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Como / Caccia all’uomo e rimpatri violenti per i migranti alla frontiera

Dal confine con la Svizzera i solidali denunciano: “Sono state rastrellate una cinquantina di persone prive di documenti di diversa età e nazionalità”. I testimoni riferiscono di “pestaggi e identificazioni forzate per chiunque non è bianco”.

21 Febbraio 2017 - 16:01

“Nella giornata di lunedì la polizia di Como ha dato vita a un’autentica caccia all’uomo nelle strade della città, nei luoghi abitualmente frequentati dai migranti e in quelli che danno loro rifugio“. A denunciare i fatti sono i solidali lombardi dalle pagine del blog Yallah Como.

“Complessivamente sono state rastrellate una cinquantina di persone prive di documenti o presunte tali, di diversa età e nazionalità. Queste persone sono stare portate alla sede della polizia di frontiera da dove circa trenta migranti ‘irregolari’ sono stati deportati a Taranto, nell’ottica di un rimpatrio quasi certo!”.

Oltre alla selezione dei documenti dalla frontiera con la Svizzera vengono denunciati anche diversi episodi brutali da parte delle autorità: “Un gran numero di persone testimonia il carattere violento e razzista del rastrellamento: manette, pestaggi e identificazioni forzate di chiunque non fosse bianco, inclusi due studenti medi che prendevano il bus dopo la scuola. A chi ha provato a filmare l’episodio è stato distrutto il telefono”.

Queste operazioni, purtroppo non nuove nei confini italiani, ad oggi sono ancora più avvalorate grazie alle recenti misure imposte dal ministero degli Interni: “Dopo solo due giorni dalla sua entrata in vigore assistiamo all’efficientissima attuazione del decreto Minniti, colloquialmente ribattezzato dalle forze dell’ordine ‘pulizia della città’ dai migranti ritenuti irregolari, un numero sempre in crescita”.

Ed è in questo clima di terrore che attivisti e solidali fanno notare: “Esporre persone già vulnerabili alla violenza istituzionalizzata di questi nuovi rastrellamenti rappresenta una intollerabile escalation nel clima di terrore imposto sui migranti e in città. In questo contesto di razzismo istituzionale, cosa dobbiamo aspettarci per la prossima stagione?”.