Loris, di Bartleby (Bologna) e del Knowledge Liberation Front, conclude il suo racconto da Tunisi e rilancia l’appello per un nuovo appuntamento in Tunisia.
L’ultimo giorno a Tunisi ci racconta di una situazione che e’ possibile immaginare come un fuoco che arde sotto la cenere della repressione,dai tassisti in sciopero al pranzo che non ci viene servito in aereo per le braccia incrociate dei lavoratori dell’aeroporto di tunisi,ai presidi di insegnanti , magistrati e studenti:le rivendicazioni si moltiplicano quotidianamente e la chiamata al voto per il 14 luglio e la concessione del voto e della democrazia formale non sembrano essere per niente sufficienti per i rivoluzionari tunisini,intenzionati a mettere in piedi esperimenti di democrazia diretta e a cambiare radicalmente le condizioni materiali che negano bisogni e desideri proprio come dall’altra sponda del mediterraneo.chiaramoci: la cacciata di ben-ali’ e il rovesciamento della dittatura sono stati il primo e importante passo per l’apertura dei conflitti e delle rivendicazioni successive,ma quasi tutti sono consapevoli che questo non si tradurra’ automaticamente in migliori condizioni di vita e di liverta’,ma e’ e rimane subordinato alle lotte e ai conflitti che dal basso continuamente dovranno spingere questo piano istituzionale a nuove e sempre maggiori concessioni.
Un esempio molto interessante di autogoverno e creazione di istituti auogestionari ci viene da una citta’ non molto distante da tunisi che si chiama Raydef (di oltre cinquantamila abitanti), dove dai racconti degli attivisti tunisini le lotte sono state di una tale forza da bruciare in pochi giorni i commissariati e cacciare via tutta la polizia dalla citta’ e trasformare il palazzo del governo della citta’(dopo aver mandato via gli scagnozzi locali del regime)in un luogo di assemblea permanente,di decisione collettiva senza rappresentanza che si occupa di tutti gli aspetti della vita quotidiana,decidendo comunemente dalla gestione dell’economia all’autotutela collettiva,dalle risorse idriche alla socialita’ cittadina.
Nell’ultimo giorno inoltre una nuova assemblea con gli studenti e gli attivisti tunisini,i compagni/e della rete no-border ha scritto un documento comune che chiama ad un appuntamento trans-nazionale all ‘universita’ di tunisi provando a condividere le lotte fra le due sponde e a lanciare un ambizioso progetto politico.
Siete tutti/e invitati per la fine di settembre a scendere assieme al klf e fare sul campo un corso ad una delle migliori “universita’” di conflitto ,rivolte e tumulti che ad oggi ci sia:lo straordinario laboratorio tunisino!
> L’appello:
Noi studenti, precari, disoccupati e attivisti del Nord Africa e dell’Europa, ci siamo incontrati a Tunisi per condividere saperi e costruire lotte comuni. Le rivolte che hanno attraversato l’Africa del nord in questi mesi parlano a tutti, perché hanno messo al centro le condizioni di vita e l’assenza di futuro delle nuove generazioni, le prime a scendere in strada, le ultime ad avere diritto di parola. Nel contesto della crisi economica globale, sono molti i tratti comuni tra i conflitti in Europa e i movimenti che hanno cacciato Ben Ali e Mubarak.
L’obiettivo delle nostre lotte è la trasformazione radicale di un sistema fondato sullo sfruttamento generalizzato e il governo delle elite parassitarie contro i bisogni dei molti. Ci ribelliamo contro la miseria del presente e per costruire nuovi rapporti sociali fondati su percorsi di liberazione e sulla riappropriazione della ricchezza collettiva. Queste lotte hanno prodotto uno spazio comune che il potere cerca continuamente di frammentare e reprimere.
Su questa base proponiamo un meeting transnazionale di attivisti per condividere le esperienze di conflitto e costruire percorsi in comune. Non ci interessa fare un «evento» mediatico, ma vogliamo costruire una rete transnazionale all’altezza delle sfide e della trasformazione sociale.
Il meeting che stiamo organizzando vuole quindi essere un laboratorio di riflessione e organizzazione su questioni politicamente centrali: le migrazioni e la libertà di circolazione delle persone e dei saperi, la precarietà, il debito e un nuovo welfare, l’accesso libero e gratuito alla conoscenza, la rete e la costruzione di strumenti di comunicazione indipendenti, la riappropriazione dello spazio urbano, i metodi e le forme di lotta, la sperimentazione di nuove forme organizzative dell’intelligenza collettiva.
Proponiamo allora un meeting di 3 giorni in Tunisia nel mese di settembre e invitiamo collettivi, gruppi e singoli attivisti che condividono questi temi e vogliono costruire una rete transnazionale di lotte.
Front de Libération populaire de la Tunisie
Knowledge Liberation Front
Network Welcome to Europe e altri attivisti di NoBorder
Soliplenum Revolte (Göttingen)