Culture

Crash: “Denunciati dalla polizia mentre cancellavamo i murales” [comunicati]

Il centro sociale: “Quanto sa essere sciocco il potere?”. La solidarietà da Xm24 e altri commenti e racconti sul “grigio dipinto di Blu”.

12 Marzo 2016 - 17:50

Blu copre murales a Crash - © Michele LapiniE la riflessione a caldo e a margine della cancellazione delle opere di Blu che stiamo facendo anche noi in questo ore è: quanto sa essere sciocco il potere quando ci si impegna? Siamo stati denunciati dalla polizia mentre cancellavamo l’opera di Blu! E con questa ci conquistiamo la denuncia più stravagante e imbecille dell’anno!

Laboratorio Crash

* * * * * * * * * *

Alcun* compagn* sono stat* denunciat* mentre coprivano il murales del vecchio Crash. A quanto pare se scrivi o disegni su un muro ti prendi una denuncia, salvo poi finire in un museo; e ti prendi una denuncia anche se, per guastare la festa a chi vuole fare i soldi sulla street art, vai a riverniciare di grigio i muri di vecchi spazi sociali ora abbandonati alla polvere.

Solidarietà alle/ai compagne/i denunciati!

Xm24

* * * * * * * * * * *

In questi istanti si sta scrivendo la storia della Street Art.

Blu sta cancellando i suoi disegni dall’XM24, mentre stanotte li ha cancellati dal resto di Bologna. L’arte di strada non si privatizza, è il messaggio contro la squallida mostra della Fondazione Roversi Monaco costruita strappando i pezzi dai muri.

Làbas

* * * * * * * * * * *

Meglio liberi in strada che in prigione in un museo! La street art è contro la rendita e le speculazioni!

cs  Tpo

* * * * * * * * * * *

Nel grigio dipinto di Blu

Blu cancella tutte le sue opere a Bologna
La cancellazione di un’opera d’arte può essere un’opera ancora più grande…

Una sonora sveglia oggi in Bolognina: opera di Blu.

Stamattina -aiutato dagli abitanti della città- lo street artist di fama mondiale il cui nome è da sempre associato a Bologna, ha provveduto a far sparire (ricoprire) tutte le sue opere. Mentre scriviamo viene imbiancato l’ultimo murale, quello che lanciava un appello tolkieniano alla città dalla fiancata del’XM24. Buongiorno: Bologna sta per perdere la sua più potente auto-narrazione (qui riletta da Wu Ming) in nome di una guerriglia urbana che si arma di pratiche artistiche e visioni alternative.

“After witnessing the changes happening in the surronding area during the last years, we felt it was time to erase both walls”

Dopo il blackout messo in atto a Berlino per sabotare la speculazione sugli immobili che ospitavano le sue opere, Blu torna a cancellare i suoi lavori. Cosa ci dice questa forma di protesta? Non può sorprenderci che un’arte come la sua non si senta più tanto a casa nella città che sgombera Atlantide o l’Ex Telecom… Ma stavolta la questione sembra coinvolgere più da vicino il ruolo sociale dell’arte.

Dal 18 Marzo Palazzo Pepoli ospiterà una mostra molto discussa: Street Art -Banksy&co. L’arte allo Stato urbano. Tra gli artisti esposti, suo malgrado, anche Blu. Il colmo per un artista che ha sempre schivato i media, mostrandosi più interessato a dipingere gratuitamente gli spazi occupati per evitarne lo sfratto (o l’abbattimento come nel caso dell’XM24) che a monetizzare il suo marchio à la Obey.

Gli strappi dei muri -nel caso specifico di Blu- perdono l’opera nel momento in cui l’afferrano, perché interrompono il suo dialogo col mondo reale, rompono i nessi della storia.

In quello che era diventato un interessante dibattito tra curatori, giuristi e politici, Blu ha riportato sotto gli occhi di tutti le istanze dell’autore e della comunità, come i vettori di senso senza i quali un’opera d’arte urbana non potrebbe esistere nemmeno.

Contro logiche estrinseche di salvaguardia – recupero – riqualifica – speculazione – promozione – quotazione- vendita, Blu fa piazza pulita e ci costringe a riflettere sul senso di un’opera che si radica nel tessuto urbano, nelle sue dinamiche e aporie, maturando come una risposta endogena.

Anche coprire le opere è una reazione al qui e ora, che continua a parlare col mutismo. Quanto a Bologna, resta un campo di battaglia. Ma ora che non c’è più il muro della Terra di Mezzo a raccontarla, toccherà a noi scrivere un’altra storia, da “fuori porta”.

Bolognina basement