Culture

Culture / L’inferno, sognando l’Europa

Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti . Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza.
 Un romanzo di Hakan Günday.

05 Febbraio 2016 - 17:28

Ancóra
, un romanzo di Hakan Günday (Marcos Y Marcos)

AncoraViaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo.

Lì entra in gioco Ahad.
 Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino.
 Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia.

La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gazâ, il figlio di Ahad.
 Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo cervello è diventato più veloce del suo cuore.
Gazâ è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gazâ, scienziato in erba, studia il comportamento delle persone in cattività.
 Una notte di pioggia cambia tutto.
 Il furgone di Ahad esce di strada, i migranti muoiono a decine nel precipizio. Gazâ vede l’inferno con i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità. C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente.

È la voce di Cuma, migrante afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo che gli sia caro: una rana di carta.
 Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gazâ cerca una via per la rinascita. 
Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada.

Il viaggio di un bambino cresciuto troppo in fretta alla ricerca dell’innocenza perduta.
 Un romanzo travolgente sulla schiavitù moderna, sulla necessità di sapere, e sperare ancóra, lottare ancóra.

 Hakan Günday, nato a Rodi nel 1976, ha sangue turco e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive.
 A ventitré anni, invece di varcare il portone dell’università, comincia a trascorrere le giornate al caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione d’incassi in libreria.
 Racconta storie a tinte forti con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata. Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in situazioni estreme, stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa più giovane che cambia.

Dopo A con Zeta, celebrato come miglior libro del 2011 in Turchia e tradotto in diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante dei migranti ed è in corso di pubblicazione in tutto il mondo. In Francia è stato il caso letterario dell’autunno 2015 e ha vinto il prestigioso Prix Médicis.

L’autore ne parlerà con lo scrittore italo-somalo Antar Mohamed Marincola

. Letture a cura degli attori Sanam Naderi, Natalia De Martin, Youssef El Gahda, 
Younes El Bouzari della Compagnia teatrale Cantieri Meticci

di Simona De Nicola