Acabnews Bologna

Da 19 nidi: “No al passaggio all’Asp unica”

Il Comune vuole “dismettere la gestione diretta dei servizi educativi” e “trasformarli in servizio assistenziale”. La Cub proclama uno sciopero per il 30 maggio: “Avremo solo ciò che sapremo riconquistarci!”

30 Aprile 2013 - 12:46

Il passaggio dei nidi alla futura Asp unica di Bologna? Comporterebbe una dismissione della gestione diretta da parte del Comune e una trasformazione da servizio educativo a servizio assistenziale, con un peggioramento per la condizione dei lavoratori. E’ il messaggio inviato a Palazzo D’Accursio dai collettivi degli operatori presenti in 19 nidi. Il Comune, hanno scritto i collettivi in una nota, “vuole dismettere la gestione diretta dei servizi educativi” e “trasformarli in servizio assistenziale, depauperando il servizio e l’intera cittadinanza di un bene comune che va tutelato ed incrementato”. I lavoratori, di conseguenza, vivono “con grande preoccupazione questa fase, che con la giunta Merola ha gia’ visto un aumento quantitativo dei carichi di lavoro, una grave riduzione dei diritti dei lavoratori e una difficolta’ sempre maggiore nel mantenere l’alto livello di qualita’ educativo sempre garantito”. Inoltre, aggiungono, “non sono del tutto chiare le future forme di apertura e partecipazione privata di altri soggetti all’azienda Asp che oggi sono Comune, Provincia e Fondazione Carisbo”.

Intanto, dopo quello proclamato dall’Usb arriva anche lo sciopero indetto dalla Cub: sarà il 30 maggio e riguarderà “i dipendenti del Comune di Bologna che rischiano la privatizzazione nelle Asp- spiega il sindacato di base in un comunicato-  i dipendenti del comune che vogliono solidarizzare,  i dipendenti delle cooperative sociali, i dipendenti delle Asp cittadine in via di riunificazione”. Inoltre, è stato attivato il tavolo in Prefettura anche per i dipendenti di tutte le Asp Bologna Est e Ovest e i dipendenti Asc Insieme. “Avremo solo ciò che sapremo riconquistarci!”, è l’appello della Cub. “Lo sciopero come arma spuntata? Dipende! Se lo sciopero sarà una prima forte risposta e l’inizio della riconquista dell’unità tra i lavoratori che insieme decideranno modalità, obiettivi e ulteriori forti iniziative”.  La Cub, “pur sostenendo che serve la mobilitazione dei lavoratori dei nidi, non può limitarsi ad uno sciopero della sola categoria che si è già mobilitata l’anno scorso, ma che da sola e con la sola controparte comunale non riucirà a fermare un progetto di più ampia portata. Serve uno sciopero forte di tutti i lavoratori schiacciati da una politica che è la stessa su tutto il territorio nazionale: dismissioni, taglio dei servizi, taglio degli stipendi e dei diritti dei lavoratori pubblici e privati, licenziamenti! Gli interlocutori devono essere il Comune, la Regione, le ASP e le cooperative!”.