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Costrettə a spostarsi per l’Ivg: la campagna “Abortion Roads” mappa e indaga il fenomeno

Il fatto che l’Interruzione volontaria di gravidanza non sia ugualmente garantita sul territorio nazionale obbliga molte persone a “trasferte assurde, costose e solitarie per vedersi riconosciuto un diritto”, scrivono le Mujeres Libres di Bologna avviando una raccolta di segnalazioni ed esperienze: nell’articolo le info per partecipare.

16 Marzo 2023 - 15:05

“Nel 2015 abbiamo lanciato la campagna ‘Abortisco e #nonmipento’, con l’intento di dare uno spazio a donne, persone non binary e trans che hanno affrontato un aborto: uno spazio in cui condividere la propria esperienza, così da trovare forza ed energia nelle parole e nelle pratiche l3 un3 dell3 altr3. Oggi, dopo otto anni, sentiamo il bisogno di raccontare altre storie e di mappare un altro fenomeno, quello di chi è costrettə ad allontanarsi dal luogo in cui risiede per poter accedere all’Interruzione volontaria di gravidanza”, segnalano i collettivo femminista Mujeres Libres di Bologna annunciando l’apertura di una nuova campagna denominata “Abortion Roads”. Perchè in certe regioni, “più dell’80% del personale sanitario è obiettore di coscienza; in altre, le giunte regionali ostacolano in maniera più o meno esplicita l’accesso alla pratica. Il fatto che l’Ivg non sia ugualmente garantita sull’intero territorio nazionale- scrive il collettivo- ci costringe sempre più a spostarci fuori regione, a volte molto lontano da casa, pur di abortire rimanendo nei termini temporali imposti dalla legge. Spostarsi per abortire significa spendere soldi ed energie, significa a volte aver bisogno di poter contare su una propria rete di solidarietà, significa potersi permettere di assentarsi dal lavoro, di allontanarsi da casa, di saltare le lezioni a scuola o all’università. È una questione di classe, di accesso alle informazioni, che va a pesare maggiormente su quellə di noi che sono più poverə e isolatə, intaccando la nostra salute mentale, scaricandoci addosso caterve di ansia, solitudine e senso di impotenza”.

Continuano le Mujeres Libres: “Nel corso della nostra attività di collettivo, abbiamo toccato con mano la frustrazione di chi è costrettə a trasferte assurde, costose e solitarie per vedersi riconosciuto un diritto. Poiché la nostra autodeterminazione è insidiata, avversata e minacciata dalle destre al governo, vogliamo emergere, prendere parola, raccontarci, gridare la nostra rabbia e al contempo ribadire che niente ci può impedire di decidere sul nostro corpo: lotteremo sempre per abortire, e sempre ci riusciremo!”.

E allora: “Cosa puoi fare? 1. Se ti sei spostatə dal luogo in cui risiedi per abortire, compila il form (è anonimo!); 2. Mandaci una foto, un disegno, un fumetto, una registrazione (che pubblicheremo in forma anonima sui nostri canali) con cui ci racconti la tua esperienza; 3. Fai conoscere questa campagna. Se hai abortito (anche senza essere statə costrettə a spostarti) e vuoi condividere la tua esperienza, la campagna ‘Abortisco e non mi pento’ è ancora attiva. Contattaci! Trovi tutte le informazioni qui. Se invece sei incinta e vuoi abortire, non sei solə! Contattaci che ti possiamo supportare”.