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Dionigi proporrà il rinvio dell’inizio dell’anno accademico al 5 ottobre

I ricercatori confermano il blocco della didattica, oltre due terzi si asterranno dall’insegnamento. Adesione totale a Architettura, Chimica, Psicologia e al 98% a Veterinaria.

20 Settembre 2010 - 19:35

Il rettore parlerà domani ai presidi di facoltà, giovedì alla Conferenza dei Rettori (Crui)  e venerdì in Senato Accademico proponendo di rinviare di una settimana (quindi, a Bologna, al 5 ottobre) l’inizio dell’anno accademico.  In quella settimana, intende organizzare una serie di eventi (ancora da definire) per sensibilizzare studenti e opinione pubblica sulla protesta dei ricercatori contro il ddl Gelmini. Intanto, ha invitato i ricercatori a dare conferma definitiva dell’intenzione di astenersi dall’insegnamento entro domani.

L’annuncio all’assemblea tenuta oggi in Rettorato, tentando di rimediare al danno d’immagine rimediato con l’ipotesi, poi pressoché accantonata, di assumere docenti a contratto per rimpiazzare i ricercatori depotenziando la protesta.

I ricercatori dell’Alma Mater, da parte loro, pur con qualche distinguo emerso in alcune facoltà meno propense alla protesta,  hanno in gran parte ribadito l’intenzione di mantenere il blocco della didattica almeno fino a metà ottobre, quando il ddl, già approvato a Palazzo Madama, sarà discusso alla Camera.

Secondo i dati diffusi dai ricercatori dell’Università di Torino, che stanno monitorando i blocchi della didattica in 46 dei 66 atenei pubblici italiani, a Bologna l’adesione è al 67,71%, con punte del 100% ad Architettura, Chimica e Psicologia, e del 98% a Veterinaria. A livello nazionale l’adesione è al 57.68%,  capofila gli atenei abruzzesi, che superano l’89% dei ricercatori intenzionati a rifiutare di svolgere l’attività didattica, non prevista dai contratti.

C’erano anche gli attivisti di Bartleby, che hanno rinnovato la proposta di un‘assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza