Acabnews Bologna

Dall’Università al Fico, “io non lavoro gratis”

Nasce in ateneo un percorso aperto per contrastare ricatto e sfruttamento nei processi di trasformazione urbana e del lavoro. Tutti gli appuntamenti.

19 Novembre 2014 - 17:59

freejob, lavoro gratis (foto da twitter @ellepuntopi)Martedì 18 novembre in via Zamboni 38 si è tenuta un’assemblea pubblica su “Università, grandi opere, grandi eventi: nuovi modelli di trasformazione urbana e del lavoro” .

Da questa assemblea è stato rilanciato un percorso fatto di diverse tappe e giornate di mobilitazione e di confronto pubblico, sperimentando la costruzione di processi cittadini, collettivi e aperti.

– 20.11 ore 20 @ Paladozza (piazza Azzarita) contestiamo Renzi.

– 24.11 @ facoltà di agraria giornata di informazione e di volantinaggio su F.I.Co..

– 25.11 ore 17 @ via Zamboni 38 dibattito “Se è gratis, non è lavoro” con Andrea Fumagalli e Federico Chicchi.

– 26.11 ore 10 @ Piazza Verdi No Recruiting Day #iononlavorogratis.

– 28.11 ore 19 @ Sala Borsa assemblea pubblica “Foglia di Fico” “Come decostruire l’immaginario attorno a F.I.C.O per costruire alternativa?”

– 2.12 ore 19 @ via Zamboni 38 assemblea pubblica verso e oltre il 5 dicembre.

I dispositivi di lavoro gratuito inseriscono università e grandi eventi in un quadro comune. Attraverso le prossime iniziative e il percorso tracciato dall’assemblea in università, la scommessa è contestare il modello di sfruttamento, di false promesse, di ricattabilità, di gratuità della prestazione lavorativa che viene disegnato dentro stage e tirocini universitari, sempre più intrecciati ai cambiamenti del mercato del lavoro mutato da misure come il Jobs Act e da strumenti fallimentari come la Youth Garantee, e sempre più in simbiosi con gli interessi economici e di business dei grandi eventi come F.I.Co. ed EXPO.

I grandi eventi come F.I.Co. e l’operazione di trasferimento del polo universitario all’ex Staveco, con conseguente svendita degli immobili in zona universitaria, trasformeranno Bologna e stravolgeranno la geografia e i flussi della città. Appare evidente che le grandi opere e l’accademia universitaria diventano sempre più dispositivi di trasformazione urbana e assumono un ruolo politico centrale nei meccanismi decisionali che mutano il volto cittadino.

Allo stesso tempo è possibile rintracciare una forte connessione fra i dispositivi di sfruttamento del lavoro alla base di eventi come EXPO e le false promesse formative che sostanziano stage e tirocini diffusi nel mondo accademico, per celare prestazioni di lavoro gratuito e dequalificato. Per convincere i giovani a diventare volontari presso EXPO vengono costruite campagne mediatiche che ruotano intorno al gradimento sui social network (“conquisterai moltissimi like su facebook”) e a fantomatiche capacità acquisite nell’accoglienza ai visitatori dell’esposizione, invitando a lavorare gratuitamente e senza tutele. Le esperienze di stage e tirocini durante e dopo il percorso universitario funzionano utilizzando gli stessi sistemi di convincimento: lavorare gratuitamente 300 ore, senza nessun vincolo sull’effettiva crescita formativa, serve per ottenere un certo numero di crediti e fornire l’illusione di un aumento delle capacità e delle competenze utili per entrare – in futuro – nel mondo del lavoro.

Mercoledì 26 novembre si terrà il Recruiting Day, l’evento autunnale targato Unibo per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro: si tratta di una replica del Career Day che annualmente si svolge in Fiera, trasferito però nel centro della città e della zona universitaria. Per tutto il giorno, previa prenotazione all’evento e ritiro di un braccialetto (usato per ridurre code, ma anche per catalogare e controllare gli accessi, come se si trattasse proprio di reclute in fila), gli aspiranti candidati in cerca di impiego potranno conoscere i responsabili risorse umane di molte note aziende.

Il 26 novembre andrà in scena l’ennesimo evento-vetrina di aziende ed imprese: dietro ad illusorie promesse di assunzione giovani laureandi e neolaureati rincorrono la speranza di entrare nel mondo del lavoro. Nonostante la precarietà ed i ricatti, in molti proveranno a lasciare un curriculum ad aziende, che nella migliore delle ipotesi proporranno lavori a titolo gratuito. E a causa delle condizioni imposte dal mercato e dalle riforme del lavoro, la prospettiva di un contratto futuro non farà altro che confermare una situazione di ricattabilità e di sfruttamento.

Sin dal percorso formativo ci ritroviamo immersi nella precarietà, consapevoli che il conseguimento della laurea non aprirà le porte del posto fisso, situazione sconosciuta alle giovani generazioni, che ogni giorno devono destreggiarsi tra lavori precari ed occasionali per sopravvivere.

Riteniamo inaccettabile pensare di risolvere il nodo della disoccupazione giovanile – arrivata a livelli senza precedenti (46%) – e della precarietà, ormai paradigma del mondo del lavoro, con strumenti e politiche inefficaci e peggiorative, come la Youth Garantee e il Jobs Act.

Il modello EXPO, fondato sull’inserimento al lavoro attraverso percorsi di servizio civile, stage e lavoro volontario – quindi gratuito – viene esteso a livello nazionale.

Sia nel Jobs Act sia nella Garanzia Giovani, il paradigma di “produttività” e di “competitività” viene contrapposto a quello di “inefficienza” e di “inattività”: verso maggiore sfruttamento e ricattabilità, liberalizzazione definitiva del contratto a tempo determinato e dell’apprendistato, bassi salari, minori oneri per le imprese, quindi precarizzazione strutturale e selvaggia.

La nostra garanzia giovani è reddito contro la precarietà, contro il lavoro gratuito di stage, tirocini e apprendistati, contro il ricatto che ci costringe a scegliere tra salari da fame, contratti vergognosi e disoccupazione.

Io non lavoro gratis