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Corteo sabato, “le teste rotte sono le nostre” [video]

Conferenza stampa di centri sociali e collettivi sulla manifestazione di due giorni fa: in arrivo dossier su comportamento Polizia. Difensori Teo faranno appello. I video dell’incontro con la stampa e del corteo.

20 Ottobre 2014 - 17:28

tri“Le teste spaccate sono le nostre, le braccia rotte sono le nostre e le schiene piegate sono le nostre. Ci sono poliziotti contusi? Può capitare” quando una piazza esprime “dissenso”, ma “non facciamo dei carnefici delle vittime”. E’ il messaggio che collettivi e centri sociali, oggi in conferenza stampa, lanciano dal presidio effettuato nei pressi del Tribunale in occasione del processo ai danni di Matteo De Pietri, il manifestante arrestato durante il corteo di sabato e oggi condannato a otto mesi. Quello che “è stato lanciatoè servito per placare la violenza della celere”, dichiarano i manifestanti: “Perchè ci sono almeno 10 o 15 teste aperte, tre compagni con le braccia rotte, schiene martoriate da manganelli impugnati alla rovescia o a due mani. E il Questore viene a parlare di legalità quando i suoi uomini si comportano in questo modo?”. Su questo punto, le realtà che hanno partecipato alla manifestazione annunciano l’intenzione di realizzare un dossier di foto e immagini, una “contro-inchiesta” che mostri il “marcio” delle cosiddette forze dell’ordine.

Tra ieri e oggi, intanto, le forze politiche sia di centrodestra che ci centrosinistra si sono scatenate nella criminalizzazione di quanto accaduto sabato. Il sindaco Virginio Merola ha minacciato di far saltare le convenzioni con le realtà coinvolte negli scontri. “E’ chiaro che è una ritorsione inaccettabile per quello che è successo”, si replica dalla conferenza stampa: “Se fosse una cosa, Merola sarebbe una ruspa”. Al sindaco “diciamo che si doverebbe vergognare, ha permesso che piazza San Domenico venisse violentata dai neonazisti di Forza Nuova. Inutile che tenti di lavarsi la faccia con diritti civili omeopatici”.

Per quanto riguarda la condanna inflitta a Teo, i suoi avvocati (Elia De Caro e Gian Andrea Ronchi) hanno gia’ annunciato il ricorso in appello, che verrà presentato dopo aver letto le motivazioni attese tra quindici giorni. Per ora, De Caro dice che “il giudice ha valutato i fatti e di questo siamo soddisfatti”. I difensori avevano chiesto, invano, l’applicazione di alcune attenuanti, tra cui quella prevista dal codice per chi agisce “per alto valore morale e sociale”, in riferimento al volantino di Forza nuova in cui venivano negati i valori dell’antifascismo. La pena non e’ stata sospesa, dunque il 32enne la sconterà ai domiciliari, nella sua residenza di Bologna. Il giudice lo ha autorizzato a proseguire il suo lavoro di archivista. Per aiutare Teo a sostenere le spese legali, questa sera si terrà una cena benefit al circolo anarchico Berneri di porta Santo Stefano.

> Il video della conferenza stampa:

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> Il video della manifestazione di sabato: