Un avviso ai naviganti. Un ‘check-up’. Un aggiornamento sul cammino di Zic.it per tenere aperto il dialogo con le/i lettrici/ori e raccontare le trasformazioni del nostro quotidiano online autogestito. E anche un’occasione per ricordare che Zic è un giornale completamente autoprodotto e autofinanziato: dare un contributo significa sostenere la sua sopravvivenza.
Dov’eravamo rimasti? A circa un anno e mezzo fa, quando ci rivolgemmo alle/i nostre/i lettrici/ori per dire una cosa semplice e assieme complessa: Zic cambia. In quell’occasione abbiamo ripercorso il cammino compiuto dal nostro quotidiano online autogestito fin dalla sua nascita nel 2007, abbiamo raccontato di esserci ritrovati davanti a un bivio, abbiamo spiegato le motivazioni di una scelta difficile con tutta la trasparenza di cui siamo stati capaci e abbiamo cercato di tratteggiare il volto del giornale che avremmo costruito a partire da quel momento in avanti.
Ma non avevamo fatto i conti con gli effetti di lungo termine della pandemia. Eravamo nell’estate 2020 e avevamo affrontato i primi messi dell’emergenza sanitaria e sociale prodotta dal Covid, moltiplicando gli sforzi per cercare di fare la nostra parte nel racconto quotidiano di una crisi inedita e travolgente. Forse, inconsciamente, speravamo che il peggio fosse alla spalle e che questo consentisse di avviare il nuovo corso che avevamo immaginato per dare a Zic un futuro. Ma le cose sono andate diversamente, tanto che tutt’oggi la pandemia continua a far sentire la sua morsa. E così settimana dopo settimana, mese dopo mese, ci è parso necessario proseguire sulla strada di sempre per offrire quante più informazioni possibile sull’evolversi del terremoto sanitario e sulla sua gestione da parte delle istituzioni, sulle molteplici ricadute sociali e sulle risposte messe in campo dalle realtà autogestite e autorganizzate.
E dunque, dove eravamo rimasti? A quella necessità: Zic cambia. Le ragioni e le riflessioni che ci avevano portato a quella scelta rimangono sul tavolo e oggi non possiamo che riannodare i fili con quanto scritto a suo tempo. Un cambiamento stavolta non è più procrastinabile. Di conseguenza, riprendendo esattamente quanto dicevamo un anno e mezzo fa: «Pur non volendo rinunciare all’eterogeneità che ha sempre fatto parte del dna di questo progetto, molto probabilmente l’attività editoriale di Zic sarà meno completa e forse anche meno tempestiva. Del resto, i tempi sono molto diversi rispetto a quelli in cui il giornale è nato e poi si è sviluppato: le realtà sociali che rappresentano il nostro punto di riferimento hanno a disposizione molti più strumenti per comunicare e infatti spesso dimostrano di preferire le opportunità della self-communication, social network in testa, a canali informativi come quello che Zic si candida ad offrire. Possiamo immaginare che ci sarà meno cronaca e non tutto potrà più trovare spazio, con l’auspicio di preservare il tentativo di produrre quella parte di contenuti ‘a più alto valore aggiunto’ che da sempre arricchisce il giornale. Potremmo dover ridurre le notizie che sono comunque disponibili sul mainstream, privilegiando le informazioni che più faticano ad emergere».
To be continued…
P.s. Zic.it è un giornale completamente autoprodotto e autofinanziato: le informazioni per contribuire alla sua sopravvivenza sono disponibili qui
La redazione (sempre inquieta) di Zic.it