I ciclofattorini parlano di “passo avanti” e sottolineano che l’azienda non l’avrebbe mai fatto “se non avessimo sfidato l’algoritmo e scioperato”. Oggi intanto giornata di protesta tra i lavoratori dell’aeroporto, lunedì tocca a quelli del Cup.
Deliveroo annuncia l’arrivo di una nuova polizza assicurativa e i riders di Bologna rivendicano il
risultato: “Deliveroo non avrebbe mai fatto una cosa simile se non ci fossimo attivati, se non avessimo sfidato il governo dell’algoritmo e lo storytelling della community dei piccoli imprenditori di se stessi e se non avessimo scioperato per rovesciare questo ordine di cose”, ha scritto Riders Union. “Dopo mesi di assoluto silenzio, durante i quali ci siamo mobilitati insieme a tante altre città in Europa per rivendicare condizioni più dignitose per il nostro lavoro, Deliveroo decide di farci un ‘regalo’. Con tanto di video-messaggio del ceo Will Shu, Deliveroo ci comunica attraverso una mail molto generica di aver stipulato una nuova polizza assicurativa per noi rider. Da quello che invece apprendiamo dalla stampa (e non dalla mail, forse per timidezza…) ci verrà garantita una copertura pari al 75% della retribuzione media giornaliera fino a un massimo di trenta giorni di inattività, un massimo di 7500 euro per le spese mediche e 50 euro per ogni giorno di degenza in ospedale fino a sessanta giorni. Sarebbe insensato negare che questa novità non rappresenti un passo in avanti rispetto a prima, con dei massimali assicurativi di una certa rilevanza che sarebbero tornati utili giusto qualche mese fa, quando in molti hanno subito infortuni rilevanti tra cui un nostro collega bolognese colpito da un bus durante il turno. E’ sicuramente più utile sottolineare però almeno due ulteriori aspetti, per far sì che il tutto non si riduca sempre e solo ad operazioni di marketing. Perché, in primo luogo, riteniamo che soprattutto quando il tema è la sicurezza e la tutela della salute, la trasparenza non è mai eccessiva: più che comunicati stampa e video-messaggi pretendiamo che Deliveroo fornisca a tutti i suoi rider un’informativa dettagliata in merito a ciò che prevede la polizza assicurativa e alle sue condizioni e procedure di utilizzo. Inoltre è necessario ribadire e insistere su un altro punto: la copertura assicurativa è fondamentale ma ancora di più lo è la prevenzione e la riduzione dei rischi. Per questo Deliveroo deve impegnarsi seriamente a fornire attrezzature idonee e ad assumersi fino in fondo l’onere di metterci in condizioni di lavorare veramente in sicurezza”.
Continua Riders Union: “Infine, va detta la verità: Deliveroo non avrebbe mai fatto una cosa simile se non ci fossimo attivati, se non avessimo sfidato il governo dell’algoritmo e lo storytelling della community dei piccoli imprenditori di sé stessi e se non avessimo scioperato per rovesciare questo ordine di cose. Non a caso nella nostra città, come conseguenza delle mobilitazioni degli scorsi mesi, è in atto da settimane un processo di contrattazione metropolitana per il ‘lavoro digitale’, nel quale ricomprendere anche il nostro, che ha al centro dei chiari elementi di rivendicazione: una paga oraria adeguata basata sui minimi dei CCNL equiparabili, garanzia sul monte ore, divieto del #cottimo come formula retributiva principale e, ovviamente, un’assicurazione contro malattia e infortuni a carico dell’azienda. A Deliveroo fa sicuramente comodo presentare questa nuova polizza assicurativa come frutto della sua immensa generosità, per camuffare il suo estremo bisogno di avere un’immagine linda da poter presentare agli investitori e all’opinione pubblica e conquistare mano a mano fette di mercato sempre più grandi. Non siamo ingenerosi né scortesi nell’affermare queste cose, perché sappiamo bene come si comporta #Deliveroo tutti i giorni dell’anno e come si sta comportando a Bologna. Ma soprattutto non ci facciamo prendere in giro: se come afferma il Canguro ha tanto a cuore le sorti dei propri lavoratori, riconosca che ormai ci si sono organizzati e con noi bisogna confrontarsi. Affronti per la prima volta tutte le questioni che da mesi in tantissime città vengono poste e accetti finalmente che dei Diritti fondamentali non possono più essere negati ai rider. Noi sicuramente non ci fermeremo qui”.
Nel frattempo, le mobilitazioni dei riders hanno spinto anche l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ad approvare all’unanimità una risoluzione in cui si chiede una legge che tuteli i diritti dei ciclofattorini.
In aeroporto, intanto, quella di oggi è ancora una giornata di sciopero: lo ha proclamato l’Usb Lavoro Privato insieme ai lavoratori impiegati presso gli appalti di pulizia dalle società Pulitori e Affini SpA e Miorelli Service SpA, dalle 11 alle ore 15: “Dopo l’esito negativo dell’incontro tenutosi negli uffici della prefettura di Bologna con le due società in appalto, l’Usb ha aperto lo stato di agitazione ed il 26 aprile insieme ai lavoratori ha denunciato con un presidio interno all’aeroporto il peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro a cui sono sottoposti i dipendenti da quando le due società sono subentrate nell’appalto: abolizione del buono pasto, turni di lavoro sfiancanti, straordinari utilizzati per ricattare i lavoratori part-time, mezzi di lavoro obsoleti e buste paga poco chiare. Nella stessa giornata, abbiamo chiesto alla dirigenza dell’Aeroporto Marconi SpA in qualità di responsabile in solido, di incontrare l’Usb ed i lavoratori per spiegare quelle che sono le condizioni di lavoro nei suddetti appalti e chiedere che Aeroporto intervenga per porre fine alle problematiche presenti ormai da anni. Se Aeroporto Marconi di Bologna rimarrà in silenzio di fronte alle richieste dei lavoratori, Usb chiederà un incontro immediato alla Città Metropolitana che insieme al Comune di Bologna ed alla Regione, è socio partecipante di Aeroporto Marconi Spa e pertanto responsabile in prima persona delle condizioni peggorative imposte dalle società in appalto. Crediamo, infatti, che le istituzioni politiche del nostro territorio non possono rimanere inerti e che debbano assumere il compito di porre fine a questo modello nell’interesse dei lavoratori e della cittadinanza utente”.
Sempre oggi, in aeroporto tornano a farsi sentire anche i dipendenti di Gh contro la disdetta del contratto integrativo decisa unilateralmente dall’azienda che gestisce il 70% dell’handling al Marconi e impiega 337 persone. I sindacati incontreranno, assieme ad Adb, Gh e il Comune per discutere una clausola di sito che garantisca in caso di passaggio da un’azienda all’altra, in modo che il trattamento economico non peggiori. E ci sarà un presidio dei lavoratori sotto Palazzo Malvezzi. La questione della disdetta dell’integrativo da parte di Gh sarà anche al centro, lunedì, di un nuovo incontro in aeroporto tra azienda e sindacati. E i dipendenti hanno avvisato: o “l’azienda ritira la disdetta o si interrompe la trattativa e scatta lo sciopero”.
Sciopero in vista, infine, anche al Cup. “Nonostante i ripetuti appelli da parte di Sgb per cercare una soluzione riguardo la situazione delle code in chiusura agli sportelli Cup di Bologna- scrive il sindacato- l’azienda non ha ritenuto necessario, nonostante siano state avanzate delle proposte da parte nostra, risolvere il problema, ritenendo la situazione non critica. Allo stato attuale spesso accade che l’affluenza dell’utenza in prossimità della chiusura dei punti Cup, porti alla conseguenza di non poter permettere al personale in turno di servire tutte le persone presentatesi, in quanto il tempo tra la fine dell’erogazione dei numeri e la fine del turno di lavoro non permette lo smaltimento delle code. Abbiamo proposto una chiusura anticipata dell’erogazione dei biglietti che permettono di accedere al servizio, commisurata alla dimensione dell’affluenza, ma l’Asl ha fermamente rifiutato. Anche la riduzione tout court dell’orario di chiusura di erogazione dei biglietti, in modo da permettere lo smaltimento delle code, non è stato preso in considerazione. Sembra non si tenga presente la situazione critica venutasi a creare non più tardi di gennaio scorso, che ci ha già costretti a scioperare per lo stesso motivo. Le condizioni che hanno portato a quello scenario, più volte preannunciato da noi, non sono mutate e il fatto che in questo periodo ci sia meno affluenza, non deve farci pensare che non si possa ripetere la stessa cosa in futuro. Se non si interviene sull’organizzazione delle chiusure che ancora oggi costringe molte persone a tornare a casa pur avendo fatto la fila, è sicuro che ci saranno nuovamente situazioni al limite come quelle critiche già affrontate in passato. Riteniamo pertanto che sia, per i dipendenti di Cup 2000, un diritto minimo ed elementare poter ottemperare al proprio lavoro con serenità e in tutta sicurezza, senza continue tensioni con i cittadini, e sia altrettanto un elementare diritto per l’utenza non dover aspettare invano in un ufficio aperto al pubblico. Una soluzione va trovata al più presto per permettere di offrire un normale servizio ai cittadini, a meno che non si voglia continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Per questi motivi abbiamo indetto uno sciopero per lunedì 14 maggio, con la speranza che sia l’ultimo in relazione a queste problematiche”.