti portato a questo importante risultato che di fatto supera quanto sottoscritto alcuni mesi fa nelle stanze del Mise da Cgil Cisl e Uil. L’accordo infatti prevedeva l’apertura della cassa integrazione per i lavoratori diretti della società che non sono stati coinvolti nell’acquisizione delle filiali Artoni da parte di Fercam e nessuna reale tutela per i circa 2500 lavoratori dell’indotto, facendo così emergere la volontà di non voler individuare soluzioni concrete per tutelare i posti di lavoro, accettando pertanto i licenziamenti messi in atto senza alcuna reale prospettiva. Ciò ha riguardato, come a Bologna, soprattutto i lavoratori che non sono impiegati direttamente dalla società, ma per mezzo di cooperative che hanno in appalto i servizi di logistica. Lavoratori che, specie in questo settore, non solo vivono condizioni di sfruttamento e negazione dei diritti da parte di aziende che per essere competitive sul mercato tagliano sui costi del lavoro e impongono condizioni di vera e propria schiavitù, ma che si ritrovano senza alcuna tutela quando le aziende chiudono e le cooperative non vogliono o non possono ricollocarli. Sappiamo bene che la vicenda Artoni non è un caso isolato e che situazioni simili che si sono presentate o si presenteranno gravano soprattutto sui lavoratori che si ritrovano senza un occupazione e la possibilità di condurre una vita dignitosa, difronte alla cecità ed alla complicità dello Stato e delle istituzioni locali. Per questo vigileremo sugli impegni sottoscritti affinchè vengano rispettati e continueremo a sostenere la piena responsabilità politica da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini e non abbandonarli a se stessi ed alle logiche di mercato, una responsabilità che dovrebbe essere assunta nei confronti dei lavoratori e di quella parte della popolazione che oggi subisce gli effetti dell’attuale crisi economico-finanziaria”.

Artoni a parte, sempre l’Usb informa che “domani, giovedì 6 luglio, è stato indetto uno sciopero nazionale di quattro ore del trasporto pubblico locale. Al centro della vertenza i processi di privatizzazione dei servizi pubblici essenziali e in particolare l’abrogazione del regio decreto 148/31 da parte del Parlamento. Con tale abrogazione decadono così anche per gli autoferrotranvieri molte di quelle tutele che avevano fin ora protetto la categoria dalla privatizzazione, dallo sfruttamento selvaggio e dai vergognosi ricatti occupazionali delle aziende. In concomitanza con la giornata di sciopero è stata lanciata una giornata di mobilitazione nazionale contro l’attacco al diritto di sciopero, con scioperi nelle fabbriche e altre aziende, e con presidi e volantinaggi nelle principali città. L’attacco scomposto al diritto di sciopero, partito dal Governo e dai partiti di maggioranza, individua i mali di questo Paese nelle lotte messe in campo da fasce sempre più ampie di lavoratori. Invece i mali del nostro paese si trovano nella pervicace volontà del Governo di svendere interi settori produttivi, mentre non si prende atto del totale fallimento delle privatizzazioni, si trovano nei  straordinari tagli allo stato sociale e ai servizi pubblici messi in atto durante gli ultimi anni di austerity voluta dalla UE e avallata dai nostri Governi, nella mancanza di una qualsiasi intervento contro la costante emorragia di posti di lavoro. Il vero problema, secondo il Governo sono gli scioperi dei lavoratori, noi invece pensiamo che il vero obiettivo è colpire il dissenso dei lavoratori che sale sempre più forte nel momento in cui sta emergendo il disastro a cui stanno conducendo il Paese con queste politiche suicide. A Bologna lo sciopero sarà articolato in Tper trasporto su gomma dalle 11 alle 15; Tper trasporto ferroviario dalle 14 alle 18; impianti fissi e sosta le ultime quattro ore del turno”.

Tra le iniziative locali in difesa del diritto di sciopero, l’Usb segnala che “la Rsu della Fabio Perini ha indetto uno sciopero per il giorno 6 luglio dalle ore 8 alle ore 9 contro l’attacco al diritto di sciopero portato avanti dal Governo, con astensione dallo straordinario e dalla flessibilità per l’intera giornata. Uno sciopero con presidio e volantinaggio (dalle ore 7,30) in occasione della giornata nazionale di mobilitazione indetta da Usb contro le proposte del Governo che vogliono limitare ulteriormente ed allargare le limitazioni del diritto costituzionale allo sciopero”.

Tornando alla logistica, intanto, i Si Cobas informano di aver raggiunto due accordi nell’ambito di altrettante vertenze riguardanti i magazzini dell’Interporto: con la Gsi e con la Fercam.