Presidio sotto la Regione durante un vertice tra enti locali e società concessionaria sullo stato dell’opera, poi corteo fino a via Stalingrado. La ricetta delle reti ambientaliste: “Trasporto pubblico, merci su ferrovia, accorciare le filiere”.
Ieri nella sede della Regione di viale Aldo Moro c’è stato un incontro con Autostrade per l’Italia e Comune sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione del Passante di mezzo. Nel piazzale antistante si sono date appuntamento associazioni e comitati contrari al progetto per “un’azione di contrasto dal basso che possa portare all’annullamento di un’opera dannosa per chi vive in città e nell’area metropolitana”. Il presidio si è poi trasformato in un corteo fino a via Stalingrado.
Spiegano i No Passante: “Sono già stati aperti vari cantieri in città per lo spostamento delle reti di telecomunicazione sotterranee e per la predisposizione di aree accessorie a quelle che saranno direttamente interessate alla realizzazione delle corsie aggiuntive”, con tanto di “abbattimento di vari alberi in zone verdi adiacenti all’asse della tangenziale. Alberi spesso di alto fusto e con ampie chiome fogliari la cui rimozione avrà sin da subito un impatto negativo sulla qualità dell’aria della nostra città e che la nuova messa a dimora di giovani piante, promessa ma non ancora realizzata, non potrà certamente compensare per parecchi anni”
La realizzazione di altre otto corsie del passante, “come previsto dal progetto esecutivo, peggiorerà ulteriormente la situazione incentivando un aumento del transito di autoveicoli e compromettendo per decenni qualsiasi programma volto alla riduzione delle emissioni inquinanti e al miglioramento della salubrità dell’aria che respiriamo”. Ma la contestazione dei comitati si allarga a tutto “un modello di mobilità delle persone e delle merci fondato sul traffico privato, su gomma” che “ci sta portando verso la catastrofe ecologica, perché è un modello fondato sul consumo di combustibili fossili”. Piuttosto occorrono “investimenti sul trasporto pubblico collettivo di massa”, spostare “le merci dall’autostrada alla ferrovia”, accorciare”le filiere di produzione, a partire dal cibo, a partire dall’agricoltura”,e poi “smart working e car pooling: tutte queste cose di cui sentiamo parlare e sulle quali non viene fatto assolutamente nulla o pochissimo”. Alla richiesta di”abbandonare quest’opera inutile e dannosa”, le istituzioni “o non rispondono o rispondono semplicemente ‘no’. Quelli del ‘no’ sono loro, non noi”.
(foto Agenzia Dire)