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Ci ha lasciato Marcella Di Folco

La storica presidente del Mit (Movimento identità transessuale) se n’e andata per sempre, dopo una lunga malattia. In tanti la ricordano per le sue battaglie e per la sua umanità.

07 Settembre 2010 - 19:03

Il Movimento Identità Transessuale, di cui Marcella Di Folco era presidente, oggi pomeriggio, ha fatto uscire questo comunicato: “Marcellona ci ha lasciati. Non è facile annunciare la perdita di una grande persona e non è semplice comunicare il vuoto che lascia. Le parole e i discorsi hanno un loro limite, affidiamo ai pensieri, alle emozioni, ai ricordi tutto quello che è stata Marcella Di Folco. Compagna, amica, sorella, mamma di tutte/i noi, il MIT perde la leader maxima, la sua traccia essenziale resta indelebile nella storia della nostra Associazione e del movimento tutto. Il coraggio con cui ha dedicato la sua intera vita alla dignità e ai diritti di tutte e tutti indistintamente, rende difficile l’elaborazione della sua perdita. Il MIT, il Movimento GLBT, la politica e la cultura tutta perdono oggi una loro parte importante. Ciao Marcella”

> Zic vuole ricordare Marcella pubblicando un estratto di una lunga intervista che le avevamo fatto nel numero di Zero in condotta del 23 gennaio 1998

“Dobbiamo uscire dall’ignoranza e dal fanatismo, dobbiamo far capire che l’unico vero grande male, il più terribile, è la nostra stupidità, quando neghiamo la vera solidarietà al nostro prossimo solo per paura di una realtà che non vogliamo conoscere”… questo “pensiero stupendo” è di Marcella Di Folco ed è tratto da un vecchio numero di MITfanzine, la newsletter del movimento italiano transessuali, ce la fece leggere per avere un approccio serio alla cosiddetta “questione transessuale”…

Poi Marcella proseguì: “Quando agli inizi degli anni ottanta, federato al partito radicale, nacque il MIT, la questione transessuale era pressoché sconosciuta. Fecero perciò molto scalpore i coreografici sit-in che le trans tennero davanti a Montecitorio per una retifica anagrafica di sesso. Nel 1982, su proposta del radicale De Cataldo, fu finalmente approvata la legge 164 (norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso). A Bologna, il MIT nacque solo nel 1988, quindi abbastanza tardi rispetto ad altre realtà internazionali. La prima assemblea si tenne al Cassero di Porta Saragozza, presso il circolo XXVIII Giugno, dove venni eletta presidente….”

Sono passati tanti anni, la tua sta diventando una specie di carica a vita…
“In effetti, mi chiamano il Conducator…Tornando a quello che dicevo prima, ricordo che all’inizio fummo ospitati nella sede del Partito Radicale, in via San Carlo. Ci facemmo conoscere nel 1989, sollevando lo scandalo del Rizzoli, il MIT si schierò contro il prof. Poppi che aveva fatto due cambi di sesso mal riusciti. Cominciammo ad avere i primi incontri con il prefetto, il sindaco Imbeni, l’assessora Sivia Bartolini. Intanto, la Regione Lazio aveva stanziato, attraverso una legge regionale, 500 milioni per il cambio di sesso. Noi, in Emilia-Romagna, cominciammo a prendere contatti con l’assessora regionale alla Sanità Elsa Signorino, per muoverci sulla falsariga del Lazio, ma dopo un anno finì la legislatura. Con i nuovi amministratori, l’assessore Barbolini (alla Sanità) e Odescalchi (alle Politiche Sociali) decidemmo, invece, di intraprendere un’altra strada, quella di un consultorio con psicologi ed endocrinologi. Occorse un po’ di tempo affinché i due assessori si convincessero della bontà del nostro progetto, ma la discussione fu profiqua: la Regione diede il via libera al finanziamento di un progetto di consultorio e di prevenzione all’AIDS, gestito dal MIT. Il Comune di Bologna ci assegnò uno spazio in via Polese e così, nei primi mesi del ’94, aprimo il primo consultorio per trans sul territorio nazionale. A sovraintendere all’equipe del MIT chiamammo la dottoressa Paola Mutinelli del Dipartimento di Sessuologia Clinica dell’ASL di Bologna. Sono poi giunti le psicologhe e il medico endocrinologo, il prof. Marchetti di Ferrara, che aveva assistito, prima di venire da noi, più di 500 trans (uno dei primi medici in Italia ad occuparsi dei cambiamenti di sesso). Il nostro consultorio svolge assistenza endocrinologica, sostegno e assistenza psicologica ed aiuto legale. La transessualità è una messa in moto, è l’evoluzione di una persona per raggiungere la propria armonia psico-fisica. Ma questo percorso di trasformazione può durare per diverso tempo ed è per questo che le persone hanno bisogno di un sostegno”.

Marcella, in quell’intervista, non voleva parlare di sé, ma le sue compagne insistettero tanto che, alla fine, qualche notizia per ricavare un piccolo box su lei gliela strappammo.
Marcella Di Folco è stata da sempre la presidente del Movimento Italiano Transessuali. A metà degli anni novanta fu, per un mandato, consigliera comunale dei Verdi a Palazzo d’Accursio. Di sé racconta: “Dentro di me mi sono sempre sentita trans. Da uomo, ho lavorato, alla fine degli anni sessanta, nel famoso locale Piper di Roma. Negli anni settanta ho fatto l’attore cinematografico (Amarcord di Fellini). Nel 1978 sono stata assunta come operatrice telefonica all’Italcable di Roma. Il primo agosto del 1981, dietro incentivazione economica, mi sono licenziata. Con la lauta liquidazione, il 18 agosto dello stesso anno, sono andata a Casablanca e mi sono operata. Così, finalmente, a 38 anni riuscii a cambiare sesso. Il coraggio di operarmi mi venne da una storia raccontata dal settimanale Epoca: un baronetto inglese di 54 anni, alla morte della moglie, aveva deciso di cambiare sesso, portando a buon fine una cosa che da tempo sentiva dentro di sé…”.