La proposta avanzata ieri alla prorettrice Trombini, che apre su un tavolo con Er.go e Comune. Gli studenti: “I responsabili si impegnino a risolvere questa situazione insopportabile”.
“A seguito di assemblee e iniziative sia negli uffici di Er.Go sia in Rettorato, volte a far sì che prendessero parola i vari agenti coinvolti nella situazione di emergenza abitativa in cui tanti e tante ci troviamo, oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto un incontro con la prorettrice agli studenti Elena Trombini nel suo ufficio a palazzo Paleotti”. Ne dà conto un comunicato giunto in redazione a firma “Fuori sede non fuori casa“.
Si legge: “Ci siamo presentati come studenti fuorisede in cerca di una soluzione abitativa avanzando alcune proposte. Essendo la questione dell’emergenza abitativa complessa e generale abbiamo preteso l’apertura di un tavolo congiunto con Università, Er.Go e Comune affinché chi di dovere si impegni a trovare soluzioni in merito. Inoltre, alla prorettrice, in quanto rappresentante dell’Università di Bologna, abbiamo delineato alcune richieste che pensiamo siano di competenza di questa istituzione : il congelamento della prima rata universitaria per gli studenti che ancora non hanno trovato una casa e un’assemblea d’Ateneo nella quale dare risalto al problema. La prorettrice ha accolto le nostre richieste impegnandosi a sentire la direttrice di Er.Go, Patrizia Mondin, e il Comune per la strutturazione in tempi brevi del tavolo e iniziando a discutere le proposte di congelamento delle tasse e dell’Assemblea, assicurandoci una risposta entro l’inizio della prossima settimana”.
“Bene – aggiungono gli studenti – se il progetto annunciato dall’Università di costruire un nuovo studentato verrà portato a termine; questo ovviamente non può bastare, non possiamo ritenerci soddisfatti di qualche posto letto in più che, forse, riusciremo a vedere alla fine del 2018. Siamo in centinaia a Bologna a non avere ancora un tetto sopra la testa, non possiamo aspettare i tempi di costruzione, abbiamo bisogno di una casa subito per poter continuare a studiare in città. L’emergenza abitativa è un problema che non può più essere ignorato, pertanto chiediamo che i responsabili si espongano pubblicamente sulla questione e si impegnino a risolvere questa situazione insopportabile per centinaia di studenti”.