Giornata di mobilitazione lanciata da Brain-Unibo con presidio davanti all’Agenzia regionale per il diritto allo studio, poi “jam session” in piazza Scaravilli e speakers’ corner davanti al rettorato: “Per un ripensamento radicale della ricerca e dell’istruzione e contro l’università-piattaforma che riproduce le logiche del mercato e le sue gerarchie. Contro la burocrazia che produce disuguaglianza”.
Lunga giornata di mobilitazione, oggi in Università, su iniziativa di Brain Unibo. Prima tappa davanti a Er.Go, l’Agenzia regionale per il diritto allo studio, “per chiedere l’immediata sospensione del sistema dei crediti nell’erogazione delle borse di studio, nell’assegnazione degli alloggi, dei permessi di soggiorno e nell’esenzione delle tasse”. Durante il presidio “siamo riuscite a parlare con tre rappresentanti che hanno continuato a rimbalzare le responsabilità ad altri enti. Abbiamo preteso un tavolo tra due settimane per portare avanti le nostre richieste”. Poi, nel pomeriggio, “jam session” in piazza Scaravilli con la partecipazione di più di 30 tra docenti, ricercatori, ricercatrici e studenti provenienti da diversi Dipartimenti e ambiti disciplinari coinvolti in una “discussione libera, aperta e ‘imprevista’ intorno alle trasformazioni e il futuro dell’università”. Infine, speakers’ corner davanti al Rettorato, per esporre le tesi sull’Università elaborate da Brain-Unibo: “Un momento di sintesi e di rilancio programmatico, che a due mesi dall’elezione del nuovo rettore o della nuova rettrice intende tenere aperto lo spazio della presa di parola di chi ogni giorno fa l’Università e indicare la possibilità di incidere sulle trasformazioni in corso senza limitarsi ad accettarle passivamente”.
L’ultimo anno, scrive Brain-Unibo, “non è stato solo quello dell’affermazione dell’università pandemica. Dall’inizio della pandemia, studentesse e studenti, docenti, operatrici e operatori precari della ricerca si sono messi in comunicazione per prendere posizione, collettivamente e trasversalmente, sulle trasformazioni che stanno investendo l’istruzione, la ricerca e la loro funzione sociale”. E’ nata così la decisione di proclamare la giornata di mobilitazione di oggi, “dopo diverse assemblee online che hanno coinvolto anche altri atenei in Italia, dopo la scrittura collettiva di due fogli che contengono la nostra critica e le nostre proposte in merito ai processi che stanno investendo la nostra vita e il nostro lavoro”. Un modo per portare “fuori dalle stanze virtuali e nelle strade della città la nostra voce collettiva. Per un ripensamento radicale della ricerca e dell’istruzione e contro l’università-piattaforma che riproduce le logiche del mercato e le sue gerarchie. Contro la burocrazia universitaria che produce disuguaglianza e contro i ricatti di Er.Go. Per una formazione innovativa e fuori dagli schemi in grado di costruire uguaglianza, cooperazione e ricchezza!”.