“Qualcuno ‘ti segnala’ e il gioco è fatto”: diverse pagine pubbliche e private inibite per giorni per un post pubblicato dopo gli imbrattamenti fascisti alla casa del popolo.
“Ci riaffacciamo al grande pubblico di facebook dopo qualche giorno di assenza forzata. Avete letto bene, forzata e non voluta, perché non era nostra intenzione lasciare le nostre migliaia di followers a bocca asciutta di notizie e attività sotto l’ombrellone o dentro casa con le tapparelle abbassate”. E’ quanto si legge sul profilo ‘Eurostop Emilia Romagna‘.
Prosegue il testo: “La nostra militanza non va in vacanza. Quel che è successo è che alcune pagine pubbliche, come Potere al Popolo Bologna e provincia e Eurostop Emilia Romagna, e alcuni profili privati, ‘sono state puniti’ dal Grande Fratello Algoritmo, o chi per lui, che ha espresso la sua netta contrarietà rispetto a un post in particolare. Una contrarietà che viene spacciata per tecnica, ma è tutta politica… che volete farci, avrà preso spunto da Mattarella. Il post oggetto dell’interesse poliziesco e repressivo del Buon Regolatore è un intervento di qualche settimana fa, che scorrendo indietro non troverete più. È la nostra solidarietà alla Casa del Popolo 20Pietre a seguito dell’attacco a colpi di svastiche e croci celtiche sui loro muri”.
“Dunque – scrive ancora Eurostop – dobbiamo forse intendere, la solidarietà antifascista è qualcosa di troppo schierato per passare la censura di facebook. Se proponi di arrestare chi salva i migranti, quello va bene. Se inneggi ai pogrom contro i migranti, è ottimo. Se inciti alla violenza contro una donna, un po’ forzato forse ma lo facciamo passare. Se posti nefandezze naziste, che male c’è? La solidarietà però no, questo è decisamente troppo. Qualcuno ‘ti segnala’ e il gioco è fatto”.
In conclusione: “Non ci scandalizziamo ovviamente, sappiamo bene che questi ambienti sono controllati a dovere dalle forze di polizia di ogni paese e frequentati da coglionazzi di ogni genere. Sappiamo bene che, se vogliamo innescare la scintilla del politico nel conflitto sociale, e prima ancora rinforzare e promuovere le mobilitazioni, dobbiamo uscire di qui per immergersi nelle contraddizioni del reale. Agli attacchi strumentali dei cazzari da tastiera non rispondiamo neanche, fanno perdere tempo. Queste cose noi le sappiamo bene, perché siamo già fuori di qui, siamo già in strada. In questo momento scriviamo dalla preparazione di un picchetto anti sfratto. Noi siamo già la resistenza. Non ci spaventate”.