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Dalla Consultoria allo sciopero de Lottomarzo, le prossime tappe in città [audio]

Le queer in assemblea: “Creiamo strutture che ancora non sono state pensate”. Nel pomeriggio nuovo appuntamento verso lo sciopero globale delle donne, nel calendario di iniziative di NonUnaDiMeno, a cui aderiscono collettivi e sindacati di base.

06 Marzo 2017 - 13:29

“Un luogo per occuparci della nostra salute a partire dai desideri e non dalle malattie”, così le soggettività transfemministe e queer definiscono l’occupazione della nuova “Consultoria” in via Menarini 1, da ieri pomeriggio spazio liberato e sottratto alla speculazione. Come spiegano le attiviste infatti: “Questo spazio è del Comune, originariamente utilizzato come deposito del Tribunale. Il suo valore è di 450.000 euro, sono state fatte varie aste dal 2012, tutte deserte. Oggi il suo destino è di andare alla vendita diretta a privati per la costruzione di un parcheggio.” Nell’assemblea che si è tenuta nel tardo pomeriggio di ieri sono stati toccati molti temi cari al movimento transfemminista, a partire dal ribaltamento del discorso pubblico che vede i bisogni delle soggettività queer calibrati sull’offerta dei servizi pubblici che vengono loro offerti: “Spesso individuare i nostri bisogni non è facile, non siamo abituate a pensarli, i servizi che esistono non ci permettono di vederli, e tutto è determinato da quei servizi. Vogliamo invece ripensarci a partire da noi: i servizi sanitari esistenti isolano le soggettività queer, noi vogliamo spezzare quell’isolamento.”

E’ infatti intento delle occupanti quello di dar vita a un progetto che abbia sì a che fare con la salute, ma che sia allo stesso tempo un intervento di trasformazione sociale: “Così come grazie al movimento femminista furono creati luoghi che non esistevano, cioè i consultori, noi oggi creiamo nuove strutture che non sono state ancora pensate. Non possiamo pensare di chiedere al soggetto maschile e riproduttore di violenza di offrirci un servizio che non potrà esistere, se non metteremo al bando quella stessa soggettività. Per questo per noi il metodo è la consultoria, ottenuta attraverso l’occupazione e organizzata secondo i principi dell’autogestione.” Questo movimento e questo spazio occupato sono “contro la violenza di genere e del genere. Noi pensiamo a un intervento sistemico, ripartendo dai nostri desideri. La consultoria è il nostro punto di partenza per attaccare il neoliberismo e da qui faremo una nuova lotta di classe, da qui faremo una rivoluzione.”

Durante l’assemblea si sono registrati molti interventi di solidarietà e in sostegno all’occupazione dai collettivi presenti, e a partire da oggi si elaborerà il percorso comune per attivare lo spazio in un’ottica progettuale partecipata. Alle 18 di oggi si terrà una nuova assemblea di programmazione della consultoria in vista dell’appuntamento de Lotto marzo, unita alla programmazione più a lungo termine sui futuri laboratori autogestiti.

> Ascolta l’intervento di apertura dell’assemblea raccolto dal nostro inviato (l’articolo prosegue sotto):

 

La prima iniziativa che le occupanti si preparano a organizzare è proprio la mobilitazione per lo sciopero globale delle donne dell’otto marzo, che vedrà iniziative in quaranta paesi nel mondo e che è stato indetto in Italia dal coordinamento NonUnaDiMeno, la cui sezione bolognese nei giorni scorsi in conferenza stampa ha illustrato le modalità e i contenuti dello sciopero e delle manifestazioni che si terranno in quella giornata in città. Sarà uno sciopero che vedrà l’astensione da lavori produttivi, riproduttivi, di cura, con manifestazioni contro la violenza maschile e contro tutte le forme di violenza di genere, a partire dalla piattaforma “8 punti per l’8 marzo”, uno per ognuno dei tavoli che si sono riuniti a Bologna il 4 e 5 febbraio per la scrittura collettiva del primo piano femminista antiviolenza. I punti sono: autonomia dei centri antiviolenza, applicazione della convenzione di Istanbul, abolizione dell’obiezione di coscienza negli ospedali, ripoliticizzazione dei consultori, reddito di autodeterminazione, welfare e salario minimo europeo, rivendicazione di spazi transfemministi liberi dalla violenza, trasformazione radicale dell’immaginario mediatico. La protesta sarà attuata con modalità differenti, durerà 24 ore, i suoi colori sono il nero e il fucsia e il simbolo la matrioska di Non una di meno, esposta nei luoghi in cui le donne sciopereranno. Allo sciopero aderiscono diverse sigle del sindacato di base (Slai Cobas, Cobas, Cub, Usb, Usi-Ait, Sial-Cobas, Adl Cobas, Sgb) che hanno proclamato 24 ore di astensione dal lavoro, e Flc Cgil che ne ha proclamate otto.

Il primo appuntamento comune sarà quello di piazza Maggiore, dove alle 9.30 sarà allestito uno spazio con lezioni di educazione alle differenze e una “consultoria pubblica”, ma anche “salotta”, per discutere di sessualità. Alle 18 invece corteo notturno che partirà da piazza Maggiore per dirigersi verso piazza dell’Unità, ribattezzato cacerolaza, poichè l’invito a tutte le scioperanti è quello di armarsi di padelle e mestoli per essere il più rumorose possibile: “Saremo rumorose e colorate con padelle e cucchiai per farci sentire, saremo una concentrazione di forza femminista che smuoverà la città”, così hanno dichiarato le femministe in conferenza stampa.

Fra gli altri appuntamenti convocati per l’otto marzo da collettivi e sindacati di base a Bologna e provincia si segnalano alle 17 un corteo studentesco per ricordare che “la zona universitaria è antisessista”, convocato dal collettivo LuBO, che confluirà poi nella “cacerolaza” di piazza Maggiore. Alle 18 in Piazza dei Martiri a San Pietro in Casale, un reading di poesie dal titolo “Il giro del mondo in 10 poetesse”. La mattina invece, alle 8.30 in piazza di Porta Ravegnana a Bologna: “Donne di classe in corteo”, manifestazione promossa da Sgb, che in un comunicato scrive: “Abbiamo aderito alla giornata internazionale di mobilitazione delle donne che mette al centro la violenza di genere, nelle sue molte facce da quella domestica a quella del mercato, del debito, dei rapporti di proprietà capitalistici, e dello stato; la violenza delle politiche discriminatorie sui posti di lavoro e per questo l’8 marzo sciopereremo in tutti i settori lavorativi. Sciopereremo in aeroporto , in ferrovia, nelle scuole e negli asili nido, negli uffici amministrativi e nell’industria, in Hera, nelle coop sociali, in Acer, in Bolognafiere, in Cup 2000, negli ospedali e, nel trasporto locale. Sciopereremo e manifesteremo ritrovandoci alle ore 8,30 sotto le due torri da dove raggiungeremo in corteo, passando da Confindustria, tutte le altre donne e tutte/i le/gli altri scioperanti in Piazza Maggiore. Leggiamo sui giornali locali interviste in cui assessori comunali si scontrano sul partecipare o meno alle manifestazioni e a sindacaliste che pur non avendo convocato alcun sciopero, discettano sull’importanza dello sciopero dell’8 marzo. A queste signore sindacaliste e a questi giornali vorremmo dire che la lotta delle donne contro la violenza e le discriminazioni di genere non è una questione filosofica né un argomento spendibile in una guerra fra correnti PD, ma indica nella liberazione dallo sfruttamento e dalla precarietà nel lavoro la strada maestra per l’emancipazione delle donne stesse e quando voi, finito l’8 marzo, tornate a governare e concertare, tornate ad essere parte del nostro problema. Non può esserci lotta alla violenza sulle donne senza lotta allo sfruttamento nei posti di lavoro, alle privatizzazioni, allo sperpero di soldi per le armi e la corruzione anziché per le scuole, gli ospedali, il welfare! Come hanno scritto importanti femministe americane il 5 febbraio scorso ‘Uniamoci insieme l’8 Marzo per scioperare, manifestare e protestare. Usiamo l’occasione di questa giornata internazionale per farla finita con il femminismo della donna in carriera e per costruire al suo posto un femminismo del 99%, un femminismo dal basso e anticapitalista – un femminismo in solidarietà con le donne lavoratrici, le loro famiglie e i loro alleati in tutto il mondo.’ Chi fa parte di quell’1% continui pure nelle pantomime e a filosofeggiare con l’aiuto di qualche giornale, chi invece vuole fare vivere l’appello che abbiamo citato, prima di andare tutte insieme in Piazza Maggiore, venga sotto le due torri alle 8,30 per partecipare al corteo.”