Acabnews Bologna

Essere più del 22 settembre sembrava impossibile, ce l’abbiamo fatta

Una mobilitazione incredibile, chi ha più di 70 anni non ha mai visto nulla di simile a Bologna. La tangenziale e l’autostrada invase e le cariche della polizia. Diamo voce agli operai/detenuti della Dozza che hanno scioperato ben sapendo che in piazza non avrebbero potuto esserci.

04 Ottobre 2025 - 00:14

Non pensiamo di sbagliare sostenendo che le nostre lettrici e i nostri lettori al “weekend lungo”, denunciato dalla Meloni, non potevano mancare. Tutte e tutti, nel giorno dello sciopero generale per la Global Sumud Flotilla e per Gaza, hanno sicuramente partecipato all’interminabile corteo partito da piazza Maggiore e sfociato sulla tangenziale e sulla tangenziale. Si saranno fatte/i le loro considerazioni lungo il percorso della chilometrica sfilata. Si saranno sentiti/e pigiati/e all’inizio in via Ugo Bassi, avranno respirato un po’ in via Marconi, si saranno guardate/i intorno in via Irnerio, cercando di capire se fosse possibile, in quella “calca benefica”, trovare qualcuno che si conoscesse o poter scegliere in quale spezzone del corteo sentirsi di più a proprio agio. E poi via Stalingrado, il guardarsi indietro e rendersi conto di essere immersi/e in una marea straordinaria. Infine, la tangenziale e l’A14: piene di umanità invece che di carrozzerie. La consapevolezza di aver reso, per alcune ore, il luogo più rumoroso e inquinato del mondo, in uno spazio silenzioso, dove le sole voci umane avevano legittimità di presenza. Ma anche qui, dopo qualche chilometro, sono tornati gli inquinatori: i gas non erano quelli dei tubi di scappamento ma dei candelotti lacrimogeni (sicuramente più tossici e nocivi). Gli stessi lacrimogeni che anche ieri sera sono stati usati copiosamente dalla polizia per disperdere le/i manifestanti intorno alla stazione, molti dei quali sparati anche ad altezza persona: uno di questi, si è appreso oggi, ha colpito al volto una ragazza che ha subito gravi danni a un occhio ed è ricoverata con prognosi riservata al Sant’Orsola.

Tornando alla manifestazione di oggi, ecco, su tutti questi momenti non è facile scrivere. Lasciamo ad ognuna e ad ognuno di chi c’era la scelta di descriverseli come se li è vissuti, a partire dalle sue sensibilità o nell’ottica del suo collettivo od organizzazione di appartenenza. Anche noi in quel grande corteo ci siamo stati, a un certo punto ci siamo fermati per contare le e i partecipanti. Abbiamo visto sfilare tantissime persone di tutte le età, soprattutto giovani… Dopo mezz’ora ci siamo stancati, quella conta era impossibile: ancora una volta abbiamo usato le parole “incontabili” e “straripanti”.

Ci siamo tuffati anche noi nella marea e ci abbiamo sguazzato.

L’unica “attenzione particolare” la vogliamo rivolgere al gruppo di operai/detenuti dell’officiane meccanica F.I.D. del carcere della Dozza che hanno deciso di scioperare, pur sapendo che in piazza non avrebbero potuto esserci. Diamo voce a quello che hanno scritto e hanno fatto uscire per questa giornata: “Preso atto di quello che sta avvenendo a Gaza, noi dipendenti della F.I.D. abbiamo deciso di scioperare il giorno 3/10/25. Per noi reclusi andare a lavorare è un momento di libertà dal contesto carcerario in cui viviamo. Nonostante ciò, rinunciamo a un giorno di libertà e al nostro stipendio. Questa decisione è stata presa per manifestare tutta la nostra indignazione per il genocidio tutt’ora in atto e per supportare le persone della Flotilla arrestate con l’unica colpa di essere ambasciatori d’umanità. Questo è il minimo che possiamo fare per poter ringraziare tutti quei cittadini che ogni giorno si battono per i diritti dei detenuti”.

P.S. Abbiamo letto su un sito di un quotidiano che le cariche di polizia e carabinieri sulla tangenziale sono avvenute in seguito al fatto che gli agenti sono stati fatti segno di un cospicuo lancio di oggetti contundenti. E’ una balla!!! I militi hanno caricato e lanciato candelotti lacrimogeni contro persone a mani alzate, solo per lanciare un messaggio chiaro che da lì non si sarebbe potuto passare. Solo dopo le cariche c’è stato il lancio di qualche oggetto. Noi eravamo lì e questo ce lo hanno voluto segnalare anche alcuni ragazzi che erano nelle prime file e che hanno preso le manganellate. Ci domandiamo: perché un giovane giornalista che scrive da “precario e non tutelato” per un quotidiano importante deve scrivere simili fesserie? Pensa in questo modo di potere accedere alla carriera e alla stabilità? Comunque sia, fa un pessimo servizio alla causa dell’informazione libera.