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“Diciamo no alla proroga degli affidamenti del servizio idrico”

Oggi presidio davanti alla Regione, organizzato dal Coordinamento regionale Comitati acqua pubblica e dalla Rete emergenza climatica e ambientale Emilia-Romagna: “Solo una tappa della nostra mobilitazione, che andrà avanti anche verificando la legittimità giuridica della scelta” compiuta nei giorni scorsi in viale Aldo Moro, che “continua a disconoscere l’esito dei referendum sull’acqua del 2011”.

03 Novembre 2021 - 18:33

No alla proroga degli affidamenti del servizio idrico e no all’idea di continuare con le privatizzazioni. E’ con queste parole d’ordine che oggi davanti alla sede della Regione si è svolta una manifestazione convocata dal Coordinamento regionale Comitati acqua pubblica e dalla Rete emergenza climatica e ambientale Emilia-Romagna (Reca Er). Hanno partecipato “realtà dell’associazionismo, del mondo politico e dei sindacati, uniti nella lotta alla privatizzazione dell’acqua, nella rivendicazione del rispetto della volontà popolare sancito dall’esito del referendum del 2011″, riferiscono i promotori, e anche una “delegazione Zapatista che ci ha ricordato come la battaglia per l’acqua non conosca confini e sia un filo che unisce i popoli”.

Nei giorni scorsi l’Assemblea regionale “ha approvato la proroga degli affidamenti del servizio idrico nei territori regionali- spiegano le due sigle- con l’eccezione di Reggio Emilia e Rimini, dove sono in corso procedure di gara, fino alla fine del 2027. Questa scelta è stata motivata con due ragioni: la prima è che occorre dare continuità alle gestioni in essere per effettuare gli investimenti che derivano dal Pnrr. La seconda è che, se non si fosse proceduto così, si sarebbe dovuto mettere a gara gli affidamenti che vanno in scadenza nei prossimi anni, con il risultato che, anziché un prolungamento di sei anni, ci si sarebbe ritrovati con gli stessi gestori per altri 30 anni. Entrambi questi ragionamenti non stanno in piedi: per realizzare gli investimenti che arrivano dal Pnrr non esiste la necessità di avere lo stesso gestore, perché eventuali soggetti subentranti devono portare avanti gli investimenti programmati. Per quanto riguarda, poi, il ricorso alla gara, dovrebbe essere chiaro a tutti che non esiste l’obbligo di andare su questa strada, né tantomeno quella di farla al momento della scadenza delle concessioni. Al posto della gara, se si vuole, si può ripubblicizzare il servizio, mentre i tempi della gara sono diventati incredibilmente lunghi: basta pensare che quelle che vanno verso la conclusione a Reggio Emilia e Rimini arrivano dopo 10 anni che lì è scaduta la concessione!”.

In realtà, la scelta compiuta “costituisce semplicemente un grande regalo alle due grandi multiutilities che hanno la gran parte degli affidamenti del servizio idrico in Regione, Iren e Hera. In particolare, per quest’ultima- continua il comunicato- le concessioni andavano alla scadenza in tempi brevi: a Bologna alla fine di quest’anno, nei territori di Ravenna e Forlì-Cesena alla fine del 2023 e in quelli di Ferrara e Modena alla fine del 2024. Così facendo, invece, si preclude la possibilità della ripubblicizzazione del servizio idrico che sarebbe stata possibile a quelle date e si continua così a disconoscere l’esito dei referendum sull’acqua del 2011”. Per questi motivi, il presidio di oggi “è solo una tappa della nostra mobilitazione, che andrà avanti- è l’impegno del Coordinamento dei Comitati acqua pubblica e dalla Rete emergenza climatica e ambientale- anche verificando la legittimità giuridica della scelta, avvenuta, oltre che senza nessun confronto con i soggetti sociali che si occupano di questi temi, saltando il ruolo di Atersir, l’Agezia regionale per il servizio idrico e i rifiuti, cui spetta solitamente la decisioni sugli affidamenti”.