Acabnews Bologna

Contestarono Madia, cadono le misure cautelari

Per cinque persone vengono meno gli obblighi e i divieti di abitare a Bologna. Libertà di Dimora: “Crolla il castello di carta di Pd, Questura e Procura”.

02 Maggio 2016 - 19:25

Crolla il castello di carta di Pd, Questura e Procura

21710740376_5027022dea_zIn questi mesi pezzo dopo pezzo il debole e infame castello accusatorio costruito dal sistema di potere bolognese, fondato sull’asse Pd-Procura e Questura, è stato attaccato dalla determinazione della lotta per la libertà e il dissenso. Oggi quel castello di carta definitivamente crolla su stesso e con esso le arbitrarie misure cautelari e preventive che hanno limitato per mesi la libertà di chi quotidianamente mette in gioco il proprio corpo per un’Università, una città e un mondo liberi da fascismo e razzismo, dalla militarizzazione degli spazi pubblici e del sapere, dalla violenza dello sfruttamento. Francesca, Francesco, Gigi, Ivan e Parvis dopo quattro mesi di arresti domiciliari e da settembre sottoposti alle misure di obbligo di dimora e divieto di dimora, sono finalmente liberi dalle abiette misure comminate senza processo con l’unico tentativo di colpirne la libertà di dissenso. L’unica loro colpa infatti è stata quella di aver tentato di partecipare lo scorso maggio ad un incontro pubblico all’interno della loro Università dove era stata invitata la ministra della pubblica amministrazione Madia. Quel giorno alla libertà d’espressione e di dissenso e a al dialogo con i propri studenti e studentesse l’allora Rettore Ivano Dionigi scelse la militarizzazione del plesso di Santa Lucia e le manganellate, gli stessi strumenti utilizzati dal Partito Unico della ministra Madia e oggi dal nuovo Rettore Ubertini.

Come oggi abbiamo dimostrato che il dissenso non si piega e la libertà non si misura dinanzi all’arbitrarietà del sistema di potere Pd e delle sue abiette misure, così continueremo a conquistare spazi di agibilità politica a chi tenta di trasformare Università e città in deserti militarizzati ricorrendo per giunta a grotteschi appelli alla libertà di espressione. Come campagna Libertà di Dimora in questi mesi abbiamo dimostrato che la libertà non è affatto un concetto neutro e quando utilizzata dalle figure del potere diviene strumento per difendere l’unica libertà che li interessa, la loro, negandola a chi quel potere lo contesta e decide di non subirlo.

Abbiamo anche dimostrato che un sistema di potere illegittimo e ampiamente contestato cerca di disseminare paura perché ha paura. All’accettazione silenziosa e solitaria delle abiette misure di un sistema di potere impaurito che tenta di limitare il nostro dissenso noi abbiamo preferito la trasformazione della libertà in un campo di battaglia collettiva.
Ancora una volta oggi abbiamo avuto la dimostrazione di essere sulla giusta strada.

Avanti così! ‪#‎Liber‬@tutt@ #Liber@subito

Libertà di Dimora