Rilevata una “violazione degli obblighi di informativa e confronto sindacale sulla materia della mensilizzazione e banca ore”, riferisce l’Sgb. L’Unione inquilini, intanto, boccia il progetto da 1,6 milioni per la realizzazione di un museo dedicato alle case popolari.
“La cooperativa sociale Società Dolce condannata per antisindacalità. Lavoratori e lavoratrici verso lo sciopero”, segnala Sgb con un comunicato. “Nei mesi scorsi- ricostruisce il sindacato- sono state tante le battaglie che abbiamo intrapreso come Sgb contro l’accordo di mensilizzazione e banca ore, firmato sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici, dalla cooperativa sociale Società Dolce e da Cgil, Cisl e Uil. Tanti i dipendenti e i soci della cooperativa coinvolti in questa protesta che richiede l’annullamento di questo accordo che di fatto peggiora le loro condizioni di lavoro e di salario ed in particolari per chi lavora nei servizi 0-18. Oltre alle numerose iniziative sindacali come assemblee, presidi e una raccolta firme a cui hanno aderito oltre 200 lavoratori, abbiamo intrapreso come Sgb una causa per anti sindacalità (art. 28) visto che le nostre Rsa non sono state convocate a discutere tale accordo. Bene, lunedì 29 gennaio si è conclusa tale procedura che ‘accerta e dichiara l’antisindacalità della condotta della cooperativa Società Dolce, consistente nella violazione degli obblighi di informativa e confronto sindacale sulla materia della mensilizzazione e banca ore, e ne ordina la cessazione immediata’. Come Sgb, oltre a ringraziare per l’ottimo lavoro il nostro avv. Annarita Bove, ci dichiariamo più che soddisfatti di aver ottenuto il riconoscimento dovuto; diritto che ci spetta nonostante le leggi di monopolio che prevedono Cgil, Cisl e Uil come uniche trattanti sui contratti da loro firmati anche in aziende dove non rappresentano nessuno: si tenga conto che in cooperativa Dolce, Cisl e Uil insieme non raggiungono minimamente gli iscritti al nostro sindacato”.
Aggiunge Sgb: “Riteniamo fortemente antidemocratico il principio per il quale a prescindere dalle adesioni sindacali dei lavoratori ad una sigla, in un’ azienda possano trattare esclusivamente i firmatari del contratto nazionale e non coloro che realmente sono rappresentativi dei lavoratori: contro di questo continueremo a batterci in tutti gli ambiti in cui ci sarà proposto. Alle Centrali cooperative, (Lega Coop, Agci, Confcooperative) e alle aziende vogliamo dire che oggi Sgb è rappresentativo in tutto il settore in questo territorio e che pensiamo sia giunto il momento di smettere di sottostare ai diktat (alle imposizioni) della cgil che chiede costantemente l’esclusione di Sgb dai tavoli di trattativa. Continueremo la nostra lotta per smantellare la banca ore e in particolare l’accordo sottoscritto e applicato nella cooperativa sociale Società Dolce, andando verso uno sciopero aziendale entro fine febbraio”.
L’Unione inquilini, invece, interviene sulla prossima realizzazione di un museo dedicato alle case popolari, resa nota di recente: “E’ di questi giorni l’annuncio di Acer sulla costruzione del primo ‘Museo italiano delle case popolari’ nella corte di via Zampieri – Di Vincenzo, alla Bolognina, dove verrà ristrutturato un vecchio magazzino di 400 mq ex Iacp in stato di abbandono da anni. Per la realizzazione di questo progetto è stato previsto un costo stimato di 1.620.000 euro. E’ incredibile come in una realtà che vede un significativo patrimonio pubblico inutilizzato perchè da ristrutturare/riqualificare, come ad esempio gli alloggi inutilizzati in via Zampieri, già da anni denunciati da Unione Inquilini, si intraprendano iniziative museali. L’iniziativa francamente incredibile è presa in una situazione che vede la scomparsa del contributo sociale affitti e per la morosità incolpevole, che hanno costituito un aiuto, seppur minimo ed insufficiente, per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche. La crisi economico-sociale tuttora in corso fa presagire che l’emergenza abitativa continuerà e peggiorerà , in assenza di contributi sociali per l’affitto e di un fondo per la morosità incolpevole, e in assenza di misure strutturali contro l’emergenza abitativa, nella nostra città è facile prevedere il verificarsi di una vera e propria valanga di sfratti. Ancora una volta la scelta politica della Giunta comunale va a favore di ‘nuovi posti’ burocratico politici da ricoprire, magari di qualche accolito fedele con tessera in tasca o qualche ex sindacalista della Triplice Confederazione (speriamo vivamente di no), e non verso la risoluzione del sistematico problema abitativo. Gli inquilini, i lavoratori e le lavoratrici, le madri singole e gli anziani che sono in graduatoria Acer da anni hanno bisogno di vedersi assegnate case, hanno bisogno di vivere in alloggi ‘dignitosi’ e non di ‘chic visite museali'”.