Acabnews Bologna

E l’Università nega agli studenti anche Palazzo Hercolani

Saperi Naviganti: “Esclusa la possibilità di fruire degli spazi per attività laboratoriali, assembleari e dibattiti”, ma si tratta di “impedimenti immotivati.” Assemblea al 36, dopo il diniego dell’aula, per Noi restiamo, che ha anche contestato Alma Orienta.

28 Febbraio 2019 - 11:58

Di nuovo uno spazio negato dall’Università, ancora una volta per un’iniziativa partita da studenti impegnati in una critica del presente. A farne le spese questa volta è Saperi Naviganti, realtà nata dall’iniziativa di studenti di Scienze Politiche a sostegno di Mediterranea Saving Humans e che da oggi e per tre giorni ha organizzato dibattiti, incontri e concerti in Università, la gran parte dei quali avrebbe dovuto tenersi nella sede di Strada Maggiore 45. Così gli studenti: “Palazzo Hercolani non è più uno spazio per studenti e studentesse. Secondo le nuove direttive, infatti, agli studenti è esclusa la possibilità di fruire degli spazi di Palazzo Hercolani per attività di tipo laboratoriale, assembleare e dibattiti. Questa sembra essere la decisione presa dagli organi accademici quando le scuole, le facoltà e i dipartimenti hanno subito l’ennesima trasformazione in senso amministrativo e burocratico”. Spiegano dal collettivo che “in pratica, a partire da dicembre 2018 gli spazi di Palazzo Hercolani non vengono più concessi per attività organizzate da studenti e studentesse e questa decisione, che inizialmente doveva essere temporanea, viene ora resa definitiva. Il motivo? Con precisione non lo sappiamo e siamo qui anche per domandarlo, la morale però ci sembra molto paternalistica e cercheremo di spiegarne il perché. Questo però lo vogliamo fare insieme a tutte quelle persone che amano gli spazi che attraversano quotidianamente e che contribuiscono a migliorarli. Per questo vi invitiamo a partecipare all’assemblea che si terrà giovedì 28 febbraio alle 13 nel cortile di Palazzo Hercolani”.

“Noi siamo un gruppo di studentesse e studenti – continuano gli attivisti a sostegno di Mediterranea – che hanno deciso di creare una piattaforma aperta chiamata Saperi Naviganti dopo la riuscita di una giornata di iniziative svoltasi proprio a Palazzo Hercolani il 16 novembre 2018, poco prima delle suddette trasformazioni. Circa un mese e mezzo fa abbiamo iniziato ad organizzare all’interno dell’università un altro evento della durata di tre giorni – dal 28 febbraio al 2 marzo 2019, SapeResistente – al fine di diffondere informazione e cultura riguardo all’intersezionalità tra il tema delle migrazioni, le questioni di genere e le pratiche femministe, e esprimere un forte e radicale dissenso nei confronti delle politiche xenofobe e patriarcali attuate dal Governo Lega-M5S e da molti altri governi nel resto del mondo. Ignari delle nuove direttive abbiamo seguito il regolamento previsto per le richieste degli spazi universitari e rispettato le tempistiche assurde da esso esplicitate, per cui circa un mese fa abbiamo inoltrato all’Area Servizi Bologna – la struttura il cui compito è occuparsi della gestione degli ambienti dell’università – il programma dell’evento con la richiesta di conferma della disponibilità delle aule di Palazzo Hercolani. Fino a ieri (due giorni fa, ndr) la richiesta da noi inviata è stata considerata in modo parziale, non ci sono mai state concesse le aule di Palazzo Hercolani e, alle nostre sollecitazioni, le risposte non erano mai del tutto chiare nonostante a seguito di una nostra verifica presso la portineria di Palazzo Hercolani le aule risultassero libere da altre attività”.

Invece “oggi (ieri, ndr), dopo aver reso nota la questione al Direttore del Dipartimento Scienze Politiche, alla Prorettrice per gli studenti, al Prorettore vicario e al Rettore dell’Università di Bologna, siamo stati informati del fatto che non risulta più possibile agli studenti ottenere delle aule all’interno della struttura di Palazzo Hercolani poiché ‘si tratta di un palazzo storico adibito ad attività esclusivamente didattiche’. Poiché il cambiamento del regolamento in tal senso non è stato reso noto in alcun modo ai diretti interessati, noi studenti; poiché crediamo fortemente che le attività da noi organizzate e promosse rientrino pienamente nell’ambito dell’arricchimento della didattica e della diffusione della cultura; poiché crediamo di essere in grado di rispettare uno spazio, di prendercene cura e migliorarlo, e che questa non sia competenza esclusiva del personale retribuito dell’Università ma sia parte di una coscienza comune che va sempre più alimentata; poiché l’Università è sì storica, ma se fosse stata intoccabile l’avremmo chiamata Museo; noi ci opponiamo alla decisione di rendere Palazzo Hercolani non uno spazio di tutti e tutte ma uno spazio per pochi e vi invitiamo a partecipare ad un’assemblea che si terrà giovedì 28 febbraio alle ore 13 nel cortile di Strada Maggiore 45, al fine di discutere insieme circa gli immotivati impedimenti che vengono imposti, a causa del sistema fortemente burocratizzato in cui viviamo, verso chi dal basso desidera promuovere l’orizzontalità del sapere e la trasversalità della conoscenza”.

Dopo che nella giornata di martedì l’Alma Mater aveva negato un’altra aula, questa volta al 38 di via Zamboni, a Noi Restiamo – che lì doveva tenere un incontro critico sul tema del reddito di cittadinanza – il collettivo ieri ha fatto sapere di avere comunque svolto il dibattito previsto nel cortile del civico 36: “Gli spazi negati ce li riprendiamo! Oggi l’iniziativa Reddito di cittadinanza – riscatto o ricatto? si farà nel giardino interno del 36 di via Zamboni!”

E’ sempre Noi Restiamo a segnalare di aver tenuto un’iniziativa comunicativa con volantini, striscione e megafono presso la Fiera – dove si è tenuto negli ultimi due giorni Alma Orienta, incontro organizzato dall’Alma Mater finalizzato all’orientamento dei futuri iscritti – per contestare la sempre più crescente difficoltà di applicazione del diritto allo studio, e nello specifico per criticare il continuo aumento di corsi a numero chiuso in ateneo: “Benvenuti nell’università del numero chiuso! Abbiamo deciso di andare anche noi all’ingresso per informare gli studenti di una verità nascosta: sono in totale 49 su 63 i corsi a numero chiuso in questa università. Così, dopo la selezione classista che avviene nel passaggio dalle medie alle superiori in cui la condizione sociale di appartenenza diventa sempre più una predestinazione forzata, anche nel passaggio all’università aumentano i deterrenti nell’iniziare un percorso di studi senza certezza di risultati spendibili (o meglio svendibili) nell’immediato post-laurea sul mercato del (non) lavoro. Riteniamo che la lotta per un’istruzione accessibile sia una lotta che debba unire i giovani che non accettano questa competizione imposta dove l’unica soluzione presentata è la riuscita individuale a costo di dover schiacciare il proprio compagni di banco. Per questo, dopo la riunione di lunedì scorso in cui abbiamo deciso di contestare l’alma orienta, invitiamo studenti e universitari ad un secondo appuntamento lunedì 4 marzo alle 16.30 al Circlo Granma (Via Ferrarese 2) per proseguire un percorso lotta e di critica a questo modello. Uniti siamo tutto!”.