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Dopo l’emergenza “tornino studenti prima dei turisti”? Noi restiamo: “Comune e ateneo ipocriti”

Noi Restiamo: “Città svenduta in nome delle vetrine e della city of food”, solo ora si ricordano degli studenti in “vista delle future perdite economiche dovute al blocco del turismo e del prossimo anno accademico, che con tutta probabilità si svolgerà in buona parte per vie telematiche”. Epidemia, ancora otto decessi e 35 contagi.

08 Maggio 2020 - 20:08

“Prima dei turisti ci auguriamo che tornino gli studenti” ha detto ieri in commissione politiche abitative l’assessore Matteo Lepore. “La ripartenza di Bologna sara’ prima di tutto segnata dal rientro degli studenti, dopo penseremo ai turisti”, gli ha fatto eco il prorettore Mirko Degli Esposti.

“Vi ricordate degli studenti solo quanto serve”, attacca Noi Restiamo: “Università e comune di Bologna si sono ricordati degli studenti, dopo ‘appena’ due mesi di pandemia globale, riempiendosi la bocca con discorsi sull’importanza ‘culturale’ del polo universitario per questa città e della necessità di garantire un pieno diritto allo studio. Tutta ipocrisia volta solo a recuperare gli studenti, definiti ‘una risorsa’, in vista delle future perdite economiche dovute al blocco del turismo e per il prossimo anno accademico, che con tutta probabilità si svolgerà in buona parte per vie telematiche. Noi, studenti e studentesse dell’università di Bologna, non abbiamo la memoria corta. Conosciamo bene il problema del caro affitti anche da prima della pandemia, quando dicevate che non si poteva fare nulla perché è così che funziona il mercato. Ci ricordiamo che quando avevamo bisogno di un investimento nelle residenze universitarie pubbliche, la risposta era stata lo Student Hotel e la messa all’asta degli immobili pubblici. Siamo stati spinti a vivere sull’Appennino, a quaranta minuti di macchina, quando Lepore ci considerava solo studenti di passaggio senza voce in città. L’Unibo è diventata negli anni un’università d’eccellenza che attira gli studenti internazionali, ma non si abbassano le tasse, non si trovano soluzioni per aule sovraffollate e si aumentano i corsi a numero chiuso, mettendo prima gli utili di bilancio rispetto al diritto allo studio. Il Comune di Bologna, in nome delle vetrine e della city of food, ha svenduto questa città ai grossi potentati privati affinché investissero in residenze private e catene di cibi che sfruttano i lavoratori, primo fra tutti Farinetti, e allungassero le loro sporche mani su questa città”.

Prosegue il collettivo: “Ve le diciamo noi, Lepore e Degli Esposti, quali sono le misure che in questa emergenza devono essere prese.  Abbiamo vissuto la crisi di questi mesi ma non è stato fatto nulla per la difesa dei nostri interessi da parte delle istituzioni. Servono provvedimenti strutturali per il diritto allo studio e per il diritto alla casa: blocco totale di affitti e utenze, che abbiamo continuato a pagare senza entrate e pesando sulle nostre famiglie nella crisi sanitaria ed economica; abolizione delle tasse universitarie, almeno un semestre in più senza costi ulteriori; borse di studio da erogare subito, senza vincoli di merito e monetizzazione dei servizi; eliminazione dei test d’ingresso e corsi di recupero per le nuove matricole; aumento, ristrutturazione e criteri più accessibili di accesso alle residenze universitarie pubbliche. La drammatica situazione in cui ci troviamo, dovuta al crollo su se stesso di questo modello di società, è anche colpa vostra, e continueremo a ricordare qual è stato fino ad ora il trattamento riservato a noi studenti”.

Mentre tra Palazzo D’Accursio e via Zamboni si parla di ripartenza, però, l’epidemia è rallentata ma non certo conclusa.  Nel territorio metropolitano nelle ultime 24 ore rilevate altre otto persone hanno perso la vita dopo aver contratto il coronavirus, e sono stati accertati 35 nuovi casi di positività, a 4332 il conteggio partito lo scorso febbraio, 388 dei quali nel circondario imolese (nessun nuovo caso). Complessivamente in Emilia-Romagna si sono registrati 26.598 casi di positività (+111) a fronte di 221.866 test (+4.827). I casi attivi sono attualmente 7730 (-281), i decessi 3.797 (+31), i ricoverati in terapia intensiva 163 (-10). I casi nelle altre province: 4334 a Piacenza (34 in più), 3.266 a Parma (6 in più), 4.819 a Reggio Emilia (7 in più), 3.779 a Modena (7 in più), 970 a Ferrara (10 in più), 993 a Ravenna (nessuna variazione), 920 a Forlì (4 in più), 741 a Cesena (6 in più), 2.056 a Rimini (2 in più).